This study aims to investigate disc brooches brought to light in Italy (VIth-VIIIth) from an archaeological and historical artistic point of view. The will of this research must be identified in the need to fill a gap in the studies related to this specific document of material culture. To date disc brooches were investigated summarily and with the sole purpose of highlighting the reception of a costume related to the romanitas by a so-called "barbaric" population. The first step of this study has been the drafting of the Catalogo delle fibule a disco di età longobarda (secoli VI-VIII) portate alla luce sul territorio italiano. This document supports and completes the thesis work: it consists of the recording of all the disk brooches which meet the above parameters. Such artifacts have been combined for the first time and, moreover, I tried to provide their overall image (front and back plate) that was in almost all the cases unpublished. The deep analysis of the above mentioned Catalogo has allowed to identify two kind of artifacts, on whose distinct functions was founded the whole writing. The first type consists of the jewels attributable to the category of élite disc brooches (six in total): these, in the early medieval period, belonged to male individuals and were symbols of power. On the contrary, the second type of disc brooches belonged to female individuals: although made of valuable materials, they served as accessories to close the cloak according to a Mediterranean tradition. The analysis of the limited diffusion of such precious jewels in the Lombard context required that we confronted in principle with the creation of the prototype of this kind of artefact during the Late Roman Empire and in the Early Byzantine age. Then we have investigated the double function - symbolic and aesthetic - which would seem to have immediately characterized these precious artifacts, paying particular attention to the symbolic and cosmological significance highlighted by some documents referable to the artistic production of Roman Syria (funerary reliefs, tesserae). What emerged from the first part of this research constituted the basis on which to base the second part of the research, certainly the most relevant and original because it is completely focused on the exam of the Lombard objects. The dual type of disc brooches has inevitably required to model the research on two lines: the focus was therefore on the élite artifacts first and then move on the most common objects. In the first case it was highlighted that almost all the élite disc brooches have a provenance from the Langobardia Minor and, consequently, from a cultural milieu strongly influenced by Byzantine Italy. The duchy of Benevento indeed tried always to achieve a kind of autonomy from the northern part of the Regnum. The historical artistic analysis has also allowed to reach new conclusions both with respect to the spatial coordinates of the production (e.g. brooch from Capua) and with regard to the dating of most of them (e.g. the so-called Castellani brooch). About the most common artifacts, in addition to having resized what even in the most recent debates had been defined the "phenomenon of disc brooches", the merit of this work was the identification of the precious jewels that can be traced back to the Lombard artistic culture and of those that, instead, attest a moment of transition and are therefore ascribable to the Merovingian aesthetic sensibility and expressive language.

Il presente lavoro individua quale ambito della ricerca lo studio archeologico e al tempo stesso storico artistico delle fibule a disco portate alla luce in età longobarda (fine VI-VIII secolo) nei territori della Penisola italiana. La volontà di tale approfondimento è nata dall'esigenza di colmare un vuoto degli studi relativo a questo specifico documento di cultura materiale che, ad oggi, era stato indagato sommariamente e con il solo fine di evidenziare la ricezione di un costume della romanitas da parte di una popolazione cosiddetta "barbarica". La terminologia con la quale si è voluto indicare tale fenomeno ha preso però le distanze dall'espressione tanto superficiale quanto generica di "acculturazione", preferendo un'indagine che individuasse in tale manifestazione un processo di "assimilazione". Il primo momento di questo studio è da individuare nella redazione del Catalogo delle fibule a disco di età longobarda (secoli VI-VIII) portate alla luce sul territorio italiano. Il testo, che supporta e completa la narrazione principale, è costituito dalla schedatura di tutte le fibule a disco che rispondono ai parametri sopraindicati; tali manufatti sono stati accostati per la prima volta e, inoltre, si è cercato di fornire la loro immagine complessiva (placca anteriore e placca posteriore), nella quasi totalità dei casi inedita. L'esame approfondito del catalogo ha consentito di individuare due tipologie di manufatti, sulle cui funzioni distinte si è fondata l'intera scrittura: la prima è costituita dai monili ascrivibili alla categoria delle fibule a disco di carattere elitario (sei in tutto) che in antico, con ogni probabilità, appartenevano a individui maschili e avevano la funzione di simboli di potere; la seconda tipologia si compone invece di manufatti portati alla luce in sepolture femminili o emersi in rinvenimenti sporadici. Questi ultimi, benché spesso realizzati in materiali di pregio, erano oggetti comuni utilizzati quali accessori di chiusura del mantello femminile secondo una consuetudine mediterranea. L'analisi della seppur limitata diffusione di tali monili di pregio in ambito longobardo ha richiesto tuttavia che ci si confrontasse in principio con la creazione del prototipo di tale manufatto durante il Basso Impero e nella prima età bizantina attraverso lo studio analitico degli esemplari giunti sino a noi; che si indagasse la duplice funzione – simbolica ed estetica – che sembrerebbe aver connotato, da subito, tali preziosi manufatti, prestando una particolare attenzione al portato simbolico e cosmologico evidenziato da alcuni documenti riconducibili alla produzione artistica della Siria romana (stele funerarie, tesserae); e, infine, che si avessero chiari alcuni fenomeni di interazione culturale tra il mondo germanico e quello proto-bizantino. Quanto emerso dalla prima parte dell'indagine ha costituito la base su cui fondare la seconda parte della ricerca, certamente la più rilevante e originale perché completamente focalizzata sullo studio dei manufatti di ambito longobardo. La duplice tipologia di fibule a disco ha inevitabilmente richiesto di modellare la ricerca su due linee: l'attenzione si è quindi rivolta anzitutto sui manufatti di carattere elitario per poi spostarsi sugli oggetti più comuni. Nel primo caso si è messo in luce come la quasi totalità delle fibule elitarie vanti una provenienza dalla Langobardia Minor e, di conseguenza, da un milieu culturale fortemente influenzato dall'Italia bizantina tanto da aver sempre ricercato una sorta di autonomia rispetto alla parte settentrionale del Regnum. L'analisi del Ducato di Benevento ha quindi permesso non solo di evidenziare alcune "consonanze bizantine" bensì anche di leggere l'attestazione di tali manufatti come attributi di potere in un'ottica autonomista rispetto alla Langobardia Maior nonché quali indizi di dialogo nei confronti dell'Italia bizantina e del suo sovrano. L'analisi storico artistica ha inoltre consentito di giungere a nuove conclusioni sia rispetto alle coordinate spaziali della produzione (es. fibula da Capua) sia per quanto riguarda le datazioni (es. fibula cosiddetta Castellani). A proposito dei manufatti più comuni, oltre ad aver ridimensionato quello che anche nei più recenti dibattiti era stato definito il "fenomeno delle fibule a disco", merito di questo lavoro è stata l'identificazione dei preziosi monili che possono essere riconducibili alla cultura artistica longobarda e di quelli che, invece, attestano un momento di passaggio e sono quindi ascrivibili alla sensibilità estetica e al linguaggio espressivo merovingio.

SCAMBI CULTURALI E INTERAZIONI CON L'ORIENTE MEDITERRANEO NELLA PRODUZIONE ARTISTICA DI LUSSO LONGOBARDA IN ITALIA (SECOLI VI-VIII): IL CASO DELLE FIBULE A DISCO / V. De Pasca ; tutor: M. Della Valle ; coordinatore: A. Cadioli. DIPARTIMENTO DI BENI CULTURALI E AMBIENTALI, 2018 Jan 29. 30. ciclo, Anno Accademico 2017. [10.13130/v-de-pasca_phd2018-01-29].

SCAMBI CULTURALI E INTERAZIONI CON L'ORIENTE MEDITERRANEO NELLA PRODUZIONE ARTISTICA DI LUSSO LONGOBARDA IN ITALIA (SECOLI VI-VIII): IL CASO DELLE FIBULE A DISCO

V. DE PASCA
2018

Abstract

This study aims to investigate disc brooches brought to light in Italy (VIth-VIIIth) from an archaeological and historical artistic point of view. The will of this research must be identified in the need to fill a gap in the studies related to this specific document of material culture. To date disc brooches were investigated summarily and with the sole purpose of highlighting the reception of a costume related to the romanitas by a so-called "barbaric" population. The first step of this study has been the drafting of the Catalogo delle fibule a disco di età longobarda (secoli VI-VIII) portate alla luce sul territorio italiano. This document supports and completes the thesis work: it consists of the recording of all the disk brooches which meet the above parameters. Such artifacts have been combined for the first time and, moreover, I tried to provide their overall image (front and back plate) that was in almost all the cases unpublished. The deep analysis of the above mentioned Catalogo has allowed to identify two kind of artifacts, on whose distinct functions was founded the whole writing. The first type consists of the jewels attributable to the category of élite disc brooches (six in total): these, in the early medieval period, belonged to male individuals and were symbols of power. On the contrary, the second type of disc brooches belonged to female individuals: although made of valuable materials, they served as accessories to close the cloak according to a Mediterranean tradition. The analysis of the limited diffusion of such precious jewels in the Lombard context required that we confronted in principle with the creation of the prototype of this kind of artefact during the Late Roman Empire and in the Early Byzantine age. Then we have investigated the double function - symbolic and aesthetic - which would seem to have immediately characterized these precious artifacts, paying particular attention to the symbolic and cosmological significance highlighted by some documents referable to the artistic production of Roman Syria (funerary reliefs, tesserae). What emerged from the first part of this research constituted the basis on which to base the second part of the research, certainly the most relevant and original because it is completely focused on the exam of the Lombard objects. The dual type of disc brooches has inevitably required to model the research on two lines: the focus was therefore on the élite artifacts first and then move on the most common objects. In the first case it was highlighted that almost all the élite disc brooches have a provenance from the Langobardia Minor and, consequently, from a cultural milieu strongly influenced by Byzantine Italy. The duchy of Benevento indeed tried always to achieve a kind of autonomy from the northern part of the Regnum. The historical artistic analysis has also allowed to reach new conclusions both with respect to the spatial coordinates of the production (e.g. brooch from Capua) and with regard to the dating of most of them (e.g. the so-called Castellani brooch). About the most common artifacts, in addition to having resized what even in the most recent debates had been defined the "phenomenon of disc brooches", the merit of this work was the identification of the precious jewels that can be traced back to the Lombard artistic culture and of those that, instead, attest a moment of transition and are therefore ascribable to the Merovingian aesthetic sensibility and expressive language.
29-gen-2018
Il presente lavoro individua quale ambito della ricerca lo studio archeologico e al tempo stesso storico artistico delle fibule a disco portate alla luce in età longobarda (fine VI-VIII secolo) nei territori della Penisola italiana. La volontà di tale approfondimento è nata dall'esigenza di colmare un vuoto degli studi relativo a questo specifico documento di cultura materiale che, ad oggi, era stato indagato sommariamente e con il solo fine di evidenziare la ricezione di un costume della romanitas da parte di una popolazione cosiddetta "barbarica". La terminologia con la quale si è voluto indicare tale fenomeno ha preso però le distanze dall'espressione tanto superficiale quanto generica di "acculturazione", preferendo un'indagine che individuasse in tale manifestazione un processo di "assimilazione". Il primo momento di questo studio è da individuare nella redazione del Catalogo delle fibule a disco di età longobarda (secoli VI-VIII) portate alla luce sul territorio italiano. Il testo, che supporta e completa la narrazione principale, è costituito dalla schedatura di tutte le fibule a disco che rispondono ai parametri sopraindicati; tali manufatti sono stati accostati per la prima volta e, inoltre, si è cercato di fornire la loro immagine complessiva (placca anteriore e placca posteriore), nella quasi totalità dei casi inedita. L'esame approfondito del catalogo ha consentito di individuare due tipologie di manufatti, sulle cui funzioni distinte si è fondata l'intera scrittura: la prima è costituita dai monili ascrivibili alla categoria delle fibule a disco di carattere elitario (sei in tutto) che in antico, con ogni probabilità, appartenevano a individui maschili e avevano la funzione di simboli di potere; la seconda tipologia si compone invece di manufatti portati alla luce in sepolture femminili o emersi in rinvenimenti sporadici. Questi ultimi, benché spesso realizzati in materiali di pregio, erano oggetti comuni utilizzati quali accessori di chiusura del mantello femminile secondo una consuetudine mediterranea. L'analisi della seppur limitata diffusione di tali monili di pregio in ambito longobardo ha richiesto tuttavia che ci si confrontasse in principio con la creazione del prototipo di tale manufatto durante il Basso Impero e nella prima età bizantina attraverso lo studio analitico degli esemplari giunti sino a noi; che si indagasse la duplice funzione – simbolica ed estetica – che sembrerebbe aver connotato, da subito, tali preziosi manufatti, prestando una particolare attenzione al portato simbolico e cosmologico evidenziato da alcuni documenti riconducibili alla produzione artistica della Siria romana (stele funerarie, tesserae); e, infine, che si avessero chiari alcuni fenomeni di interazione culturale tra il mondo germanico e quello proto-bizantino. Quanto emerso dalla prima parte dell'indagine ha costituito la base su cui fondare la seconda parte della ricerca, certamente la più rilevante e originale perché completamente focalizzata sullo studio dei manufatti di ambito longobardo. La duplice tipologia di fibule a disco ha inevitabilmente richiesto di modellare la ricerca su due linee: l'attenzione si è quindi rivolta anzitutto sui manufatti di carattere elitario per poi spostarsi sugli oggetti più comuni. Nel primo caso si è messo in luce come la quasi totalità delle fibule elitarie vanti una provenienza dalla Langobardia Minor e, di conseguenza, da un milieu culturale fortemente influenzato dall'Italia bizantina tanto da aver sempre ricercato una sorta di autonomia rispetto alla parte settentrionale del Regnum. L'analisi del Ducato di Benevento ha quindi permesso non solo di evidenziare alcune "consonanze bizantine" bensì anche di leggere l'attestazione di tali manufatti come attributi di potere in un'ottica autonomista rispetto alla Langobardia Maior nonché quali indizi di dialogo nei confronti dell'Italia bizantina e del suo sovrano. L'analisi storico artistica ha inoltre consentito di giungere a nuove conclusioni sia rispetto alle coordinate spaziali della produzione (es. fibula da Capua) sia per quanto riguarda le datazioni (es. fibula cosiddetta Castellani). A proposito dei manufatti più comuni, oltre ad aver ridimensionato quello che anche nei più recenti dibattiti era stato definito il "fenomeno delle fibule a disco", merito di questo lavoro è stata l'identificazione dei preziosi monili che possono essere riconducibili alla cultura artistica longobarda e di quelli che, invece, attestano un momento di passaggio e sono quindi ascrivibili alla sensibilità estetica e al linguaggio espressivo merovingio.
Settore L-ART/01 - Storia dell'Arte Medievale
Settore L-ANT/08 - Archeologia Cristiana e Medievale
fibule a disco; oreficeria; archeologia altomedievale; scambi culturali; Oriente Mediterraneo; produzione artistica; disc brooches; jewels; early medieval archaeology; Lombard Italy; duchy of Benevento; cultural exchanges; Langobardia Minor; arte altomedievale; gioielli; segni di potere; symbols of power;
DELLA VALLE, MAURO
CADIOLI, ALBERTO VALERIO
Doctoral Thesis
SCAMBI CULTURALI E INTERAZIONI CON L'ORIENTE MEDITERRANEO NELLA PRODUZIONE ARTISTICA DI LUSSO LONGOBARDA IN ITALIA (SECOLI VI-VIII): IL CASO DELLE FIBULE A DISCO / V. De Pasca ; tutor: M. Della Valle ; coordinatore: A. Cadioli. DIPARTIMENTO DI BENI CULTURALI E AMBIENTALI, 2018 Jan 29. 30. ciclo, Anno Accademico 2017. [10.13130/v-de-pasca_phd2018-01-29].
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Descrizione: Tesi e catalogo delle fibule a disco
Tipologia: Tesi di dottorato completa
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2434/545753
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