Stili di attaccamento disfunzionanti costruiti nei primi anni di vita sono fortemente predittivi di future problematiche emotivo-comportamentali. In adolescenza le variabili individuali, interpersonali e ambientali, sono in grado di favorire la costruzione di nuovi stili di attaccamento in discontinuità coi precedenti. Obiettivo dello studio è la valutazione di variabili di attaccamento in adolescenti a rischio psicopatologico. Metodi: il campione è costituito da 22 ragazze in comunità residenziale educativa. Età media=15.57±1.28, nazionalità prevalentemente italiana (68,18%). Tutte frequentano la scuola. Il 90,9% è in carico a servizi per la tutela e cura dei minori. 2 ragazze seguono terapia psicofarmacologica. Il 72% ha avuto esperienze traumatiche di diversa natura. Le ragazze e le educatrici hanno compilato la “Child Behavior Checklist” (CBCL Youth Self Report e Parent Form, Achenbach, 2001). Le ragazze sono state sottoposte a intervista IAL (Intervista sull’Attaccamento nella Latenza) adattamento per gli adolescenti dell’Adult Attachment Interview (AAI) (Ammaniti et al, 1992). Analisi dei dati: Le medie dei punteggi totali e alle sottoscale CBCL Parent Form sono stati confrontati con i dati normativi per la popolazione italiana (Frigerio et al, 2004). I casi sono stati raggruppati secondo la siglatura ottenuta alla IAL. I gruppi così ottenuti sono stati confrontati in merito ai punteggi medi al test CBCL. Risultati: le classificazioni IAL sono così distribuite: sicura, F, nel 40% (n =6); insicura distanziante, Ds, nel 27% (n=4); insicura preoccupata, E, nel 33% (n =5) e irrisolta/disorganizzata, U, nel 7% (n =1). L’unico soggetto categorizzato irrisolto ha una duplice categorizzazione come distanziante (Ds3). I punteggi medi ottenuti dal campione al test CBCL sono risultati significativamente maggiori rispetto a quanto atteso per la popolazione adolescente femminile italiana, ad eccezione della Scala relativa ai disturbi somatici. Ciò è indicativo di una globale problematicità del campione in esame, considerabile pertanto clinico. I gruppi ottenuti secondo le siglature alla IAL, non mostrano differenze significative nei punteggi medi ottenuti alla CBCL. Conclusioni: i punteggi ottenuti alla scala CBCL, sono significativamente maggiori rispetto a quelli della popolazione di riferimento italiana. Questo rende il nostro campione equiparabile ad un campione clinico. Diversamente da quanto atteso, il profilo di attaccamenti ottenuti alla IAL si avvicina maggiormente alle prevalenze di attaccamenti sicuri/insicuri osservate in campioni normativi (Ammaniti et al., 1992), e si discosta da quelle osservate in campioni clinici (Wallis et. al, 2001); nel nostro studio è stata rilevata un’alta percentuale di attaccamenti sicuri, e una minor prevalenza di attaccamenti insicuri e disorganizzati. Si rileva pertanto una discrasia tra la significatività degli elementi psicopatologici e anamnestici rilevati e la prevalenza di IAL classificate sicure. Tale dato può essere dallo sviluppo di capacità metacognitive tali da garantire alla IAL una coerenza narrativa “sicura” in relazione agli stili di attaccamento, in grado di minimizzare l’inferenza su questa dei correlati emotivo-affettivi relativi alle relazioni coi caregiver. Alte capacità di Funzione riflessiva sono inoltre capaci di fornire un solido terreno per lo sviluppo di attaccamenti sicuri, anche in presenza di ambienti disfunzionali e a rischio.

Modelli di Attaccamento in Adolescenti a Rischio Psico-Sociale / A. Albizzati, C.R. Crugnola, M. Siviero, M. Walder, S. Boni, M. Saccani, E. Pinto, G. Gazzotti, C. Lenti. ((Intervento presentato al 24. convegno Congresso Nazionale S.I.N.P.I.A Società Italiana di Neuropshcitari Infanzia e dell' Adolescenza tenutosi a Pozzo Faceto di Fasano nel 2008.

Modelli di Attaccamento in Adolescenti a Rischio Psico-Sociale

C. Lenti
Ultimo
2008

Abstract

Stili di attaccamento disfunzionanti costruiti nei primi anni di vita sono fortemente predittivi di future problematiche emotivo-comportamentali. In adolescenza le variabili individuali, interpersonali e ambientali, sono in grado di favorire la costruzione di nuovi stili di attaccamento in discontinuità coi precedenti. Obiettivo dello studio è la valutazione di variabili di attaccamento in adolescenti a rischio psicopatologico. Metodi: il campione è costituito da 22 ragazze in comunità residenziale educativa. Età media=15.57±1.28, nazionalità prevalentemente italiana (68,18%). Tutte frequentano la scuola. Il 90,9% è in carico a servizi per la tutela e cura dei minori. 2 ragazze seguono terapia psicofarmacologica. Il 72% ha avuto esperienze traumatiche di diversa natura. Le ragazze e le educatrici hanno compilato la “Child Behavior Checklist” (CBCL Youth Self Report e Parent Form, Achenbach, 2001). Le ragazze sono state sottoposte a intervista IAL (Intervista sull’Attaccamento nella Latenza) adattamento per gli adolescenti dell’Adult Attachment Interview (AAI) (Ammaniti et al, 1992). Analisi dei dati: Le medie dei punteggi totali e alle sottoscale CBCL Parent Form sono stati confrontati con i dati normativi per la popolazione italiana (Frigerio et al, 2004). I casi sono stati raggruppati secondo la siglatura ottenuta alla IAL. I gruppi così ottenuti sono stati confrontati in merito ai punteggi medi al test CBCL. Risultati: le classificazioni IAL sono così distribuite: sicura, F, nel 40% (n =6); insicura distanziante, Ds, nel 27% (n=4); insicura preoccupata, E, nel 33% (n =5) e irrisolta/disorganizzata, U, nel 7% (n =1). L’unico soggetto categorizzato irrisolto ha una duplice categorizzazione come distanziante (Ds3). I punteggi medi ottenuti dal campione al test CBCL sono risultati significativamente maggiori rispetto a quanto atteso per la popolazione adolescente femminile italiana, ad eccezione della Scala relativa ai disturbi somatici. Ciò è indicativo di una globale problematicità del campione in esame, considerabile pertanto clinico. I gruppi ottenuti secondo le siglature alla IAL, non mostrano differenze significative nei punteggi medi ottenuti alla CBCL. Conclusioni: i punteggi ottenuti alla scala CBCL, sono significativamente maggiori rispetto a quelli della popolazione di riferimento italiana. Questo rende il nostro campione equiparabile ad un campione clinico. Diversamente da quanto atteso, il profilo di attaccamenti ottenuti alla IAL si avvicina maggiormente alle prevalenze di attaccamenti sicuri/insicuri osservate in campioni normativi (Ammaniti et al., 1992), e si discosta da quelle osservate in campioni clinici (Wallis et. al, 2001); nel nostro studio è stata rilevata un’alta percentuale di attaccamenti sicuri, e una minor prevalenza di attaccamenti insicuri e disorganizzati. Si rileva pertanto una discrasia tra la significatività degli elementi psicopatologici e anamnestici rilevati e la prevalenza di IAL classificate sicure. Tale dato può essere dallo sviluppo di capacità metacognitive tali da garantire alla IAL una coerenza narrativa “sicura” in relazione agli stili di attaccamento, in grado di minimizzare l’inferenza su questa dei correlati emotivo-affettivi relativi alle relazioni coi caregiver. Alte capacità di Funzione riflessiva sono inoltre capaci di fornire un solido terreno per lo sviluppo di attaccamenti sicuri, anche in presenza di ambienti disfunzionali e a rischio.
28-mag-2008
Settore MED/39 - Neuropsichiatria Infantile
Modelli di Attaccamento in Adolescenti a Rischio Psico-Sociale / A. Albizzati, C.R. Crugnola, M. Siviero, M. Walder, S. Boni, M. Saccani, E. Pinto, G. Gazzotti, C. Lenti. ((Intervento presentato al 24. convegno Congresso Nazionale S.I.N.P.I.A Società Italiana di Neuropshcitari Infanzia e dell' Adolescenza tenutosi a Pozzo Faceto di Fasano nel 2008.
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