Oggetto del presente saggio è la riconduzione ad uno schema unitario di previdenza nell’ordinamento previdenziale italiano, segnatamente da definire di «previdenza contrattuale», di forme decentrate ed autogestite di tutela, finalizzate tanto al sostegno del reddito e dell’occupazione nei settori esclusi dall’ambito di applicazione degli ammortizzatori sociali pubblici quanto all’erogazione di trattamenti pensionistici complementari del sistema obbligatorio e alla somministrazione di prestazioni sanitarie superiori, ai livelli minimi (ed uniformi), a quelle garantite dal Servizio Sanitario Nazionale. Una forma nuova di protezione sociale che, trovandosi nel mezzo di un crocevia funzionale, ponendosi da un lato, come strumento e, dall’altro, come fine di tutela, si presenterebbe in grado di non replicare i percorsi di quelle tradizionali che hanno rivelato (o stanno) rivelando la loro insostenibilità. Uno schema che tiene conto della complessa fenomenologia del welfare aziendale (e territoriale), il cui profilo giuridico si presenta «disorganico e a-sistematico», essendo riconducibile a eterogenei ambiti normativi, spaziando dal diritto corrispettivo (forma indiretta di retribuzione) al diritto non corrispettivo (ad esempio, il diritto al telelavoro), dalle politiche retributive propriamente dette alle politiche del lavoro (work-life balance, politiche familiy-friendly, ecc.).
La «previdenza contrattuale» nell’ordinamento previdenziale italiano / M. Squeglia - In: Seguridade Social e Meio Ambiente do Trabalho: Direitos Humanos nas Relações Sociais. 1. 1 / [a cura di] C. Jannotti da Rocha, L. Vasconcelos Porto, M.F. Borsio, R. Simão de Melo. - Prima edizione. - Belo Horizonte : Editora RTM, 2017. - ISBN 9788594710482. - pp. 111-136
La «previdenza contrattuale» nell’ordinamento previdenziale italiano
M. Squeglia
2017
Abstract
Oggetto del presente saggio è la riconduzione ad uno schema unitario di previdenza nell’ordinamento previdenziale italiano, segnatamente da definire di «previdenza contrattuale», di forme decentrate ed autogestite di tutela, finalizzate tanto al sostegno del reddito e dell’occupazione nei settori esclusi dall’ambito di applicazione degli ammortizzatori sociali pubblici quanto all’erogazione di trattamenti pensionistici complementari del sistema obbligatorio e alla somministrazione di prestazioni sanitarie superiori, ai livelli minimi (ed uniformi), a quelle garantite dal Servizio Sanitario Nazionale. Una forma nuova di protezione sociale che, trovandosi nel mezzo di un crocevia funzionale, ponendosi da un lato, come strumento e, dall’altro, come fine di tutela, si presenterebbe in grado di non replicare i percorsi di quelle tradizionali che hanno rivelato (o stanno) rivelando la loro insostenibilità. Uno schema che tiene conto della complessa fenomenologia del welfare aziendale (e territoriale), il cui profilo giuridico si presenta «disorganico e a-sistematico», essendo riconducibile a eterogenei ambiti normativi, spaziando dal diritto corrispettivo (forma indiretta di retribuzione) al diritto non corrispettivo (ad esempio, il diritto al telelavoro), dalle politiche retributive propriamente dette alle politiche del lavoro (work-life balance, politiche familiy-friendly, ecc.).File | Dimensione | Formato | |
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