La diagnosi di sordità infantile attualmente può essere effettuata entro il terzo mese dalla nascita, questo traguardo è quasi del tutto raggiungibile tramite l’esecuzione dello screening uditivo neonatale basato sull’esecuzione delle emissioni otoacustiche alla nascita presso i punti nascita attrezzati. Attualmente anche se i LEA, emanati nel 2017, stabiliscono l’esecuzione dello screening uditivo neonatale su tutto il territorio nazionale, non avendo emanato disposizioni sulle modalità di esecuzione e procedure applicative non tutti i punti nascita eseguono questa procedura. Solo 5 regioni, tramite specifiche leggi, hanno reso obbligatorio l’esecuzione dello screening uditivo neonatale: Toscana gazzetta Regionale n.365, 21 maggio 2007, Emilia Romagna Delibera n.694, 23 maggio 2011, Campania Delibera n.3130, 31 ottobre 2003, Lazio Delibera n. 115,23 marzo 2012, Umbria Delibera Regionale n. 789, 21 maggio 2007. Vengono analizzate le varie fasi dell’iter diagnostico della sordità infantile puntualizzando le criticità organizzative relative ai Centri di primo, secondo e terzo livello. Indipendentemente dall’esecuzione e dall’esito dello screening il pediatra di famiglia deve: raccogliere l’anamnesi della gravidanza, valutare il decorso del parto, raccogliere l’anamnesi neonatologica e quella famigliare dei genitori mirata alla presenza di parenti sordi e consanguineità tra gli stessi, effettuare domande mirate alla valutazione della maturazione sensoriale del neonato e reiterare tali richieste ad ogni successiva visita attuando un’attenta osservazione sul comportamento del bambino effettuando anche minime prove di reattometria. Vengono prese in esame le responsabilità dello specialista Audiologo, Otorinolaringoitra, Pediatra che avario titolo possono essere responsabili di un ritardo diagnostico. Ricordiamo che alla luce della letteratura e dell’osservazione clinica, un ritardo di 16 mesi nella diagnosi di sordità infantile provoca con certezza un difetto nelle aree corticali uditive, difficilmente recuperabile. Vengono presi in esame alcuni casi concreti giudicati o in fase di definizione risarcitoria. Si discute la quantizzazione del danno differenziale tra la grave situazione di difficoltà comunicativa attuale e quella che si aspetta, se la diagnosi fosse stata effettuata nei tempi opportuni. Si propone un danno biologico permanente di 40 punti, da intendersi in termini di “maggior danno” (differenziale) compreso tra il 31 e il 70%.

Valutazione del danno nel bambino sordo profondo diagnosticato con ritardo per colpa / U. Ambrosetti. ((Intervento presentato al 36. convegno Congresso Nazionale della Società Italiana di Audiologia e Foniatria tenutosi a Siena nel 2017.

Valutazione del danno nel bambino sordo profondo diagnosticato con ritardo per colpa

U. Ambrosetti
2017

Abstract

La diagnosi di sordità infantile attualmente può essere effettuata entro il terzo mese dalla nascita, questo traguardo è quasi del tutto raggiungibile tramite l’esecuzione dello screening uditivo neonatale basato sull’esecuzione delle emissioni otoacustiche alla nascita presso i punti nascita attrezzati. Attualmente anche se i LEA, emanati nel 2017, stabiliscono l’esecuzione dello screening uditivo neonatale su tutto il territorio nazionale, non avendo emanato disposizioni sulle modalità di esecuzione e procedure applicative non tutti i punti nascita eseguono questa procedura. Solo 5 regioni, tramite specifiche leggi, hanno reso obbligatorio l’esecuzione dello screening uditivo neonatale: Toscana gazzetta Regionale n.365, 21 maggio 2007, Emilia Romagna Delibera n.694, 23 maggio 2011, Campania Delibera n.3130, 31 ottobre 2003, Lazio Delibera n. 115,23 marzo 2012, Umbria Delibera Regionale n. 789, 21 maggio 2007. Vengono analizzate le varie fasi dell’iter diagnostico della sordità infantile puntualizzando le criticità organizzative relative ai Centri di primo, secondo e terzo livello. Indipendentemente dall’esecuzione e dall’esito dello screening il pediatra di famiglia deve: raccogliere l’anamnesi della gravidanza, valutare il decorso del parto, raccogliere l’anamnesi neonatologica e quella famigliare dei genitori mirata alla presenza di parenti sordi e consanguineità tra gli stessi, effettuare domande mirate alla valutazione della maturazione sensoriale del neonato e reiterare tali richieste ad ogni successiva visita attuando un’attenta osservazione sul comportamento del bambino effettuando anche minime prove di reattometria. Vengono prese in esame le responsabilità dello specialista Audiologo, Otorinolaringoitra, Pediatra che avario titolo possono essere responsabili di un ritardo diagnostico. Ricordiamo che alla luce della letteratura e dell’osservazione clinica, un ritardo di 16 mesi nella diagnosi di sordità infantile provoca con certezza un difetto nelle aree corticali uditive, difficilmente recuperabile. Vengono presi in esame alcuni casi concreti giudicati o in fase di definizione risarcitoria. Si discute la quantizzazione del danno differenziale tra la grave situazione di difficoltà comunicativa attuale e quella che si aspetta, se la diagnosi fosse stata effettuata nei tempi opportuni. Si propone un danno biologico permanente di 40 punti, da intendersi in termini di “maggior danno” (differenziale) compreso tra il 31 e il 70%.
28-set-2017
Screening uditivo neonatale; Sordità neurosensoriale infantile profonda; Responsabilità professionale; Quantizzazione del danno differenziale
Settore MED/32 - Audiologia
Valutazione del danno nel bambino sordo profondo diagnosticato con ritardo per colpa / U. Ambrosetti. ((Intervento presentato al 36. convegno Congresso Nazionale della Società Italiana di Audiologia e Foniatria tenutosi a Siena nel 2017.
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