Trattamento degli aneurismi delle FAV emodialitiche Berardinelli L., Beretta C, Pozzoli E. Fondazione Ospedale Maggiore Policlinico, MARE Milano U.O. Chirurgia Generale e dei Trapianti di Rene Scopo del lavoro L’aneurisma vero è una delle complicanze più rilevanti dell’arterializzazione del circolo venoso nelle fistole emodialitiche; nelle FAV con vasi propri, può essere peri anastomotico o localizzarsi nel tratto di vena arterializzata quando la zona di venipuntura non venga frequentemente modificata. L’aneurisma può localizzarsi anche sulle protesi con un’incidenza maggiore nelle FAV confezionate con protesi biologiche. Per l’eziologia si può invocare una intrinseca debolezza parietale come nelle protesi organiche, la frammentazione delle maglie delle protesi sintetiche, la perdita progressiva dell’elasticità parietale venosa conseguente alle venipunture o gli incrementi pressori nel lume della protesi come nell’ipertensione venosa. Per tutti i tipi di accesso emodialitico l’accuratezza del management è da considerare la miglior forma di prevenzione all’insorgenza di aneurismi. Un adeguato trattamento permette di mantenere efficiente l’accesso prolungandone la sopravvivenza. Il trattamento chirurgico degli aneurismi veri può variare in rapporto alle loro dimensioni, al numero e alla comparsa su vasi propri o su protesi. Materiali e metodi Della nostra esperienza pluriennale, sono stati presi in considerazione 2506 accessi emodialitici (1503 in vasi propri e 1003 con interposizione protesica) con un adeguato follow up. Abbiamo ricercato la comparsa di aneurisma in relazione al tipo di accesso, alla localizzazione anatomica e al momento di insorgenza. Viene descritto il trattamento attuato e calcolato l’incremento di sopravvivenza. Risultati Sono stati rilevati 127 aneurismi (5.1%). Di questi, 74 sono comparsi su fav in vasi propri e 53 su FAV in protesi. Con un’insorgenza in media a 97 mesi dopo il confezionamento per le prime e a 42,3 mesi per le FAV in protesi (p<0.00001). In 27 casi, l’aneurisma singolo è stato trattato con aneurismectomia e un’angioplastica in protesi. In 9 casi di aneurismi delle vene efferenti da FAV con vasi propri è stata eseguita l’aneurismectomia e un’anastomosi T-T dei monconi venosi. In 85 casi più favorevoli, in cui la parete protesica si presentava aneurismatica ma senza lesioni degenerative, abbiamo eseguito la recentazione a losanga della parete anteriore del segmento interessato e la sutura dell’arteriotomia a sopraggitto in modo da ottenersi un calibro interno simile al resto della protesi. Recentemente abbiamo messo a punto una tecnica che prevede l’utilizzazione delle suturatrici meccaniche a punti vascolari per eseguire contemporaneamente l’aneurismectomia e la ricostruzion e della continuità parietale. Conclusioni Il trattamento chirurgico degli aneurismi ha permesso di prolungare la funzione delle FAV emodialitiche, scongiurando le complicanze da rottura e da infezione, e di aumentare la sopravvivenza globale a 5 anni degli accessi che è passata nella nostra esperienza dal 24.3% al 78.7%.
Trattamento degli aneurismi delle FAV emodialitiche / L. Berardinelli, C. Beretta, E. Pozzoli. ((Intervento presentato al 2. convegno Congresso Nazionale del Gruppo di Studio degli Accessi Vascolari della Società Italiana di Nefrologia tenutosi a Roma nel 2008.
Trattamento degli aneurismi delle FAV emodialitiche
L. BerardinelliPrimo
;
2008
Abstract
Trattamento degli aneurismi delle FAV emodialitiche Berardinelli L., Beretta C, Pozzoli E. Fondazione Ospedale Maggiore Policlinico, MARE Milano U.O. Chirurgia Generale e dei Trapianti di Rene Scopo del lavoro L’aneurisma vero è una delle complicanze più rilevanti dell’arterializzazione del circolo venoso nelle fistole emodialitiche; nelle FAV con vasi propri, può essere peri anastomotico o localizzarsi nel tratto di vena arterializzata quando la zona di venipuntura non venga frequentemente modificata. L’aneurisma può localizzarsi anche sulle protesi con un’incidenza maggiore nelle FAV confezionate con protesi biologiche. Per l’eziologia si può invocare una intrinseca debolezza parietale come nelle protesi organiche, la frammentazione delle maglie delle protesi sintetiche, la perdita progressiva dell’elasticità parietale venosa conseguente alle venipunture o gli incrementi pressori nel lume della protesi come nell’ipertensione venosa. Per tutti i tipi di accesso emodialitico l’accuratezza del management è da considerare la miglior forma di prevenzione all’insorgenza di aneurismi. Un adeguato trattamento permette di mantenere efficiente l’accesso prolungandone la sopravvivenza. Il trattamento chirurgico degli aneurismi veri può variare in rapporto alle loro dimensioni, al numero e alla comparsa su vasi propri o su protesi. Materiali e metodi Della nostra esperienza pluriennale, sono stati presi in considerazione 2506 accessi emodialitici (1503 in vasi propri e 1003 con interposizione protesica) con un adeguato follow up. Abbiamo ricercato la comparsa di aneurisma in relazione al tipo di accesso, alla localizzazione anatomica e al momento di insorgenza. Viene descritto il trattamento attuato e calcolato l’incremento di sopravvivenza. Risultati Sono stati rilevati 127 aneurismi (5.1%). Di questi, 74 sono comparsi su fav in vasi propri e 53 su FAV in protesi. Con un’insorgenza in media a 97 mesi dopo il confezionamento per le prime e a 42,3 mesi per le FAV in protesi (p<0.00001). In 27 casi, l’aneurisma singolo è stato trattato con aneurismectomia e un’angioplastica in protesi. In 9 casi di aneurismi delle vene efferenti da FAV con vasi propri è stata eseguita l’aneurismectomia e un’anastomosi T-T dei monconi venosi. In 85 casi più favorevoli, in cui la parete protesica si presentava aneurismatica ma senza lesioni degenerative, abbiamo eseguito la recentazione a losanga della parete anteriore del segmento interessato e la sutura dell’arteriotomia a sopraggitto in modo da ottenersi un calibro interno simile al resto della protesi. Recentemente abbiamo messo a punto una tecnica che prevede l’utilizzazione delle suturatrici meccaniche a punti vascolari per eseguire contemporaneamente l’aneurismectomia e la ricostruzion e della continuità parietale. Conclusioni Il trattamento chirurgico degli aneurismi ha permesso di prolungare la funzione delle FAV emodialitiche, scongiurando le complicanze da rottura e da infezione, e di aumentare la sopravvivenza globale a 5 anni degli accessi che è passata nella nostra esperienza dal 24.3% al 78.7%.Pubblicazioni consigliate
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