Obiettivi dello studio: I processi infìammatori nei vari distretti dell'organismo umano sono caratterizzati da una coordinata interazione tra differenti tipi cellulari e differenti tipi di molecole. Una particolare attenzione è rivolta verso l'attivazione dei neutrofìli ed il conseguente rilascio di radicali ossidanti che portano ad un incremento dello stress ossidativo e della conseguente risposta infiammatoria. Un crescente numero di articoli ha messo in evidenza come gli estratti della Calendula officinalis siano dotati di una attività anti-infiammatoria ed antiossidante che è risultata utile in varie patologie di tipo infiammatorio incluse quelle a carattere ginecologico. Scopo dello studio è stato pertanto quello di valutare la capacità dell'estratto propilenglicolico della C. officinalis di interagire con i radicali liberi utilizzando la spettroscopia a risonanza paramagnetica elettronica (EPR) che permette di valutare a livello molecolare questo tipo di interazioni. Materiali: L'attività di "scavenger" dell'estratto di Calendula è stata studiata utilizzando una molecola radicalica fissa denominata DPPH (30 microM) il cui spettro ve¬niva letto mediante un apparecchio EPR (Magnettech, MS200) alla frequenza di 9.64 GHz con una modulazione di 100 KHz. Le concentrazioni studiate di Calendula variavano in scala logaritmica da 1,6 ug/ml fino a 0.10 ug/ml. Risultati: Lo spettro EPR basale del DPPH è caratterizzato da cinque picchi di intensità relativa pari ad 1:2:3:2:1. L'incubazione con la Calendula ha evidenziato una progressiva e statisticamente significativa (ANOVA) diminuzione dell'intensità dello spettro EPR corrispondente ad una diminuzione della produzione di radicali a partire dalla concentrazione di 0.20 μg/ml fino ad 1,6 μg/ml, cioè ad una riduzione dal 13,59% fino al 52,3%. Conclusioni: Nell'estratto di Calendula unitamente a molecole fenoliche e flavonoidi sono risultate presenti in quantità elevate anche il faradiolo ed i suoi palmitoil, miristoil e lauril monoesteri. In particolare poiché a questi ultimi sono stati attribuiti particolari effetti antiinfiammatori, i dati da noi ottenuti indicano che questi effetti si esplicano verosimilmente attraverso la capacità antiradicalica di queste molecole triterpenoidi. Questi dati appaiono di interesse nella strategia di ridurre lo stress ossidativo, utilizzando molecole di nuovo tipo, quando è necessario riequilibrare il bilancio redox dovuto ad una deplezione della quota di antiossidanti cellulari.

Attività della Calendula contro i radicali liberi : studio con la risonanza paramagnetica elettronica / P. Braga, M. Culici, M. Dal Sasso, A. Spallino, M. Falchi. - In: GIORNALE ITALIANO DI OSTETRICIA E GINECOLOGIA. - ISSN 0391-9013. - 30:6/7(2008), pp. 573-573. (Intervento presentato al 1. convegno Congresso Nazionale della Federazione Italiana di Ostetricia e Ginecologia tenutosi a Roma nel 2008).

Attività della Calendula contro i radicali liberi : studio con la risonanza paramagnetica elettronica

P. Braga
Primo
;
M. Falchi
Ultimo
2008

Abstract

Obiettivi dello studio: I processi infìammatori nei vari distretti dell'organismo umano sono caratterizzati da una coordinata interazione tra differenti tipi cellulari e differenti tipi di molecole. Una particolare attenzione è rivolta verso l'attivazione dei neutrofìli ed il conseguente rilascio di radicali ossidanti che portano ad un incremento dello stress ossidativo e della conseguente risposta infiammatoria. Un crescente numero di articoli ha messo in evidenza come gli estratti della Calendula officinalis siano dotati di una attività anti-infiammatoria ed antiossidante che è risultata utile in varie patologie di tipo infiammatorio incluse quelle a carattere ginecologico. Scopo dello studio è stato pertanto quello di valutare la capacità dell'estratto propilenglicolico della C. officinalis di interagire con i radicali liberi utilizzando la spettroscopia a risonanza paramagnetica elettronica (EPR) che permette di valutare a livello molecolare questo tipo di interazioni. Materiali: L'attività di "scavenger" dell'estratto di Calendula è stata studiata utilizzando una molecola radicalica fissa denominata DPPH (30 microM) il cui spettro ve¬niva letto mediante un apparecchio EPR (Magnettech, MS200) alla frequenza di 9.64 GHz con una modulazione di 100 KHz. Le concentrazioni studiate di Calendula variavano in scala logaritmica da 1,6 ug/ml fino a 0.10 ug/ml. Risultati: Lo spettro EPR basale del DPPH è caratterizzato da cinque picchi di intensità relativa pari ad 1:2:3:2:1. L'incubazione con la Calendula ha evidenziato una progressiva e statisticamente significativa (ANOVA) diminuzione dell'intensità dello spettro EPR corrispondente ad una diminuzione della produzione di radicali a partire dalla concentrazione di 0.20 μg/ml fino ad 1,6 μg/ml, cioè ad una riduzione dal 13,59% fino al 52,3%. Conclusioni: Nell'estratto di Calendula unitamente a molecole fenoliche e flavonoidi sono risultate presenti in quantità elevate anche il faradiolo ed i suoi palmitoil, miristoil e lauril monoesteri. In particolare poiché a questi ultimi sono stati attribuiti particolari effetti antiinfiammatori, i dati da noi ottenuti indicano che questi effetti si esplicano verosimilmente attraverso la capacità antiradicalica di queste molecole triterpenoidi. Questi dati appaiono di interesse nella strategia di ridurre lo stress ossidativo, utilizzando molecole di nuovo tipo, quando è necessario riequilibrare il bilancio redox dovuto ad una deplezione della quota di antiossidanti cellulari.
Calendula ; EPR ; scavenger
Settore BIO/14 - Farmacologia
2008
Federazione Italiana di Ostetricia e Ginecologia
Article (author)
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