Vengono descritte le problematiche infettive e le complicanze delle ferite in ambito nosocomiale.L’organismo umano non è sterile. La sua superficie esterna, oltre ai canali ed alle cavità che comunicano con l’esterno, offre una varietà di nicchie ambientali che vengono colonizzate da popolazioni eterogenee di microrganismi relativamente stabili ma diverse, che costituiscono la sua flora normale. Il numero complessivo delle cellule microbiche è stimato pari ad almeno dieci volte il numero delle cellule umane, eppure questi microrganismi commensali generalmente non attraversano le barriere naturali se non in caso di immunocompressione o di lesioni nell’ospite. Normalmente l’ospite umano ed i microrganismi coesistono in un rapporto d’equilibrio. Anzi, la flora normale può essere vantaggiosa per l’ospite in quanto può proteggerlo dall’attacco da parte di organismi più aggressivi. In caso di lesioni in soggetti immuno-competenti, si attiva immediatamente una risposta infiammatoria acuta che porta al richiamo di proteine del sangue e di cellule fagocitiche il cui compito è di rimuovere i detriti dei tessuti ed i microrganismi. L’arrivo di tali componenti provoca lo sviluppo dei segni cardinali di Celso (arrossamento, aumento della temperatura locale, gonfiore e dolore). La coagulazione del sangue e la formazione di un coagulo di fibrina fanno sì che si formi immediatamente un tappo che blocca il movimento delle sostanze. L’ingresso di cellule microbiche nell’epidermide o nel derma offre un’opportunità di infezione, ma risposte immunitarie di rapida attivazione rendono tale possibilità limitata. Fino a tempi relativamente recenti, la pelle è stata vista semplicemente come una barriera passiva contro le infezioni, ma la presenza di sistemi di sorveglianza immunitaria, sia innati che acquisiti, nella pelle sta ad indicarne un ruolo più sofisticato nella protezione contro le infezioni. Nell’epidermide e nel derma si trovano delle cellule sentinella come i cheratinociti, le cellule del Langerhans, i mastociti, le cellule dendritiche ed i macrofagi, che sono dotati di recettori di superficie capaci di riconoscere gli antigeni associati in maniera caratteristica alle specie patogene. Il legame di una qualsiasi di queste molecole associate a patogeni con queste cellule sentinella, può provocare da parte di esse il rilascio di segnali d’allarme sia accumulati che inducibili come i peptidi antimicrobici, le proteine chemotattiche e le citochine. Tali prodotti, a loro volta, influenzano l’azione delle cellule locali oltre ad attirare altre cellule verso quel sito; esse possono anche essere utili per coordinare la risposta immunitaria adattabile basata sui linfociti T e B. I pazienti considerati a rischio di sviluppare una ferita infetta sono quelli nei quali le risposte immunitarie non avvengono in maniera ottimale2. L’età dei pazienti è considerata un elemento importante, con un rischio maggiore d’infezione per i neonati ed i soggetti anziani. Sia l’infezione, sia la guarigione di una ferita sono influenzate negativamente dal diabete mellito controllato insufficientemente, e da squilibri dietetici che provocano emaciamento o obesità; ciascuna di queste condizioni può incidere sul tasso delle infezioni. Anche lo stile di vita può incidere sull’immunocompetenza, in modo particolare lo stress, l’abuso di alcol e di droghe, il fumo e la mancanza di esercizio fisico o di sonno. I livelli di ossigeno nei tessuti influiscono sull’incidenza dell’infezione; un supplemento di ossigeno in corso d’intervento ed il riscaldamento del paziente prima di un intervento chirurgico possono ridurre l’incidenza delle infezioni post-operatorie. Le terapie che influiscono sull’immunocompetenza influiscono in misura significativa sull’incidenza delle infezioni; gli steroidi possono provocare molteplici effetti avversi e l’uso di agenti immunosoppressivi in soggetti sottoposti a trapianto aumentano la suscettibilità verso le infezioni e i ritardi nelle risposte infiammatorie.

Le ferite critiche in ambito ospedaliero / F. Pregliasco. ((Intervento presentato al convegno Sostituti dermici nella gestione del wound healing tenutosi a Milano nel 2018.

Le ferite critiche in ambito ospedaliero

F. Pregliasco
2018

Abstract

Vengono descritte le problematiche infettive e le complicanze delle ferite in ambito nosocomiale.L’organismo umano non è sterile. La sua superficie esterna, oltre ai canali ed alle cavità che comunicano con l’esterno, offre una varietà di nicchie ambientali che vengono colonizzate da popolazioni eterogenee di microrganismi relativamente stabili ma diverse, che costituiscono la sua flora normale. Il numero complessivo delle cellule microbiche è stimato pari ad almeno dieci volte il numero delle cellule umane, eppure questi microrganismi commensali generalmente non attraversano le barriere naturali se non in caso di immunocompressione o di lesioni nell’ospite. Normalmente l’ospite umano ed i microrganismi coesistono in un rapporto d’equilibrio. Anzi, la flora normale può essere vantaggiosa per l’ospite in quanto può proteggerlo dall’attacco da parte di organismi più aggressivi. In caso di lesioni in soggetti immuno-competenti, si attiva immediatamente una risposta infiammatoria acuta che porta al richiamo di proteine del sangue e di cellule fagocitiche il cui compito è di rimuovere i detriti dei tessuti ed i microrganismi. L’arrivo di tali componenti provoca lo sviluppo dei segni cardinali di Celso (arrossamento, aumento della temperatura locale, gonfiore e dolore). La coagulazione del sangue e la formazione di un coagulo di fibrina fanno sì che si formi immediatamente un tappo che blocca il movimento delle sostanze. L’ingresso di cellule microbiche nell’epidermide o nel derma offre un’opportunità di infezione, ma risposte immunitarie di rapida attivazione rendono tale possibilità limitata. Fino a tempi relativamente recenti, la pelle è stata vista semplicemente come una barriera passiva contro le infezioni, ma la presenza di sistemi di sorveglianza immunitaria, sia innati che acquisiti, nella pelle sta ad indicarne un ruolo più sofisticato nella protezione contro le infezioni. Nell’epidermide e nel derma si trovano delle cellule sentinella come i cheratinociti, le cellule del Langerhans, i mastociti, le cellule dendritiche ed i macrofagi, che sono dotati di recettori di superficie capaci di riconoscere gli antigeni associati in maniera caratteristica alle specie patogene. Il legame di una qualsiasi di queste molecole associate a patogeni con queste cellule sentinella, può provocare da parte di esse il rilascio di segnali d’allarme sia accumulati che inducibili come i peptidi antimicrobici, le proteine chemotattiche e le citochine. Tali prodotti, a loro volta, influenzano l’azione delle cellule locali oltre ad attirare altre cellule verso quel sito; esse possono anche essere utili per coordinare la risposta immunitaria adattabile basata sui linfociti T e B. I pazienti considerati a rischio di sviluppare una ferita infetta sono quelli nei quali le risposte immunitarie non avvengono in maniera ottimale2. L’età dei pazienti è considerata un elemento importante, con un rischio maggiore d’infezione per i neonati ed i soggetti anziani. Sia l’infezione, sia la guarigione di una ferita sono influenzate negativamente dal diabete mellito controllato insufficientemente, e da squilibri dietetici che provocano emaciamento o obesità; ciascuna di queste condizioni può incidere sul tasso delle infezioni. Anche lo stile di vita può incidere sull’immunocompetenza, in modo particolare lo stress, l’abuso di alcol e di droghe, il fumo e la mancanza di esercizio fisico o di sonno. I livelli di ossigeno nei tessuti influiscono sull’incidenza dell’infezione; un supplemento di ossigeno in corso d’intervento ed il riscaldamento del paziente prima di un intervento chirurgico possono ridurre l’incidenza delle infezioni post-operatorie. Le terapie che influiscono sull’immunocompetenza influiscono in misura significativa sull’incidenza delle infezioni; gli steroidi possono provocare molteplici effetti avversi e l’uso di agenti immunosoppressivi in soggetti sottoposti a trapianto aumentano la suscettibilità verso le infezioni e i ritardi nelle risposte infiammatorie.
15-giu-2018
ferite; infezioni; sostituto dermico
Settore MED/42 - Igiene Generale e Applicata
IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi Milano
Le ferite critiche in ambito ospedaliero / F. Pregliasco. ((Intervento presentato al convegno Sostituti dermici nella gestione del wound healing tenutosi a Milano nel 2018.
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