La biografia di Francesco Melzi è stata tratteggiata, per molto tempo, con accenti idealizzati quando non romanzati; l’esame dei documenti d’archivio riguardanti l’erede di Leonardo ha recentemente condotto a qualche sicurezza, come stabilire l’anno di morte o trovare il suo testamento. Ciò nonostante, la vicenda umana del Melzi e dei suoi figli (che si intreccia con la dispersione del materiale vinciano custodito in famiglia) continua, in molti casi, a essere osservata da punti di vista troppo lontani dalla realtà storica di Milano e della Lombardia, cui invece occorre tornare per provare a comporre una ricostruzione verosimile dei fatti. Oltre a fissare la data del matrimonio tra Francesco Melzi e Angela Landriani, la relazione segue le vicende del primogenito della coppia, il reverendo Leonida Melzi, canonico e preposito della chiesa di San Giovanni Evangelista di Canonica di Pontirolo, vissuto a Roma per oltre vent’anni. Poiché Leonida è risultato orbitare nell’entourage di alcuni alti prelati della famiglia Simonetta, legati tra l’altro alla diocesi di Pesaro, da loro continuativamente amministrata come vescovi dal 1528 al 1576, diventa verosimile ipotizzare che proprio Leonida possa avere ceduto il manoscritto Urb. Lat. 1270 in area roveresca, cui peraltro poteva avere facile accesso anche attraverso altri parenti della madre, i Landriani, addirittura imparentati con Guidobaldo II Della Rovere. In conclusione, si propongono brevi considerazioni su alcuni lettori sei-settecenteschi della versione abbreviata del Libro di Pittura, considerate dalla prospettiva lombarda che si è provato a restituire alla vicenda.
Il manoscritto Urb. Lat. 1270 da Milano a Urbino : fatti e ipotesi per la cessione / R. Sacchi. ((Intervento presentato al convegno Leonardo da Vinci (1452-1519) : dal libro di pittura al trattato. Circolazione, trasmissione, ricezione delle idee e degli scritti vinciani tra Cinquecento e Seicento : Giornate di studio internazionali tenutosi a Roma nel 2019.
Il manoscritto Urb. Lat. 1270 da Milano a Urbino : fatti e ipotesi per la cessione
R. Sacchi
2019
Abstract
La biografia di Francesco Melzi è stata tratteggiata, per molto tempo, con accenti idealizzati quando non romanzati; l’esame dei documenti d’archivio riguardanti l’erede di Leonardo ha recentemente condotto a qualche sicurezza, come stabilire l’anno di morte o trovare il suo testamento. Ciò nonostante, la vicenda umana del Melzi e dei suoi figli (che si intreccia con la dispersione del materiale vinciano custodito in famiglia) continua, in molti casi, a essere osservata da punti di vista troppo lontani dalla realtà storica di Milano e della Lombardia, cui invece occorre tornare per provare a comporre una ricostruzione verosimile dei fatti. Oltre a fissare la data del matrimonio tra Francesco Melzi e Angela Landriani, la relazione segue le vicende del primogenito della coppia, il reverendo Leonida Melzi, canonico e preposito della chiesa di San Giovanni Evangelista di Canonica di Pontirolo, vissuto a Roma per oltre vent’anni. Poiché Leonida è risultato orbitare nell’entourage di alcuni alti prelati della famiglia Simonetta, legati tra l’altro alla diocesi di Pesaro, da loro continuativamente amministrata come vescovi dal 1528 al 1576, diventa verosimile ipotizzare che proprio Leonida possa avere ceduto il manoscritto Urb. Lat. 1270 in area roveresca, cui peraltro poteva avere facile accesso anche attraverso altri parenti della madre, i Landriani, addirittura imparentati con Guidobaldo II Della Rovere. In conclusione, si propongono brevi considerazioni su alcuni lettori sei-settecenteschi della versione abbreviata del Libro di Pittura, considerate dalla prospettiva lombarda che si è provato a restituire alla vicenda.File | Dimensione | Formato | |
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