Irene, venerata a Lecce già dal XII sec. e divenutane patrona dopo la peste del 1466, deve il suo culto locale a fonti di età moserna. Per ricostruire la vicenda dell'importazione di questo culto in Italia si devono quindi seguire vie diverse dall'influenza bizantina nelle zone di sua giurisdizione. Tre sono le traduzioni dal greco venute alla luce dopo il censimento fatto dai Bollandisti nella BHL. La prima è tradita dal ms. Napoli, Bibl. Nazionale, ex. Vind. lat. 15 (a. 1174), ff. 203v e 179r-184r è una versione dovuta a Giovanni Amalfitano. La seconda in Padova, Bibl. Univ. 611 (prima metà del XIV sec.), ff. 306r-307r è una copia della Legenda aurea. La terza è quella presa in esame da questo articolo ed è tradita dai mss.: Milano (M), Bibl. Naz. Braidense, Gerli 26 (XIV sec.), ff. 326r-331v, Pisa (P), Archivio Capitolare C. 181 (XIV sec.), ff. 29v-33r e Firenze (F), BNCF, Conv. Soppr. J.II.37 (XII sec.), ff. 8r-25r. Di questa traduzione si ricostruiscono l'A. conduce un'analisi macro- e microtestuale, individuandone due redazioni, una «veneziana», testimoniata dal codice braidense, l'altra «toscana», testimoniata dal codice fiorentino e da quello pisano. L'A., anche grazie a due riscontri esterni, vale a dire con l'epitome fatta da Pietro Calò e con la parte volgare del dossier agiografico di Irene, propone una ricostruzione dell'albero stemmatico (p. 82) che vede scaturire dall'originale greco una prima versione latina, di cui è stata fatta una copia, recante varie corruttele, dalla quale parte una tradizione triplice con M, Pietro Calò e l'antigrafo dei mss. P e F. Nel complesso si può notare come ogni parte della tradizione agiografica relativa ad Irene non si limita a tradurre - dal greco al latino o dal latino al volgare -, con intenti conservativi, ma rielabora liberamente adattando al contesto storico e sociale il tessuto agiografico di partenza.

Una vita latina di santa Irene : versioni o redazioni plurime? / R. Guglielmetti. - In: HAGIOGRAPHICA. - ISSN 1124-1225. - 16:(2009), pp. 59-83.

Una vita latina di santa Irene : versioni o redazioni plurime?

R. Guglielmetti
2009

Abstract

Irene, venerata a Lecce già dal XII sec. e divenutane patrona dopo la peste del 1466, deve il suo culto locale a fonti di età moserna. Per ricostruire la vicenda dell'importazione di questo culto in Italia si devono quindi seguire vie diverse dall'influenza bizantina nelle zone di sua giurisdizione. Tre sono le traduzioni dal greco venute alla luce dopo il censimento fatto dai Bollandisti nella BHL. La prima è tradita dal ms. Napoli, Bibl. Nazionale, ex. Vind. lat. 15 (a. 1174), ff. 203v e 179r-184r è una versione dovuta a Giovanni Amalfitano. La seconda in Padova, Bibl. Univ. 611 (prima metà del XIV sec.), ff. 306r-307r è una copia della Legenda aurea. La terza è quella presa in esame da questo articolo ed è tradita dai mss.: Milano (M), Bibl. Naz. Braidense, Gerli 26 (XIV sec.), ff. 326r-331v, Pisa (P), Archivio Capitolare C. 181 (XIV sec.), ff. 29v-33r e Firenze (F), BNCF, Conv. Soppr. J.II.37 (XII sec.), ff. 8r-25r. Di questa traduzione si ricostruiscono l'A. conduce un'analisi macro- e microtestuale, individuandone due redazioni, una «veneziana», testimoniata dal codice braidense, l'altra «toscana», testimoniata dal codice fiorentino e da quello pisano. L'A., anche grazie a due riscontri esterni, vale a dire con l'epitome fatta da Pietro Calò e con la parte volgare del dossier agiografico di Irene, propone una ricostruzione dell'albero stemmatico (p. 82) che vede scaturire dall'originale greco una prima versione latina, di cui è stata fatta una copia, recante varie corruttele, dalla quale parte una tradizione triplice con M, Pietro Calò e l'antigrafo dei mss. P e F. Nel complesso si può notare come ogni parte della tradizione agiografica relativa ad Irene non si limita a tradurre - dal greco al latino o dal latino al volgare -, con intenti conservativi, ma rielabora liberamente adattando al contesto storico e sociale il tessuto agiografico di partenza.
Settore L-FIL-LET/08 - Letteratura Latina Medievale e Umanistica
2009
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