Al fine di fronteggiare gli effetti della crisi che ha colpito i paesi dell’Eurozona, le c.d. ‘Institutions’ (Commissione Europea, Fondo Monetario Internazionale e Banca Centrale Europea) hanno fatto massiccio ricorso a strumenti di diritto internazionale, provocando una sorta di ‘circumvention of the EU law’, sulla quale ampia è la letteratura. In particolare, le misure di stretta condizionalità sono state il leitmotiv degli strumenti volti a fronteggiare la crisi, diventando un elemento caratterizzante della governance economica europea. L’irruzione delle misure di condizionalità è avvenuta al di fuori delle previsioni dei Trattati, attraverso quella che è stata definita una sorta di ‘legal improvisation’ dettata dalle straordinarie circostanze delle crisi. L’Unione, infatti, allo scoppio della prima crisi greca, non disponeva di alcun meccanismo che potesse fronteggiare la crisi del debito sovrano di uno dei membri dell’Eurozona. È così che la risposta europea al rischio di default dei suoi stati membri si è sviluppata ricorrendo da un lato, ad accordi intergovernativi e a soluzioni istituzionali che si collocano al di fuori del diritto dei Trattati e dall’altro alle misure di condizionalità. Queste ultime – definite dalla dottrina più critica ‘an exchange of obedience for money’ (Jorges) - rappresentano ancora un campo di studio poco esplorato, tanto in riferimento alla loro natura giuridica, che alla loro legittimità e soprattutto al loro impatto negli ordinamenti costituzionali degli stati interessati dalle stesse. Quest’ultimo profilo è l’oggetto di studio del presente contributo, che intende affrontare, in ottica comparata, l’impatto delle misure di stretta condizionalità sugli equilibri costituzionali negli stati in bailout (Portogallo, Grecia, Lituania, Romania, Irlanda, Cipro), con particolare riferimento alla funzione delle Corti chiamate a giudicare la compatibilità rispetto ai diritti sociali costituzionalmente protetti delle misure nazionali approvate in attuazione delle condizioni negoziate a livello internazionale.
La condizionalità economica nella giurisprudenza della crisi : un’analisi comparata / A. Baraggia. - In: ANNUARIO DI DIRITTO COMPARATO E DI STUDI LEGISLATIVI. - ISSN 2039-9871. - 10:(2019 Apr 01), pp. 37-69.
La condizionalità economica nella giurisprudenza della crisi : un’analisi comparata
A. Baraggia
2019
Abstract
Al fine di fronteggiare gli effetti della crisi che ha colpito i paesi dell’Eurozona, le c.d. ‘Institutions’ (Commissione Europea, Fondo Monetario Internazionale e Banca Centrale Europea) hanno fatto massiccio ricorso a strumenti di diritto internazionale, provocando una sorta di ‘circumvention of the EU law’, sulla quale ampia è la letteratura. In particolare, le misure di stretta condizionalità sono state il leitmotiv degli strumenti volti a fronteggiare la crisi, diventando un elemento caratterizzante della governance economica europea. L’irruzione delle misure di condizionalità è avvenuta al di fuori delle previsioni dei Trattati, attraverso quella che è stata definita una sorta di ‘legal improvisation’ dettata dalle straordinarie circostanze delle crisi. L’Unione, infatti, allo scoppio della prima crisi greca, non disponeva di alcun meccanismo che potesse fronteggiare la crisi del debito sovrano di uno dei membri dell’Eurozona. È così che la risposta europea al rischio di default dei suoi stati membri si è sviluppata ricorrendo da un lato, ad accordi intergovernativi e a soluzioni istituzionali che si collocano al di fuori del diritto dei Trattati e dall’altro alle misure di condizionalità. Queste ultime – definite dalla dottrina più critica ‘an exchange of obedience for money’ (Jorges) - rappresentano ancora un campo di studio poco esplorato, tanto in riferimento alla loro natura giuridica, che alla loro legittimità e soprattutto al loro impatto negli ordinamenti costituzionali degli stati interessati dalle stesse. Quest’ultimo profilo è l’oggetto di studio del presente contributo, che intende affrontare, in ottica comparata, l’impatto delle misure di stretta condizionalità sugli equilibri costituzionali negli stati in bailout (Portogallo, Grecia, Lituania, Romania, Irlanda, Cipro), con particolare riferimento alla funzione delle Corti chiamate a giudicare la compatibilità rispetto ai diritti sociali costituzionalmente protetti delle misure nazionali approvate in attuazione delle condizioni negoziate a livello internazionale.File | Dimensione | Formato | |
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