L’episiotomia, uno degli interventi ostetrici più frequentemente utilizzati durante il parto vaginale, è divenuta una pratica di routine senza che vi fossero prove della sua efficacia. Questa pratica, eseguita da molti anni in sala parto, era stata introdotta con la convinzione che potesse limitare estese lacerazioni perineali, che evitasse compressioni troppo prolungate sul collo vescicale e sui tessuti periuretrali in modo da ridurre l’insorgenza di incontinenza urinaria e di prolasso utero-vaginale e infine che riducesse notevolmente le sollecitazioni meccaniche sulla testa fetale da parte di strutture muscolo-aponeurotiche del pavimento pelvico. Tuttavia, le ultime ricerche, smentiscono una ad una le tre ipotesi sopra elencate e non solo. L’episiotomia non è infatti un intervento esente da rischi. Parecchie sono le complicanze che possono insorgere in seguito a questa pratica, sia di tipo fisico sia di tipo psicologico. Inoltre, le donne, dopo il parto, vengono dimesse dall’ospedale sempre più precocemente e al ritorno a casa devono fare i conti con grosse difficoltà legate appunto a questo intervento che non consente loro di muoversi liberamente per poter accudire il loro bambino, che può dare non poche complicanze e fastidi e che può persino compromettere la loro vita sessuale futura. In questa ricerca si è posto l’obiettivo di mettere in evidenza l’impatto emotivo e le complicanze causate dall’episiotomia, confrontando la paramediana con la mediana e valutando il decorso puerperale delle donne del campione. Il lavoro è stato suddiviso in due parti:  PRIMA PARTE: calcolo delle percentuali di episiotomia paramediana, episiotomia mediana, lacerazione spontanea e perineo integro presso la Clinica L. Mangiagalli negli anni 2004-2005-2006 valutando anche la parità di ciascuna donna.  SECONDA PARTE: è stato preso in esame un campione di 100 puerpere degenti presso il reparto di puerperio della Clinica L. Mangiagalli nel periodo luglio - settembre 2006 che hanno partorito per via vaginale un feto unico, in presentazione cefalica di vertice, tra la 36 e la 41 settimana. Ad ogni donna è stata fatta un’intervista in prima giornata dal parto. Le stesse donne sono state poi sottoposte ad un’intervista telefonica dopo 40 giorni dal parto, 3 mesi e 6 mesi. Di ogni donna, inoltre, sono state registrate l’età, la parità, la data del parto, l’epoca gestazionale al parto, lo stato del perineo, le perdite ematiche al parto, l’eventuale ricorso a ventosa ostetrica o manovre di Kristeller, il sesso e il peso del neonato. La percentuale di risposte ottenuta dalle interviste telefoniche è stata del 100% sul campione di donne. Dalla ricerca è emerso chiaramente che: • La percentuale di episiotomie registrata presso la clinica L. Mangiagalli di Milano negli anni 2004-2005-2006 supera notevolmente il limite consigliato dalle evidenze scientifiche. Infatti la percentuale più bassa in questi tre anni considerati si è registrata nel 2004 ed è stata 76,37%, mentre nei due anni successivi tale valore è aumentato. Infine si può notare come in questi tre anni sia stata praticata un’episiotomia paramediana maggiormente su donne nullipare; • L’episiotomia non serve a prevenire le lacerazioni spontanee (7 casi pari al 8,86% in cui sono avvenute delle lacerazioni spontanee oltre all’episiotomia eseguita); • L’episiotomia concorre ad aumentare le perdite ematiche al parto; • Il peso del neonato non influenza l’esito perineale; • La frequenza dell’episiotomia aumenta se viene utilizzata la ventosa ostetrica o se vengono eseguite le manovre di Kristeller; • Le donne nullipare sono più a rischio di subire un’episiotomia paramediana; • La conoscenza da parte delle donne circa l’episiotomia è molto buona; • Le ostetriche non forniscono spiegazioni sufficienti nel 63,29% dei casi, né tanto meno chiedono il permesso di praticare l’episiotomia nel 65,82% dei casi; • Nel 56,98% dei casi le donne non ricevono una spiegazione riguardo alla cura della ferita nel puerperio; • Le donne con perineo integro e lacerazione spontanea hanno un vissuto migliore legato al loro parto e all’ostetrica che ha assistito; • Le donne con perineo integro e lacerazione spontanea si sentono più felici e soddisfatte nel post-partum; • Le donne con episiotomia hanno percentuali di dolore nei primi giorni dopo il parto molto più alte rispetto agli altri due gruppi di donne e hanno percentuali maggiori anche di complicanze quali ematoma, edema dei genitali e infezione della ferita; • Anche a 40 giorni, 3 mesi e 6 mesi dal parto le donne con episiotomia, specialmente paramediana, riferiscono dolore molto più intenso ed in percentuale maggiore rispetto alle donne senza episiotomia e una percentuale di complicanze maggiore tra cui: edema, ematoma, infezione della ferita, deiescenza della ferita, problemi col riassorbimento dei punti di sutura, fastidi alla minzione, vagina deformata, formazione di un granuloma; • Le donne con episiotomia paramediana riprendono i rapporti sessuali molto più tardi rispetto alle donne con episiotomia mediana, lacerazione spontanea e perineo integro; • I rapporti sono molto più dolorosi nelle donne con episiotomia paramediana rispetto agli altri tre gruppi di donne; • L’episiotomia non previene i problemi alla statica pelvica i quali si manifestano indipendentemente dall’esecuzione di questa pratica; • Le donne con episiotomia allattano esclusivamente al seno molto meno rispetto agli altri tre gruppi di donne. Come risulta chiaro da questa e dalle altre ricerche effettuate, i vantaggi a conservare un perineo integro sono molteplici; forti dolori, rapporti sessuali sofferenti, infezioni o una vagina deformata possono avere un effetto importante sulla vita di una donna altrimenti in salute, particolarmente quando è responsabile delle cure di un neonato e spesso per mantenere un buon rapporto col partner.

Episiotomia : impatto emotivo e complicanze studio prospettico su 100 donne / L. Brambilla, L. Malgrati, D. Calistri. - [s.l] : null, 2008 Nov 06.

Episiotomia : impatto emotivo e complicanze studio prospettico su 100 donne

D. Calistri
Ultimo
2008

Abstract

L’episiotomia, uno degli interventi ostetrici più frequentemente utilizzati durante il parto vaginale, è divenuta una pratica di routine senza che vi fossero prove della sua efficacia. Questa pratica, eseguita da molti anni in sala parto, era stata introdotta con la convinzione che potesse limitare estese lacerazioni perineali, che evitasse compressioni troppo prolungate sul collo vescicale e sui tessuti periuretrali in modo da ridurre l’insorgenza di incontinenza urinaria e di prolasso utero-vaginale e infine che riducesse notevolmente le sollecitazioni meccaniche sulla testa fetale da parte di strutture muscolo-aponeurotiche del pavimento pelvico. Tuttavia, le ultime ricerche, smentiscono una ad una le tre ipotesi sopra elencate e non solo. L’episiotomia non è infatti un intervento esente da rischi. Parecchie sono le complicanze che possono insorgere in seguito a questa pratica, sia di tipo fisico sia di tipo psicologico. Inoltre, le donne, dopo il parto, vengono dimesse dall’ospedale sempre più precocemente e al ritorno a casa devono fare i conti con grosse difficoltà legate appunto a questo intervento che non consente loro di muoversi liberamente per poter accudire il loro bambino, che può dare non poche complicanze e fastidi e che può persino compromettere la loro vita sessuale futura. In questa ricerca si è posto l’obiettivo di mettere in evidenza l’impatto emotivo e le complicanze causate dall’episiotomia, confrontando la paramediana con la mediana e valutando il decorso puerperale delle donne del campione. Il lavoro è stato suddiviso in due parti:  PRIMA PARTE: calcolo delle percentuali di episiotomia paramediana, episiotomia mediana, lacerazione spontanea e perineo integro presso la Clinica L. Mangiagalli negli anni 2004-2005-2006 valutando anche la parità di ciascuna donna.  SECONDA PARTE: è stato preso in esame un campione di 100 puerpere degenti presso il reparto di puerperio della Clinica L. Mangiagalli nel periodo luglio - settembre 2006 che hanno partorito per via vaginale un feto unico, in presentazione cefalica di vertice, tra la 36 e la 41 settimana. Ad ogni donna è stata fatta un’intervista in prima giornata dal parto. Le stesse donne sono state poi sottoposte ad un’intervista telefonica dopo 40 giorni dal parto, 3 mesi e 6 mesi. Di ogni donna, inoltre, sono state registrate l’età, la parità, la data del parto, l’epoca gestazionale al parto, lo stato del perineo, le perdite ematiche al parto, l’eventuale ricorso a ventosa ostetrica o manovre di Kristeller, il sesso e il peso del neonato. La percentuale di risposte ottenuta dalle interviste telefoniche è stata del 100% sul campione di donne. Dalla ricerca è emerso chiaramente che: • La percentuale di episiotomie registrata presso la clinica L. Mangiagalli di Milano negli anni 2004-2005-2006 supera notevolmente il limite consigliato dalle evidenze scientifiche. Infatti la percentuale più bassa in questi tre anni considerati si è registrata nel 2004 ed è stata 76,37%, mentre nei due anni successivi tale valore è aumentato. Infine si può notare come in questi tre anni sia stata praticata un’episiotomia paramediana maggiormente su donne nullipare; • L’episiotomia non serve a prevenire le lacerazioni spontanee (7 casi pari al 8,86% in cui sono avvenute delle lacerazioni spontanee oltre all’episiotomia eseguita); • L’episiotomia concorre ad aumentare le perdite ematiche al parto; • Il peso del neonato non influenza l’esito perineale; • La frequenza dell’episiotomia aumenta se viene utilizzata la ventosa ostetrica o se vengono eseguite le manovre di Kristeller; • Le donne nullipare sono più a rischio di subire un’episiotomia paramediana; • La conoscenza da parte delle donne circa l’episiotomia è molto buona; • Le ostetriche non forniscono spiegazioni sufficienti nel 63,29% dei casi, né tanto meno chiedono il permesso di praticare l’episiotomia nel 65,82% dei casi; • Nel 56,98% dei casi le donne non ricevono una spiegazione riguardo alla cura della ferita nel puerperio; • Le donne con perineo integro e lacerazione spontanea hanno un vissuto migliore legato al loro parto e all’ostetrica che ha assistito; • Le donne con perineo integro e lacerazione spontanea si sentono più felici e soddisfatte nel post-partum; • Le donne con episiotomia hanno percentuali di dolore nei primi giorni dopo il parto molto più alte rispetto agli altri due gruppi di donne e hanno percentuali maggiori anche di complicanze quali ematoma, edema dei genitali e infezione della ferita; • Anche a 40 giorni, 3 mesi e 6 mesi dal parto le donne con episiotomia, specialmente paramediana, riferiscono dolore molto più intenso ed in percentuale maggiore rispetto alle donne senza episiotomia e una percentuale di complicanze maggiore tra cui: edema, ematoma, infezione della ferita, deiescenza della ferita, problemi col riassorbimento dei punti di sutura, fastidi alla minzione, vagina deformata, formazione di un granuloma; • Le donne con episiotomia paramediana riprendono i rapporti sessuali molto più tardi rispetto alle donne con episiotomia mediana, lacerazione spontanea e perineo integro; • I rapporti sono molto più dolorosi nelle donne con episiotomia paramediana rispetto agli altri tre gruppi di donne; • L’episiotomia non previene i problemi alla statica pelvica i quali si manifestano indipendentemente dall’esecuzione di questa pratica; • Le donne con episiotomia allattano esclusivamente al seno molto meno rispetto agli altri tre gruppi di donne. Come risulta chiaro da questa e dalle altre ricerche effettuate, i vantaggi a conservare un perineo integro sono molteplici; forti dolori, rapporti sessuali sofferenti, infezioni o una vagina deformata possono avere un effetto importante sulla vita di una donna altrimenti in salute, particolarmente quando è responsabile delle cure di un neonato e spesso per mantenere un buon rapporto col partner.
6-nov-2008
donna ; parto ; episiotomia ;
Settore MED/47 - Scienze Infermieristiche Ostetrico-Ginecologiche
Working Paper
Episiotomia : impatto emotivo e complicanze studio prospettico su 100 donne / L. Brambilla, L. Malgrati, D. Calistri. - [s.l] : null, 2008 Nov 06.
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