Sulla base dei documenti dell'Archivio storico della Banca Popolare di Bergamo, questo contributo esamina le motivazioni e le vicende che portarono alla fondazione del sesto (per ordine di nascita) istituto di credito cooperativo italiano: dall'entusiamo dell'apostolo italiano del mutualismo creditizio, Luigi Luzzatti, alle esigenze degli operatori medio-piccoli del tessuto economico bergamasco, dalle istanze della locale Camera di Commercio all'opportunismo di alcuni banchieri privati e di alcuni esponenti della massoneria. L'analisi dell'attività dei primi 30 anni di vita ne mette in luce la politica di "severa prudenza", tesa soprattutto a rassicurare la fiducia cittadina e a fare dell'istituto un punto di riferimento assoluto del mercato creditizio provinciale, non solo limitato ai soci. Ben presto, nei fatti così come nella percezione della cittadinanza finì per fare premio più la dimensione ‘locale’ della banca che il suo carattere popolare, più il cliente che il socio. Anziché "smummificarsi" – come auspicava un giornale locale – da quel tanto quanto di immobilità che da sembrava averlo colpito, l’istituto di credito cooperativo bergamasco venne progressivamente assumendo, in reazione alla crisi del 1892-3, i tratti di una banca ‘patrimoniale’, contraddistinta da una notevole liquidità, da una percentuale crescente di depositi vincolati, da un cospicuo portafoglio di titoli pubblici e di obbligazioni di corpi morali, e da una bassa propensione per gli impieghi produttivi.

Una catena di reciproca convenienza a vantaggio del territorio : le origini della Banca Mutua Popolare di Bergamo, 1869-1899 / G. De Luca - In: Banca Popolare di Bergamo, 1869-2009 : con i piedi nel borgo e la testa nel mondo / E. Berbenni, T. Bianchi, G. De Luca, G. Frigeri, G. Piluso, M. Romani, M.A. Romani ; [a cura di] M.A. Romani. - Bergamo : Bolis : Banca Popolare di Bergamo, 2009. - ISBN 978-88-7827-179-1. - pp. 17-52

Una catena di reciproca convenienza a vantaggio del territorio : le origini della Banca Mutua Popolare di Bergamo, 1869-1899

G. De Luca
Primo
2009

Abstract

Sulla base dei documenti dell'Archivio storico della Banca Popolare di Bergamo, questo contributo esamina le motivazioni e le vicende che portarono alla fondazione del sesto (per ordine di nascita) istituto di credito cooperativo italiano: dall'entusiamo dell'apostolo italiano del mutualismo creditizio, Luigi Luzzatti, alle esigenze degli operatori medio-piccoli del tessuto economico bergamasco, dalle istanze della locale Camera di Commercio all'opportunismo di alcuni banchieri privati e di alcuni esponenti della massoneria. L'analisi dell'attività dei primi 30 anni di vita ne mette in luce la politica di "severa prudenza", tesa soprattutto a rassicurare la fiducia cittadina e a fare dell'istituto un punto di riferimento assoluto del mercato creditizio provinciale, non solo limitato ai soci. Ben presto, nei fatti così come nella percezione della cittadinanza finì per fare premio più la dimensione ‘locale’ della banca che il suo carattere popolare, più il cliente che il socio. Anziché "smummificarsi" – come auspicava un giornale locale – da quel tanto quanto di immobilità che da sembrava averlo colpito, l’istituto di credito cooperativo bergamasco venne progressivamente assumendo, in reazione alla crisi del 1892-3, i tratti di una banca ‘patrimoniale’, contraddistinta da una notevole liquidità, da una percentuale crescente di depositi vincolati, da un cospicuo portafoglio di titoli pubblici e di obbligazioni di corpi morali, e da una bassa propensione per gli impieghi produttivi.
Credito ; Banca popolare ; II metà Ottocento ; Bergamo
Settore SECS-P/12 - Storia Economica
2009
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