Nonostante lo spessore medio-intimale delle carotidi extracraniche (IMT) sia stato associato ai fattori di rischio cardiovascolari e alla presenza di aterosclerosi nelle arterie coronariche e periferiche, pochi sono, ad oggi, gli studi volti a valutare la potenzialità dell’IMT carotideo nell’identificazione dei pazienti ad alto rischio cardiovascolare. Negli studi finora pubblicati, l’aggiunta dell’IMT agli algoritmi matematici utilizzati per la valutazione del rischio cardiovascolare non ne aumentava la capacità predittiva. Tali risultati potrebbero essere dovuti sia ad una reale mancanza di capacità predittiva dell’IMT carotideo sia all’uso di strumenti statistici inadeguati per riconoscere le relazioni non lineari che legano l’IMT, i VRFs ed il rischio di sviluppare la patologia stessa. In un recente studio da noi effettuato è stata valutata la capacità di un nuovo tipo di strumenti informatici, le reti neurali artificiali (RNA) di distinguere tra pazienti a basso o alto rischio cardiovascolare, sulla base dell’IMT carotideo, dei fattori di rischio convenzionali, o di entrambi. Lo studio è stato condotto in 578 soggetti dislipidemici, 114 dei quali definiti ad alto rischio in quanto sintomatici per malattie cardiovascolari (infarto miocardico, angina), cerebrovascolari (ischemia cerebrale transitoria, ictus) o per ateropatie periferiche. I risultati dimostrano che permettendo alle RNA di selezionare automaticamente le variabili più rilevanti è possibile raggiungere un’accuratezza di predizione globale nella classificazione dei soggetti a basso o ad alto rischio del 92% con un 100% di classificazione corretta dei soggetti ad alto rischio. Per raggiungere tali risultati la presenza delle variabili relative all’IMT carotideo è fondamentale. In conclusione, grazie all’utilizzo delle RNA, l’IMT delle carotidi extracraniche può aumentare la capacità discriminante dei fattori di rischio convenzionali nella identificazione del paziente ad alto rischio di patologie vascolari.

CORRELAZIONE TRA SPESSORE MEDIO-INTIMALE, PLACCHE CAROTIDEE E LESIONI CORONARICHE / D. Baldassarre, E. Grossi, M. Buscema, M. Intraligi, M. Amato, E. Tremoli, L. Pustina, S. Castelnuovo, C.R. Sirtori. ((Intervento presentato al 12. convegno CONVEGNO DI ECOGRAFIA CARDIOVASCOLARE tenutosi a Milano nel 2002.

CORRELAZIONE TRA SPESSORE MEDIO-INTIMALE, PLACCHE CAROTIDEE E LESIONI CORONARICHE

D. Baldassarre
Primo
;
E. Tremoli;L. Pustina;S. Castelnuovo
Penultimo
;
C.R. Sirtori
Ultimo
2002

Abstract

Nonostante lo spessore medio-intimale delle carotidi extracraniche (IMT) sia stato associato ai fattori di rischio cardiovascolari e alla presenza di aterosclerosi nelle arterie coronariche e periferiche, pochi sono, ad oggi, gli studi volti a valutare la potenzialità dell’IMT carotideo nell’identificazione dei pazienti ad alto rischio cardiovascolare. Negli studi finora pubblicati, l’aggiunta dell’IMT agli algoritmi matematici utilizzati per la valutazione del rischio cardiovascolare non ne aumentava la capacità predittiva. Tali risultati potrebbero essere dovuti sia ad una reale mancanza di capacità predittiva dell’IMT carotideo sia all’uso di strumenti statistici inadeguati per riconoscere le relazioni non lineari che legano l’IMT, i VRFs ed il rischio di sviluppare la patologia stessa. In un recente studio da noi effettuato è stata valutata la capacità di un nuovo tipo di strumenti informatici, le reti neurali artificiali (RNA) di distinguere tra pazienti a basso o alto rischio cardiovascolare, sulla base dell’IMT carotideo, dei fattori di rischio convenzionali, o di entrambi. Lo studio è stato condotto in 578 soggetti dislipidemici, 114 dei quali definiti ad alto rischio in quanto sintomatici per malattie cardiovascolari (infarto miocardico, angina), cerebrovascolari (ischemia cerebrale transitoria, ictus) o per ateropatie periferiche. I risultati dimostrano che permettendo alle RNA di selezionare automaticamente le variabili più rilevanti è possibile raggiungere un’accuratezza di predizione globale nella classificazione dei soggetti a basso o ad alto rischio del 92% con un 100% di classificazione corretta dei soggetti ad alto rischio. Per raggiungere tali risultati la presenza delle variabili relative all’IMT carotideo è fondamentale. In conclusione, grazie all’utilizzo delle RNA, l’IMT delle carotidi extracraniche può aumentare la capacità discriminante dei fattori di rischio convenzionali nella identificazione del paziente ad alto rischio di patologie vascolari.
2002
Settore BIO/14 - Farmacologia
CORRELAZIONE TRA SPESSORE MEDIO-INTIMALE, PLACCHE CAROTIDEE E LESIONI CORONARICHE / D. Baldassarre, E. Grossi, M. Buscema, M. Intraligi, M. Amato, E. Tremoli, L. Pustina, S. Castelnuovo, C.R. Sirtori. ((Intervento presentato al 12. convegno CONVEGNO DI ECOGRAFIA CARDIOVASCOLARE tenutosi a Milano nel 2002.
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