L'A., identificata la funzione fondamentale del sindacato quale l'intelligenza collettiva che consente ai lavoratori di valutare la qualità della controparte in relazione al progetto che propone, alle condizioni per realizzarlo e alla ripartizione dei frutti della "scommessa" comune, rileva come il sindacato italiano, nel rivestire a pieno tale ruolo, incontri due ostacoli istituzionali: il ricorrente dissenso tra i sindacati maggiori in un contesto in cui manca un criterio generale di selezione del possibile agente negoziale, le disposizioni che attribuiscono di fatto una inderogabilità erga omnes al complesso intero delle disposizioni contenute nel contratto collettivo nazionale. L'A., privilegiando nell'analisi questo secondo profilo, lo esplicita con riferimento alle opportunità che, in mancanza, potrebbero essere realizzate a livello di contrattazione aziendale, sul piano dell'innovazione organizzativa e quindi della produttività del lavoro, della redditività per chi lo esegue e quale fattore necessario per attrarre investimenti nel mercato globale dei capitali, a livello di contrattazione territoriale con particolare riferimento alla situazione del Mezzogiorno e del lavoro nero. L'A. sottolinea come un assetto quale quello prospettato presuppone, in caso di dissenso tra sindacati, un sistema di selezione della coalizione abilitata a negoziare in deroga al contratto nazionale e rileva, in conclusione, come la derogabilità del contratto collettivo nazionale consentirebbe, coerentemente, tuttavia, con il modello di pluralismo sindacale garantito dall'art. 39, comma 1, Cost., lo sviluppo di un sindacalismo ispirato a idee e modelli diversi da quelli tradizionali delle confederazioni maggiori le quali potrebbero però trovare in questo fenomeno un possibile fattore di rinnovamento.
Che cosa non funziona nella centralizzazione del nostro sistema della contrattazione collettiva / P. Ichino. - In: DIRITTO DELLE RELAZIONI INDUSTRIALI. - ISSN 1121-8762. - 16:4(2006), pp. 950-956.
Che cosa non funziona nella centralizzazione del nostro sistema della contrattazione collettiva
P. Ichino
2006
Abstract
L'A., identificata la funzione fondamentale del sindacato quale l'intelligenza collettiva che consente ai lavoratori di valutare la qualità della controparte in relazione al progetto che propone, alle condizioni per realizzarlo e alla ripartizione dei frutti della "scommessa" comune, rileva come il sindacato italiano, nel rivestire a pieno tale ruolo, incontri due ostacoli istituzionali: il ricorrente dissenso tra i sindacati maggiori in un contesto in cui manca un criterio generale di selezione del possibile agente negoziale, le disposizioni che attribuiscono di fatto una inderogabilità erga omnes al complesso intero delle disposizioni contenute nel contratto collettivo nazionale. L'A., privilegiando nell'analisi questo secondo profilo, lo esplicita con riferimento alle opportunità che, in mancanza, potrebbero essere realizzate a livello di contrattazione aziendale, sul piano dell'innovazione organizzativa e quindi della produttività del lavoro, della redditività per chi lo esegue e quale fattore necessario per attrarre investimenti nel mercato globale dei capitali, a livello di contrattazione territoriale con particolare riferimento alla situazione del Mezzogiorno e del lavoro nero. L'A. sottolinea come un assetto quale quello prospettato presuppone, in caso di dissenso tra sindacati, un sistema di selezione della coalizione abilitata a negoziare in deroga al contratto nazionale e rileva, in conclusione, come la derogabilità del contratto collettivo nazionale consentirebbe, coerentemente, tuttavia, con il modello di pluralismo sindacale garantito dall'art. 39, comma 1, Cost., lo sviluppo di un sindacalismo ispirato a idee e modelli diversi da quelli tradizionali delle confederazioni maggiori le quali potrebbero però trovare in questo fenomeno un possibile fattore di rinnovamento.File | Dimensione | Formato | |
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