Il volume si configura come una riflessione sulla tragedia infinita delle migrazioni nel Mediterraneo, scegliendo una chiave interpretativa precisa, ovvero concentrandosi sui tentativi di “raccontarla” – attraverso la letteratura, il cinema e le arti – dal punto di vista dell’occidente. Non è casuale che in tutti gli ambiti indicati vengano scelti come testi campione opere realizzate da artisti occidentali, che, attraverso lo strumento della rappresentazione, cercano in modi diversi di calarsi nei panni del migrante, riempiendo un vuoto di voci che traduce una difficoltà dell’Occidente a superare le forme stereotipate dell’alterità. Nella comunicazione giornalistica corrente come nel senso comune, quella che viene presentata sempre più spesso come una “invasione” è in realtà un fenomeno che, prima di essere collettivo e indiversificato, raccoglie una quantità di individui, con una storia personale e culturale, una tradizione, una identità specifica, spesso cancellata dalla conta dei morti. La rappresentazione artistica, quando riesce, cerca di recuperare il senso di questa individualità e si sforza di superare lo stereotipo così caro alle semplificazioni delle politiche del respingimento e allo spirito neopastorale delle forme di pietà. Dietro questa scelta di analisi sta anche una domanda importante, così frequente nella cultura europea contemporanea: a che cosa serve la letteratura? E’ proprio vero – come sembra suggerire l’accantonamento dei saperi umanistici in favore di scienze dure – che l’arte è un bene inutile e la formazione in questo campo velleitaria? La convinzione sulla quale questo testo si basa, peraltro sostenuta da recenti studi europei, è che sia vero il contrario. La rappresentazione letteraria e artistica anticipa, media, aiuta la comprensione di fenomeni dirompenti, ed è dunque necessaria come nessun’altra forma di ricerca in questo momento. Nel caso specifico di Nessun Kurtz, è questo il motivo per cui lo studio parte da Cuore di tenebra, di J. Conrad, come testo fondante nel definire la strada maestra seguendo la quale si definisce un rapporto con l’Altro che ha coordinate complicate e che ha rappresentato fin qui, spesso, un ostacolo alla conoscenza reale. Il mistero che Conrad intravvede e rappresenta attraverso la vicenda di Kurtz, il modo in cui questa vicenda viene riscritta e ri-mediata nel cinema (Apocalypse Now, di F. F. Coppola) e nella narrativa (The Butt, di Will Self) rappresenta un paradigma che ispira, consapevolmente e inconsapevolmente molte rappresentazioni della contemporaneità, letterarie C. Cleave, M. De Kerangal, G. Catozzella, M. mazzantini, J. Erpenbeck), filmiche (O. Welles, A. Maglio e M. Paolos, D. Iannacone e L. Cambi), fotografiche (M. Badagliacca, M. De Carolis, K. McElvaney) e teatrali (L. Prosa, A. Lustgarten, C. Pite). Tornare al Kurtz conradiano, dunque, aiuta a ricostruire la genealogia di uno stereotipo e a trovare le parole giuste per fare dello stereotipo una persona.

Nessun Kurtz : cuore di tenebra e le parole dell'occidente / N. Vallorani. - Milano : Mimesis, 2017 Nov. - ISBN 9788857541884. (DEGENERE)

Nessun Kurtz : cuore di tenebra e le parole dell'occidente

N. Vallorani
2017

Abstract

Il volume si configura come una riflessione sulla tragedia infinita delle migrazioni nel Mediterraneo, scegliendo una chiave interpretativa precisa, ovvero concentrandosi sui tentativi di “raccontarla” – attraverso la letteratura, il cinema e le arti – dal punto di vista dell’occidente. Non è casuale che in tutti gli ambiti indicati vengano scelti come testi campione opere realizzate da artisti occidentali, che, attraverso lo strumento della rappresentazione, cercano in modi diversi di calarsi nei panni del migrante, riempiendo un vuoto di voci che traduce una difficoltà dell’Occidente a superare le forme stereotipate dell’alterità. Nella comunicazione giornalistica corrente come nel senso comune, quella che viene presentata sempre più spesso come una “invasione” è in realtà un fenomeno che, prima di essere collettivo e indiversificato, raccoglie una quantità di individui, con una storia personale e culturale, una tradizione, una identità specifica, spesso cancellata dalla conta dei morti. La rappresentazione artistica, quando riesce, cerca di recuperare il senso di questa individualità e si sforza di superare lo stereotipo così caro alle semplificazioni delle politiche del respingimento e allo spirito neopastorale delle forme di pietà. Dietro questa scelta di analisi sta anche una domanda importante, così frequente nella cultura europea contemporanea: a che cosa serve la letteratura? E’ proprio vero – come sembra suggerire l’accantonamento dei saperi umanistici in favore di scienze dure – che l’arte è un bene inutile e la formazione in questo campo velleitaria? La convinzione sulla quale questo testo si basa, peraltro sostenuta da recenti studi europei, è che sia vero il contrario. La rappresentazione letteraria e artistica anticipa, media, aiuta la comprensione di fenomeni dirompenti, ed è dunque necessaria come nessun’altra forma di ricerca in questo momento. Nel caso specifico di Nessun Kurtz, è questo il motivo per cui lo studio parte da Cuore di tenebra, di J. Conrad, come testo fondante nel definire la strada maestra seguendo la quale si definisce un rapporto con l’Altro che ha coordinate complicate e che ha rappresentato fin qui, spesso, un ostacolo alla conoscenza reale. Il mistero che Conrad intravvede e rappresenta attraverso la vicenda di Kurtz, il modo in cui questa vicenda viene riscritta e ri-mediata nel cinema (Apocalypse Now, di F. F. Coppola) e nella narrativa (The Butt, di Will Self) rappresenta un paradigma che ispira, consapevolmente e inconsapevolmente molte rappresentazioni della contemporaneità, letterarie C. Cleave, M. De Kerangal, G. Catozzella, M. mazzantini, J. Erpenbeck), filmiche (O. Welles, A. Maglio e M. Paolos, D. Iannacone e L. Cambi), fotografiche (M. Badagliacca, M. De Carolis, K. McElvaney) e teatrali (L. Prosa, A. Lustgarten, C. Pite). Tornare al Kurtz conradiano, dunque, aiuta a ricostruire la genealogia di uno stereotipo e a trovare le parole giuste per fare dello stereotipo una persona.
nov-2017
migrazione; letteratura; politica; rappresentazione; Mediterraneo; stereotipo; identità
Settore L-LIN/10 - Letteratura Inglese
Nessun Kurtz : cuore di tenebra e le parole dell'occidente / N. Vallorani. - Milano : Mimesis, 2017 Nov. - ISBN 9788857541884. (DEGENERE)
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