Gli anni Quaranta dell’Ottocento – con l’istituzione di una diocesi protestante, anglo-luterana a Gerusalemme e la successiva rifondazione del Patriarcato latino – videro l’inizio di un’accesa concorrenzialità tra le iniziative protestanti e quelle cattoliche in Terra Santa. Si trattò di un confronto che durò per oltre un secolo, giungendo quantomeno fino alla fine del mandato britannico in Palestina (1948), allorché la nascita dello Stato d’Israele e la nakba araba imposero alle istituzioni cristiane di rivedere metodi e significati della propria presenza nella regione. Questo paper intende analizzare in che modo si sviluppò il confronto tra cattolici e protestanti nell’arco cronologico evidenziato, concentrando la propria attenzione sugli aspetti culturali. La rivalità tra cattolici e protestanti in Terra Santa assunse infatti significati diversi, intersecandosi con le rivalità politiche tra le potenze europee, che cercavano di accreditarsi nel Levante presentandosi come tutrici delle comunità cristiane locali e delle varie missioni. È indubbio, però, che accanto a questi aspetti politici e alla diretta concorrenza tra le varie istituzioni ecclesiastiche in loco e tra le loro iniziative missionarie, il confronto tra cattolici e protestanti si giocò anche su un piano culturale e di costruzione d’immaginari, tra due diverse “idee” di Terra Santa. A questo proposito, tre sembrano gli ambiti più significativi da analizzare: 1) Le profonde differenze che distinsero i pellegrinaggi cattolici, concentrati soprattutto sui tradizionali luoghi santi evangelici, da quelli protestanti, più interessati alla Terra Santa come insieme e molto attratti dalle vestigia legate all’Antico Testamento. 2) Queste diverse impostazioni, frutto delle rispettive tradizioni teologiche e del biblicismo protestante, ebbero importanti conseguenze anche rispetto alle campagne archeologiche condotte nella regione tra Otto e Novecento. Gli archeologi cattolici, e in particolare quelli legati alla Custodia di Terra Santa, concentrarono le proprie ricerche sulle aree attigue santuari, cercando di suffragare con la moderna ricerca la veridicità del racconto tradizionale e di valorizzare i siti posseduti dai francescani. Ne conseguì, tra l’altro, un’intensa opera di monumentalizzazione, che fu particolarmente serrata nella prima metà del XX secolo, portando a profondi cambiamenti nel “paesaggio sacro” stesso della Terra Santa. Da parte protestante grande attenzione venne, invece, attribuita agli scavi legati alle vicende veterotestamentarie, sia per le motivazioni culturali richiamate in precedenza, sia perché i più celebri luoghi evangelici erano da tempo appannaggio delle chiese cattolica, ortodossa e armena e ogni tentativo protestante di inserirvisi venne frustrato. 3) Un ultimo aspetto del paper sarà rappresentato dal confronto tra le principali istituzioni culturali cattoliche ed evangeliche, istituite a Gerusalemme nel periodo preso in analisi e, in particolare, a cavallo tra i due secoli. Anche in questo caso una particolare attenzione verrà dedicata alle realtà legate alla dimensione della ricerca archeologica e della valorizzazione e monumentalizzazione del “paesaggio sacro”.

Cattolici e protestanti in Terra Santa : aspetti culturali di una rivalità secolare / P. Zanini. ((Intervento presentato al convegno In partibus fidelium : missions du Levant et connaissance de l’Orient chrétien (XIXe-XXIe siècles) tenutosi a Roma nel 2017.

Cattolici e protestanti in Terra Santa : aspetti culturali di una rivalità secolare

P. Zanini
2017

Abstract

Gli anni Quaranta dell’Ottocento – con l’istituzione di una diocesi protestante, anglo-luterana a Gerusalemme e la successiva rifondazione del Patriarcato latino – videro l’inizio di un’accesa concorrenzialità tra le iniziative protestanti e quelle cattoliche in Terra Santa. Si trattò di un confronto che durò per oltre un secolo, giungendo quantomeno fino alla fine del mandato britannico in Palestina (1948), allorché la nascita dello Stato d’Israele e la nakba araba imposero alle istituzioni cristiane di rivedere metodi e significati della propria presenza nella regione. Questo paper intende analizzare in che modo si sviluppò il confronto tra cattolici e protestanti nell’arco cronologico evidenziato, concentrando la propria attenzione sugli aspetti culturali. La rivalità tra cattolici e protestanti in Terra Santa assunse infatti significati diversi, intersecandosi con le rivalità politiche tra le potenze europee, che cercavano di accreditarsi nel Levante presentandosi come tutrici delle comunità cristiane locali e delle varie missioni. È indubbio, però, che accanto a questi aspetti politici e alla diretta concorrenza tra le varie istituzioni ecclesiastiche in loco e tra le loro iniziative missionarie, il confronto tra cattolici e protestanti si giocò anche su un piano culturale e di costruzione d’immaginari, tra due diverse “idee” di Terra Santa. A questo proposito, tre sembrano gli ambiti più significativi da analizzare: 1) Le profonde differenze che distinsero i pellegrinaggi cattolici, concentrati soprattutto sui tradizionali luoghi santi evangelici, da quelli protestanti, più interessati alla Terra Santa come insieme e molto attratti dalle vestigia legate all’Antico Testamento. 2) Queste diverse impostazioni, frutto delle rispettive tradizioni teologiche e del biblicismo protestante, ebbero importanti conseguenze anche rispetto alle campagne archeologiche condotte nella regione tra Otto e Novecento. Gli archeologi cattolici, e in particolare quelli legati alla Custodia di Terra Santa, concentrarono le proprie ricerche sulle aree attigue santuari, cercando di suffragare con la moderna ricerca la veridicità del racconto tradizionale e di valorizzare i siti posseduti dai francescani. Ne conseguì, tra l’altro, un’intensa opera di monumentalizzazione, che fu particolarmente serrata nella prima metà del XX secolo, portando a profondi cambiamenti nel “paesaggio sacro” stesso della Terra Santa. Da parte protestante grande attenzione venne, invece, attribuita agli scavi legati alle vicende veterotestamentarie, sia per le motivazioni culturali richiamate in precedenza, sia perché i più celebri luoghi evangelici erano da tempo appannaggio delle chiese cattolica, ortodossa e armena e ogni tentativo protestante di inserirvisi venne frustrato. 3) Un ultimo aspetto del paper sarà rappresentato dal confronto tra le principali istituzioni culturali cattoliche ed evangeliche, istituite a Gerusalemme nel periodo preso in analisi e, in particolare, a cavallo tra i due secoli. Anche in questo caso una particolare attenzione verrà dedicata alle realtà legate alla dimensione della ricerca archeologica e della valorizzazione e monumentalizzazione del “paesaggio sacro”.
28-nov-2017
Luoghi Santi; Proselitismo protestante; Patriarcato latino
Settore M-STO/04 - Storia Contemporanea
École française de Rome
http://www.efrome.it/la-recherche/agenda-et-manifestations/actualite/in-partibus-fidelium-missions-du-levant-et-connaissance-de-lorient-chretien-xixe-xxie-siecl.html
Cattolici e protestanti in Terra Santa : aspetti culturali di una rivalità secolare / P. Zanini. ((Intervento presentato al convegno In partibus fidelium : missions du Levant et connaissance de l’Orient chrétien (XIXe-XXIe siècles) tenutosi a Roma nel 2017.
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