Obbiettivo di questo contributo è comprendere se e quanto gli indici personologici e identitari facilitatori del meccanismo di radicalizzazione trovino riscontro nelle decisioni emesse dalle Corti italiane chiamate a giudicare i casi di terrorismo islamico. Emerge dalla nostra analisi, come, nella realtà giurisprudenziale, tali indici siano filtrati attraverso il dato normativo ed i principi di materialità e offensività, e ciò comporti una fisiologica distanza tra i contenuti criminologici/sociologici e quelli più strettamente penalistici. Sono numerosi gli studi sociologici e criminologici che nel corso degli ultimi anni hanno cercato di definire e comprendere i meccanismi dei processi di “radicalizzazione” individuando, altresì, quei fattori di vulnerabilità individuale presenti in chi abbraccia l’ideologia terroristica. Obiettivo di questo contributo è comprendere se e quanto gli indici personologici e identitari facilitatori del meccanismo di radicalizzazione, come indicati nella letteratura, trovino riscontro nelle decisioni – di assoluzione o di condanna – emesse dalle Corti italiane chiamate a giudicare i casi di terrorismo islamico. Emerge dalla nostra analisi come, nella realtà giurisprudenziale, tali indici siano filtrati attraverso il dato normativo e i principi di materialità e offensività, e come ciò comporti una fisiologica distanza tra i contenuti criminologici/sociologici e quelli più strettamente penalistici.
I meccanismi di radicalizzazione: giudici e criminologi a confronto / G. Travaini, E. Regondi, S. Camisasca, P. Caruso, I. Merzagora. - In: RASSEGNA ITALIANA DI CRIMINOLOGIA. - ISSN 1121-1717. - 4(2017), pp. 297-303.
I meccanismi di radicalizzazione: giudici e criminologi a confronto
P. Caruso
Penultimo
Membro del Collaboration Group
;I. Merzagora
2017
Abstract
Obbiettivo di questo contributo è comprendere se e quanto gli indici personologici e identitari facilitatori del meccanismo di radicalizzazione trovino riscontro nelle decisioni emesse dalle Corti italiane chiamate a giudicare i casi di terrorismo islamico. Emerge dalla nostra analisi, come, nella realtà giurisprudenziale, tali indici siano filtrati attraverso il dato normativo ed i principi di materialità e offensività, e ciò comporti una fisiologica distanza tra i contenuti criminologici/sociologici e quelli più strettamente penalistici. Sono numerosi gli studi sociologici e criminologici che nel corso degli ultimi anni hanno cercato di definire e comprendere i meccanismi dei processi di “radicalizzazione” individuando, altresì, quei fattori di vulnerabilità individuale presenti in chi abbraccia l’ideologia terroristica. Obiettivo di questo contributo è comprendere se e quanto gli indici personologici e identitari facilitatori del meccanismo di radicalizzazione, come indicati nella letteratura, trovino riscontro nelle decisioni – di assoluzione o di condanna – emesse dalle Corti italiane chiamate a giudicare i casi di terrorismo islamico. Emerge dalla nostra analisi come, nella realtà giurisprudenziale, tali indici siano filtrati attraverso il dato normativo e i principi di materialità e offensività, e come ciò comporti una fisiologica distanza tra i contenuti criminologici/sociologici e quelli più strettamente penalistici.File | Dimensione | Formato | |
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