La voce del Dizionario Biografico degli Italiani Treccani ricostruisce la vicenda professionale e politica di Franco Piga (1927-1990) giurista e grand commis legato ai governi della prima Repubblica. Al culmine della sua carriera fu presidente della Consob e ministro delle partecipazioni statali. Piga si occupò fin dall’inizio di questo mandato dello scioglimento della Enimont, joint-venture con quote identiche tra l’Eni e la Montedison-Ferruzzi di Raul Gardini. Sostenne la necessità di un programma di ristrutturazione della società e di valutare fin da subito il suo scioglimento definitivo, firmato da lui stesso il 5 settembre 1990, ma rimase impigliato nell’aggrovigliata vicenda giudiziaria che ne seguì, quando emerse che sua moglie era stata destinataria di una quota di 900 milioni di lire in Cct come parte della “maxi tangente” ai partiti ottenuta dalla sopravalutazione della cessione di Enimont. La sua carriera fu bruscamente e definitivamente interrotta dopo soli cinque mesi, quando Franco Piga morì a seguito di un infarto, il giorno di Santo Stefano del 1990, a Cortina d’Ampezzo, dove abitualmente trascorreva le vacanze natalizie con la famiglia. La scomparsa non coincise tuttavia con la fine del suo coinvolgimento nell’affare Enimont. A sei anni di distanza la procura di Belluno aprì un’inchiesta per accertarne i presunti collegamenti con le altre morti eccellenti (Gabriele Cagliari e Raul Gardini) dei protagonisti della vicenda. Nulla di certo è stato trovato per sostenere tali sospetti, ma ancora oggi non si è fatta pinea luce sulle ragioni che portarono Piga a firmare il provvedimento che pose fine all’industria chimica italiana. Quello che rimane sono gli elogi di tanti colleghi ed estimatori, che lo ricordarono per l’impegno in magistratura, la vocazione di uomo di stato e per le importanti innovazioni amministrative.
Piga, Franco / G. De Luca - In: Dizionario biografico degli italiani. 83: Piacentini-Pio 5Roma : Istituto della Enciclopedia italiana, 2015. - ISBN 9788812000326.
Piga, Franco
G. De Luca
2015
Abstract
La voce del Dizionario Biografico degli Italiani Treccani ricostruisce la vicenda professionale e politica di Franco Piga (1927-1990) giurista e grand commis legato ai governi della prima Repubblica. Al culmine della sua carriera fu presidente della Consob e ministro delle partecipazioni statali. Piga si occupò fin dall’inizio di questo mandato dello scioglimento della Enimont, joint-venture con quote identiche tra l’Eni e la Montedison-Ferruzzi di Raul Gardini. Sostenne la necessità di un programma di ristrutturazione della società e di valutare fin da subito il suo scioglimento definitivo, firmato da lui stesso il 5 settembre 1990, ma rimase impigliato nell’aggrovigliata vicenda giudiziaria che ne seguì, quando emerse che sua moglie era stata destinataria di una quota di 900 milioni di lire in Cct come parte della “maxi tangente” ai partiti ottenuta dalla sopravalutazione della cessione di Enimont. La sua carriera fu bruscamente e definitivamente interrotta dopo soli cinque mesi, quando Franco Piga morì a seguito di un infarto, il giorno di Santo Stefano del 1990, a Cortina d’Ampezzo, dove abitualmente trascorreva le vacanze natalizie con la famiglia. La scomparsa non coincise tuttavia con la fine del suo coinvolgimento nell’affare Enimont. A sei anni di distanza la procura di Belluno aprì un’inchiesta per accertarne i presunti collegamenti con le altre morti eccellenti (Gabriele Cagliari e Raul Gardini) dei protagonisti della vicenda. Nulla di certo è stato trovato per sostenere tali sospetti, ma ancora oggi non si è fatta pinea luce sulle ragioni che portarono Piga a firmare il provvedimento che pose fine all’industria chimica italiana. Quello che rimane sono gli elogi di tanti colleghi ed estimatori, che lo ricordarono per l’impegno in magistratura, la vocazione di uomo di stato e per le importanti innovazioni amministrative.File | Dimensione | Formato | |
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