A partire dalla fine della guerra fredda, le misure non comportanti l’uso della forza sono diventate il normale strumento per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale (cap. I). Dalla guerra del Golfo ad oggi i presupposti, il contenuto e le modalità di applicazione delle misure ex art. 41 hanno conosciuto una serie di cambiamenti. Se, inizialmente, la misura dell’embargo generale sembrava lo strumento più idoneo ad indurre i governi recalcitranti a desistere dai comportamenti contrari alla pace e alla sicurezza internazionale, le gravi conseguenze umanitarie che ne sono derivate e che si sono ripercosse sulla popolazione civile hanno indotto ad una riflessione sulla sua moralità, sulla sua efficacia e, soprattutto, sulla sua legittimità. Le critiche che, in particolare attorno alla metà degli anni Novanta, hanno investito l’operato del Consiglio di sicurezza, hanno rappresentato un utile spunto d’interesse per il presente lavoro poiché, alla luce dei dati relativi all’impatto umanitario delle misure ex art. 41 sulla popolazione civile dello Stato sanzionato (cap. II), si è valutata l’eventuale rispondenza delle medesime agli impegni che sorgono in capo al Consiglio in forza della Carta, del diritto cogente e del diritto internazionale umanitario (cap. III). Infine, si è dato conto del dibattito intorno alle cosiddette smart sanctions, misure destinate a colpire i diretti responsabili dei comportamenti contrari alla Carta, senza coinvolgere le persone innocenti (cap. IV).

Le sanzioni economiche del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e la tutela dei diritti umani / P. Bonetalli ; G. Conetti, F. Pocar, M. Pedrazzi. ISTITUTO DI DIRITTO INTERNAZIONALE, 2006 Mar 05. 18. ciclo, Anno Accademico 2004/2005.

Le sanzioni economiche del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e la tutela dei diritti umani

P. Bonetalli
2006

Abstract

A partire dalla fine della guerra fredda, le misure non comportanti l’uso della forza sono diventate il normale strumento per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale (cap. I). Dalla guerra del Golfo ad oggi i presupposti, il contenuto e le modalità di applicazione delle misure ex art. 41 hanno conosciuto una serie di cambiamenti. Se, inizialmente, la misura dell’embargo generale sembrava lo strumento più idoneo ad indurre i governi recalcitranti a desistere dai comportamenti contrari alla pace e alla sicurezza internazionale, le gravi conseguenze umanitarie che ne sono derivate e che si sono ripercosse sulla popolazione civile hanno indotto ad una riflessione sulla sua moralità, sulla sua efficacia e, soprattutto, sulla sua legittimità. Le critiche che, in particolare attorno alla metà degli anni Novanta, hanno investito l’operato del Consiglio di sicurezza, hanno rappresentato un utile spunto d’interesse per il presente lavoro poiché, alla luce dei dati relativi all’impatto umanitario delle misure ex art. 41 sulla popolazione civile dello Stato sanzionato (cap. II), si è valutata l’eventuale rispondenza delle medesime agli impegni che sorgono in capo al Consiglio in forza della Carta, del diritto cogente e del diritto internazionale umanitario (cap. III). Infine, si è dato conto del dibattito intorno alle cosiddette smart sanctions, misure destinate a colpire i diretti responsabili dei comportamenti contrari alla Carta, senza coinvolgere le persone innocenti (cap. IV).
5-mar-2006
sanzioni economiche ; Consiglio di sicurezza ; diritti umani
Settore IUS/13 - Diritto Internazionale
POCAR, FAUSTO
PEDRAZZI, MARCO
CLERICI, ROBERTA
Doctoral Thesis
Le sanzioni economiche del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e la tutela dei diritti umani / P. Bonetalli ; G. Conetti, F. Pocar, M. Pedrazzi. ISTITUTO DI DIRITTO INTERNAZIONALE, 2006 Mar 05. 18. ciclo, Anno Accademico 2004/2005.
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