In questo senso, l’atto storiografico e la definizione di un nuovo immaginario storico in Rivoluzione contribuiscono all’atto fondatore della nuova città rigenerata e che per questo assume una portata performativa nello spazio democratico: esso assume cioè una dimensione esplicitamente sociale. Proprio attorno a questo elemento si costruisce la continuità dei cinque saggi che compongono questo libro, il quale, se deve (classicamente) alla contingenza di un convegno l’occasione della sua realizzazione, è il risultato di una riflessione comune sul ruolo dello storico nella società e sulle pratiche culturali che definiscono la legittimità del suo mestiere e della disciplina. È un libro quindi sull’uso pubblico della storia, che iscrive la propria riflessione e il suo outillage di ricerca nella svolta «critica» o «riflessiva» che investe il campo storico da almeno tre decenni e che ha portato a una profonda rielaborazione dei presupposti e degli strumenti epistemologici della disciplina storica, confrontata nello stesso tempo alla sua delegittimazione in quanto strumento epistemologico dell’agire politico.
Nella breccia del tempo : scrittura e uso politico della storia in rivoluzione / L. Chavanette, D. Di Bartolomeo, P. Conte, O. Ritz ; [a cura di] F. Dendena. - Milano : Bruno Mondadori, 2017 Mar. - ISBN 9788867741342. (SCRITTI DI STORIA – HISTORICAL WRITINGS – ÉCRITS D’HISTOIRE)
Nella breccia del tempo : scrittura e uso politico della storia in rivoluzione
F. Dendena
Primo
2017
Abstract
In questo senso, l’atto storiografico e la definizione di un nuovo immaginario storico in Rivoluzione contribuiscono all’atto fondatore della nuova città rigenerata e che per questo assume una portata performativa nello spazio democratico: esso assume cioè una dimensione esplicitamente sociale. Proprio attorno a questo elemento si costruisce la continuità dei cinque saggi che compongono questo libro, il quale, se deve (classicamente) alla contingenza di un convegno l’occasione della sua realizzazione, è il risultato di una riflessione comune sul ruolo dello storico nella società e sulle pratiche culturali che definiscono la legittimità del suo mestiere e della disciplina. È un libro quindi sull’uso pubblico della storia, che iscrive la propria riflessione e il suo outillage di ricerca nella svolta «critica» o «riflessiva» che investe il campo storico da almeno tre decenni e che ha portato a una profonda rielaborazione dei presupposti e degli strumenti epistemologici della disciplina storica, confrontata nello stesso tempo alla sua delegittimazione in quanto strumento epistemologico dell’agire politico.Pubblicazioni consigliate
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