Although Vincenzo Consolo himself defined his literature “palympsestic”, inducing some suspicion of formalism, he is always a profoundly ethical writer, moving from the perception of the radical gap between words and reality, which literature would also like to change. The Retablo novel raises the tension between acute pessimism and a never-ending ability to enjoy life and reaffirm the reasons for vitality. Comprehensive and compact work, Retablo poses, just from the title, the problem of the relationship between representation and reality, and between word and image: not by chance one of the protagonists, the main narrator, is called Fabrizio Clerici, as the painter author of the illustrations. In addition, the plurality of novel narrators poses different perspectives and there-fore different perceptions of reality. In other respects, Retablo constantly evokes the dramatic am-bivalence of life and history, contrasting idyllic situations with violence and horror. Writing and art are only possible coming out of life: but they only make sense if they keep sending us back to life.

Anche se lo stesso Vincenzo Consolo ha definito la propria letteratura “palinsestica”, inducendo qualche sospetto di formalismo, egli è sempre uno scrittore profondamente etico, che muove dalla percezione dello scarto radicale fra le parole e la realtà, che pure la letteratura vorrebbe cambiare. Il romanzo Retablo porta all’estremo la tensione fra un acuto pessimismo e una mai perduta capacità di gustare la vita e di riaffermare le ragioni della vitalità. Opera coerente e compatta, Retablo pone, fin dal titolo, il problema del rapporto fra rappresentazione e realtà, e fra parola e immagine: non a caso uno dei protagonisti, il narratore principale, si chiama Fabrizio Clerici, come il pittore autore delle illustrazioni. Inoltre, la pluralità dei narratori del romanzo mette in scena diversi punti di vista e dunque diverse percezioni della realtà. Per altri versi, Retablo evoca continuamente la drammatica ambivalenza della vita e della Storia, contrapponendo situazioni idilliache a violenze e orrori. La scrittura e l’arte sono possibili solo quando ci si distacca dalla vita: ma hanno senso solo se continuano a rimandare alla vita.

La letteratura come nostalgia della vita : Retablo di Vincenzo Consolo / G. Turchetta (LINGUE CULTURE MEDIAZIONI). - In: Sguardi sull’Asia e altri scritti in onore di Alessandra Lavagnino / [a cura di] C. Bulfoni, E. Lupano, B. Mottura. - Prima edizione. - Milano : LED, 2017. - ISBN 9788879168267. - pp. 347-358 [10.7359/826-2017-turc]

La letteratura come nostalgia della vita : Retablo di Vincenzo Consolo

G. Turchetta
2017

Abstract

Although Vincenzo Consolo himself defined his literature “palympsestic”, inducing some suspicion of formalism, he is always a profoundly ethical writer, moving from the perception of the radical gap between words and reality, which literature would also like to change. The Retablo novel raises the tension between acute pessimism and a never-ending ability to enjoy life and reaffirm the reasons for vitality. Comprehensive and compact work, Retablo poses, just from the title, the problem of the relationship between representation and reality, and between word and image: not by chance one of the protagonists, the main narrator, is called Fabrizio Clerici, as the painter author of the illustrations. In addition, the plurality of novel narrators poses different perspectives and there-fore different perceptions of reality. In other respects, Retablo constantly evokes the dramatic am-bivalence of life and history, contrasting idyllic situations with violence and horror. Writing and art are only possible coming out of life: but they only make sense if they keep sending us back to life.
Anche se lo stesso Vincenzo Consolo ha definito la propria letteratura “palinsestica”, inducendo qualche sospetto di formalismo, egli è sempre uno scrittore profondamente etico, che muove dalla percezione dello scarto radicale fra le parole e la realtà, che pure la letteratura vorrebbe cambiare. Il romanzo Retablo porta all’estremo la tensione fra un acuto pessimismo e una mai perduta capacità di gustare la vita e di riaffermare le ragioni della vitalità. Opera coerente e compatta, Retablo pone, fin dal titolo, il problema del rapporto fra rappresentazione e realtà, e fra parola e immagine: non a caso uno dei protagonisti, il narratore principale, si chiama Fabrizio Clerici, come il pittore autore delle illustrazioni. Inoltre, la pluralità dei narratori del romanzo mette in scena diversi punti di vista e dunque diverse percezioni della realtà. Per altri versi, Retablo evoca continuamente la drammatica ambivalenza della vita e della Storia, contrapponendo situazioni idilliache a violenze e orrori. La scrittura e l’arte sono possibili solo quando ci si distacca dalla vita: ma hanno senso solo se continuano a rimandare alla vita.
Vincenzo Consolo; Retablo; romanzo; rappresentazione; realtà; storia; Fabrizio Clerici; narratore; pittore
Settore L-FIL-LET/11 - Letteratura Italiana Contemporanea
Settore L-FIL-LET/10 - Letteratura Italiana
Settore L-FIL-LET/14 - Critica Letteraria e Letterature Comparate
2017
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