Il fenomeno della finanza a impatto sociale è emerso negli ultimi anni sia in risposta alla crisi dei tradizionali sistemi di welfare e alla progressiva diminuzione del finanziamento pubblico al Terzo Settore, sia in relazione alla crescente esigenza di innovazione sociale, che hanno condotto a un ripensamento delle forme di finanziamento dell’impresa sociale, anche nel contesto della recente riforma del Terzo Settore (L. 106/2016) e hanno aperto le porte all’ingresso della finanza nel mondo non profit, attraverso l’offerta di nuovi strumenti finanziari volti a far convogliare capitali privati verso l’imprenditoria sociale, al fine di creare impatti sociali positivi abbinati a rendimenti economici. Il dibattito sulla effettiva applicazione di questi strumenti si è finora incentrato sui metodi di valutazione e di misurazione dell’impatto sociale per la remunerazione del capitale investito, trascurando il ruolo delle motivazioni che spingono gli agenti coinvolti (investitori e imprenditori sociali) ad agire. Numerosi studi hanno evidenziato il ruolo delle motivazioni ideali (o intrinseche) di manager e lavoratori sociali, insieme a principi di governance condivisa e a vincoli sull’appropriazione del profitto, per spiegare l’efficienza delle organizzazioni del Terzo Settore nel creare un impatto sociale positivo (Sacconi e Faillo, 2005). Il presente lavoro intende investigare la relazione tra i nuovi strumenti di finanza a impatto sociale per il Terzo Settore, gli assetti di governance e le motivazioni di imprenditori, operatori sociali e donatori. In particolare, dopo una disamina dei principali strumenti per finanziare il Terzo Settore (credito tradizionale e mutualistico, crowdfunding, equity crowdfunding, crowdlending, social lending, titoli di solidarietà, green bond, social bond, social impact bond, mini bond), si intende esaminare l’interazione tra metodo di finanziamento, strutture di governance e di accountability, impatto sulle motivazioni degli stakeholder dell’impresa sociale. L’obiettivo è quello di effettuare una rassegna ragionata degli strumenti di finanza sociale esistenti che possa costituire la base di partenza per analisi qualitative mediante questionari agli operatori del settore al fine di stabilire l’ordine di priorità sugli strumenti più utilizzati o con maggiore potenziale, ovvero dove l’incontro tra la domanda e offerta di uno strumento finanziario per il Terzo Settore è più probabile e più frequente. Infine questa rassegna consentirà di fornire le basi teoriche ed empiriche necessarie a disegnare esperimenti di behavioral economics in laboratorio e sul campo in cui l’interazione tra l’impresa sociale, variamente definita, e i suoi finanziatori, anch’essi variamente definiti, interagiscono attraverso l’adozione di diversi strumenti di finanziamento, per osservare gli effetti da un lato sul comportamento degli stakeholder tradizionali dell’impresa sociale cioè i lavoratori e i donatori (sia di lavoro volontario che di mezzi finanziari), dall’altro sull’effettiva disposizione ad investire capitale di rischio da parte dei finanziatori.

L’impatto della finanza a impatto sociale: uno studio sulla relazione tra strumenti finanziari, forme di governance e motivazioni / M. Baggio, V.M. CECCHINI MANARA, L. Sacconi - In: XII Colloquio Scientifico sull'Impresa SocialeTrento : Iris Network, 2018. - ISBN 9788890983276. - pp. 1-24 (( Intervento presentato al 12. convegno Colloquio Scientifico sull'Impresa Sociale tenutosi a Trento nel 2018.

L’impatto della finanza a impatto sociale: uno studio sulla relazione tra strumenti finanziari, forme di governance e motivazioni

V.M. CECCHINI MANARA;L. Sacconi
2018

Abstract

Il fenomeno della finanza a impatto sociale è emerso negli ultimi anni sia in risposta alla crisi dei tradizionali sistemi di welfare e alla progressiva diminuzione del finanziamento pubblico al Terzo Settore, sia in relazione alla crescente esigenza di innovazione sociale, che hanno condotto a un ripensamento delle forme di finanziamento dell’impresa sociale, anche nel contesto della recente riforma del Terzo Settore (L. 106/2016) e hanno aperto le porte all’ingresso della finanza nel mondo non profit, attraverso l’offerta di nuovi strumenti finanziari volti a far convogliare capitali privati verso l’imprenditoria sociale, al fine di creare impatti sociali positivi abbinati a rendimenti economici. Il dibattito sulla effettiva applicazione di questi strumenti si è finora incentrato sui metodi di valutazione e di misurazione dell’impatto sociale per la remunerazione del capitale investito, trascurando il ruolo delle motivazioni che spingono gli agenti coinvolti (investitori e imprenditori sociali) ad agire. Numerosi studi hanno evidenziato il ruolo delle motivazioni ideali (o intrinseche) di manager e lavoratori sociali, insieme a principi di governance condivisa e a vincoli sull’appropriazione del profitto, per spiegare l’efficienza delle organizzazioni del Terzo Settore nel creare un impatto sociale positivo (Sacconi e Faillo, 2005). Il presente lavoro intende investigare la relazione tra i nuovi strumenti di finanza a impatto sociale per il Terzo Settore, gli assetti di governance e le motivazioni di imprenditori, operatori sociali e donatori. In particolare, dopo una disamina dei principali strumenti per finanziare il Terzo Settore (credito tradizionale e mutualistico, crowdfunding, equity crowdfunding, crowdlending, social lending, titoli di solidarietà, green bond, social bond, social impact bond, mini bond), si intende esaminare l’interazione tra metodo di finanziamento, strutture di governance e di accountability, impatto sulle motivazioni degli stakeholder dell’impresa sociale. L’obiettivo è quello di effettuare una rassegna ragionata degli strumenti di finanza sociale esistenti che possa costituire la base di partenza per analisi qualitative mediante questionari agli operatori del settore al fine di stabilire l’ordine di priorità sugli strumenti più utilizzati o con maggiore potenziale, ovvero dove l’incontro tra la domanda e offerta di uno strumento finanziario per il Terzo Settore è più probabile e più frequente. Infine questa rassegna consentirà di fornire le basi teoriche ed empiriche necessarie a disegnare esperimenti di behavioral economics in laboratorio e sul campo in cui l’interazione tra l’impresa sociale, variamente definita, e i suoi finanziatori, anch’essi variamente definiti, interagiscono attraverso l’adozione di diversi strumenti di finanziamento, per osservare gli effetti da un lato sul comportamento degli stakeholder tradizionali dell’impresa sociale cioè i lavoratori e i donatori (sia di lavoro volontario che di mezzi finanziari), dall’altro sull’effettiva disposizione ad investire capitale di rischio da parte dei finanziatori.
Settore SECS-P/02 - Politica Economica
2018
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