Le ceneri di l(ari)s ane erano contenute in un vaso di forma troncoconica con le pareti rastremate verso l’alto. Il cinerario, privo di contesto è conservato nelle Civiche Raccolte Archeologiche e Numismatiche di Mlano. Trova numerosi confronti a Chiusi dove costituisce una novità tarda: se da un lato la forma non sembra avere precisi precedenti, dall’altro la decorazione può averne solo vaghi e non direttamente confrontabili, soprattutto per il rapporto che si stabilisce con la tettonica del vaso. Lo studio dei confronti, condotto in parallelo da un lato sulla forma a campana e dall’altro sulla decorazione policroma su fondo bianco, a ghirlande e bende, consente tuttavia di individuare ascendenti compositi, oltre che nella grande pittura parietale, anche nel repertorio ceramico di ambito magno greco (ceramica figurata apula, ceramiche dello stile di Gnathia) e di ambito egeo (ceramiche West Slope, hydrie di Hadra). Le analisi chimiche condotte sulla tecnica pittorica del cinerario in esame, coordinate da Silvia Bruni, danno corpo alla tesi di un’operazione successiva alla cottura, confermando così l’accostamento usuale in letteratura con la tecnica di decorazione delle pareti delle tombe, che venivano intonacate per essere dipinte a fresco. Sulla base delle considerazioni avanzate sugli ascendenti sia formali sia stilistici che conducono nella medesima direzione la tesi avanzata è che nell’insieme il vaso alluda alla sfera semantica del passaggio alla condizione ultraterrena percepibile nelle tombe tarquiniesi dipinte. Lo studio degli ascendenti di forma e decorazione del cinerario può infatti procedere da un dato sicuro, al fine di comprendere a quali tradizioni si ispirasse l’oggetto e in che modo esse fossero accolte nella tradizione locale della città di Chiusi.
Un ossuario fittile a campana del Museo Archeologico di Milano (con Appendice di S. Bruni) / G. BAGNASCO GIANNI, S. Bruni - In: Etruria e Italia preromana : Studi in onore di Giovannangelo Camporeale (studia erudita 4) / [a cura di] S. Bruni. - Firenze : Fabrizio Serra, 2009. - ISBN 978-88-62271400. - pp. 45-56
Un ossuario fittile a campana del Museo Archeologico di Milano (con Appendice di S. Bruni)
G. BAGNASCO GIANNIPrimo
;S. BruniUltimo
2009
Abstract
Le ceneri di l(ari)s ane erano contenute in un vaso di forma troncoconica con le pareti rastremate verso l’alto. Il cinerario, privo di contesto è conservato nelle Civiche Raccolte Archeologiche e Numismatiche di Mlano. Trova numerosi confronti a Chiusi dove costituisce una novità tarda: se da un lato la forma non sembra avere precisi precedenti, dall’altro la decorazione può averne solo vaghi e non direttamente confrontabili, soprattutto per il rapporto che si stabilisce con la tettonica del vaso. Lo studio dei confronti, condotto in parallelo da un lato sulla forma a campana e dall’altro sulla decorazione policroma su fondo bianco, a ghirlande e bende, consente tuttavia di individuare ascendenti compositi, oltre che nella grande pittura parietale, anche nel repertorio ceramico di ambito magno greco (ceramica figurata apula, ceramiche dello stile di Gnathia) e di ambito egeo (ceramiche West Slope, hydrie di Hadra). Le analisi chimiche condotte sulla tecnica pittorica del cinerario in esame, coordinate da Silvia Bruni, danno corpo alla tesi di un’operazione successiva alla cottura, confermando così l’accostamento usuale in letteratura con la tecnica di decorazione delle pareti delle tombe, che venivano intonacate per essere dipinte a fresco. Sulla base delle considerazioni avanzate sugli ascendenti sia formali sia stilistici che conducono nella medesima direzione la tesi avanzata è che nell’insieme il vaso alluda alla sfera semantica del passaggio alla condizione ultraterrena percepibile nelle tombe tarquiniesi dipinte. Lo studio degli ascendenti di forma e decorazione del cinerario può infatti procedere da un dato sicuro, al fine di comprendere a quali tradizioni si ispirasse l’oggetto e in che modo esse fossero accolte nella tradizione locale della città di Chiusi.Pubblicazioni consigliate
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