L’invecchiamento della popolazione umana sarà in un prossimo futuro un problema di grande importanza a livello mondiale. La sordità a questa conseguente, definita presbiacusia, è la seconda causa di deficit uditivo dopo la sordità causata da attività tecnopatiche. Dal 2010 al 2050 la popolazione mondiale passerà da 6,9 a 9,3 miliardi; sono previsti 2 miliardi di individui anziani nel 2050. La popolazione con più di 65 anni di età sarà il 21% della popolazione mondiale. Vengono prese in esame de differenti tappe del processo di analisi del linguaggio e le modalità più idonee per effettuare una puntuale diagnosi audiologica nella presbiacusia. Le principali conseguenze della presbiacusia sono: rinuncia ad ascoltare e comunicare, chiusura nell’ambito sociale e famigliare, depressione, ansia, isolamento, difficoltà nella codifica del messaggio verbale per danno periferico, ritardo nel processamento e integrazione del messaggio per difficoltà centrali. A livello neuropsicologico possiamo osservare: rallentamento dei tempi di reazione allo stimolo, minor efficienza della memoria, in particolare quella a breve termine (working memory), diminuzione delle capacità di apprendimento, modificazione delle funzioni psichiche superiori nel senso di maggiore “fatica”, aumento del carico cognitivo necessario a risolvere determinati compiti. Dal punto di vista funzionale, i pazienti affetti da sordità mostrano una diminuzione delle prestazioni cognitive e rischio di sviluppare demenza e disturbi neurovegetativi. Studi morfometrici con la risonanza magnetica hanno segnalato una riduzione accelerata del volume della materia grigia nei soggetti ipoacusici, rispetto ai normoacusici, a livello di tutto il cervello e all’interno del lobo temporale destro. I vantaggi di una corretta protesizzazione acustica sono: riduzione dell’isolamento sociale, ripristino di una vita familiare serena, mantenimento di una condizione di autosufficienza più prolungata con benefici sia nel ristretto ambito familiare che nel più ampio contesto sociale, risparmio della spesa pubblica in quanto il soggetto è più integrato meno ansioso e depresso. L’I.C. nel soggetto in età avanzata è indicato quando l’entità della sordità è invalidante e non più compensabile con l’utilizzo dell’apparecchio acustico. In Italia non esiste alcuna legge che definiscano i limiti superiori d’età per l’applicazione dell’I.C., né l’obbligo di applicazione monolaterale, tuttavia nell’anziano l’indicazione è comunque monolaterale. Le linee guida della SIO del 2000 affermano. “Adulti (> 18 anni) senza limiti di età, affetti ipoacusia di entità grave-profonda (soglia uditiva media per le frequenze 500, 1000 e 2000 Hz > 75 dB sordità) che in condizioni ottimali di amplificazione mediante protesizzazione acustica presentino percentuali di riconoscimento nell’esecuzione dei test di percezione verbali uguali o inferiori al 50% di risposte corrette nell’orecchio da impiantare”. La letteratura in tema impianto cocleare nell’anziano afferma: tempi di apprendimento più lunghi ma efficaci, risultati stabili nel tempo, miglioramento uditivo e percettivo sulla sfera cognitiva, miglioramento dell’autostima fiducia in se stessi e qualità di vita. Possiamo concludere che: numerosi studi, recentemente pubblicati, attestano l’efficacia clinica dell’impianto cocleare nel soggetto di età avanzata, sia in termini di percezione verbale che di qualità della vita, mentre quelli di costo-efficacia non forniscono risultati definitivi e universalmente accettati, in linea generale appare evidente che l’età avanzata non debba di per sé essere considerata una limitazione alla procedura di I.C. in questa categoria di pazienti.

Aspetti cognitivi e sociali nell’anziano: indicazioni all’impianto cocleare / U. Ambrosetti. ((Intervento presentato al convegno Impianti cocleari tenutosi a Lecco nel 2019.

Aspetti cognitivi e sociali nell’anziano: indicazioni all’impianto cocleare

U. Ambrosetti
2019

Abstract

L’invecchiamento della popolazione umana sarà in un prossimo futuro un problema di grande importanza a livello mondiale. La sordità a questa conseguente, definita presbiacusia, è la seconda causa di deficit uditivo dopo la sordità causata da attività tecnopatiche. Dal 2010 al 2050 la popolazione mondiale passerà da 6,9 a 9,3 miliardi; sono previsti 2 miliardi di individui anziani nel 2050. La popolazione con più di 65 anni di età sarà il 21% della popolazione mondiale. Vengono prese in esame de differenti tappe del processo di analisi del linguaggio e le modalità più idonee per effettuare una puntuale diagnosi audiologica nella presbiacusia. Le principali conseguenze della presbiacusia sono: rinuncia ad ascoltare e comunicare, chiusura nell’ambito sociale e famigliare, depressione, ansia, isolamento, difficoltà nella codifica del messaggio verbale per danno periferico, ritardo nel processamento e integrazione del messaggio per difficoltà centrali. A livello neuropsicologico possiamo osservare: rallentamento dei tempi di reazione allo stimolo, minor efficienza della memoria, in particolare quella a breve termine (working memory), diminuzione delle capacità di apprendimento, modificazione delle funzioni psichiche superiori nel senso di maggiore “fatica”, aumento del carico cognitivo necessario a risolvere determinati compiti. Dal punto di vista funzionale, i pazienti affetti da sordità mostrano una diminuzione delle prestazioni cognitive e rischio di sviluppare demenza e disturbi neurovegetativi. Studi morfometrici con la risonanza magnetica hanno segnalato una riduzione accelerata del volume della materia grigia nei soggetti ipoacusici, rispetto ai normoacusici, a livello di tutto il cervello e all’interno del lobo temporale destro. I vantaggi di una corretta protesizzazione acustica sono: riduzione dell’isolamento sociale, ripristino di una vita familiare serena, mantenimento di una condizione di autosufficienza più prolungata con benefici sia nel ristretto ambito familiare che nel più ampio contesto sociale, risparmio della spesa pubblica in quanto il soggetto è più integrato meno ansioso e depresso. L’I.C. nel soggetto in età avanzata è indicato quando l’entità della sordità è invalidante e non più compensabile con l’utilizzo dell’apparecchio acustico. In Italia non esiste alcuna legge che definiscano i limiti superiori d’età per l’applicazione dell’I.C., né l’obbligo di applicazione monolaterale, tuttavia nell’anziano l’indicazione è comunque monolaterale. Le linee guida della SIO del 2000 affermano. “Adulti (> 18 anni) senza limiti di età, affetti ipoacusia di entità grave-profonda (soglia uditiva media per le frequenze 500, 1000 e 2000 Hz > 75 dB sordità) che in condizioni ottimali di amplificazione mediante protesizzazione acustica presentino percentuali di riconoscimento nell’esecuzione dei test di percezione verbali uguali o inferiori al 50% di risposte corrette nell’orecchio da impiantare”. La letteratura in tema impianto cocleare nell’anziano afferma: tempi di apprendimento più lunghi ma efficaci, risultati stabili nel tempo, miglioramento uditivo e percettivo sulla sfera cognitiva, miglioramento dell’autostima fiducia in se stessi e qualità di vita. Possiamo concludere che: numerosi studi, recentemente pubblicati, attestano l’efficacia clinica dell’impianto cocleare nel soggetto di età avanzata, sia in termini di percezione verbale che di qualità della vita, mentre quelli di costo-efficacia non forniscono risultati definitivi e universalmente accettati, in linea generale appare evidente che l’età avanzata non debba di per sé essere considerata una limitazione alla procedura di I.C. in questa categoria di pazienti.
15-giu-2019
Sordità neurosensoriale; presbiacusia; protesizzazione acustica; impianto cocleare
Settore MED/32 - Audiologia
Aspetti cognitivi e sociali nell’anziano: indicazioni all’impianto cocleare / U. Ambrosetti. ((Intervento presentato al convegno Impianti cocleari tenutosi a Lecco nel 2019.
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