Quando Friedrich Schlegel, sul finire del 700, intitola "Dello studio della poesia greca" il suo saggio estetico fondamentale, nel quale fonda dialetticamente la legittimità della poesia moderna proprio a partire da un confronto della stessa con la poesia naturale della Grecia antica, egli non usa a caso il termine “studio”. Attraverso questo termine egli sottolinea infatti il carattere produttivo di questo tipo di approccio all'antichità, opponendolo alla passività dell’imitazione. Sia a livello terminologico che del significato del termine, questo approccio non è nuovo e se ne possono ritrovare le radici in Winckelmann e poi soprattutto in Herder. L’idea dello “studio”, inteso come esplicita metodologia ermeneutica che prende le mosse dalla coscienza della distanza dalla classicità greca come premessa dell’unica conoscenza possibile della stessa in funzione del presente e persino di un progetto utopico futuro, viene poi elaborata soprattutto da Humboldt e verrà poi ripresa da Hölderlin e da Novalis.
"Studio" invece di "imitazione" : l'antichità classica come costruzione per i Classicisti e i Romantici tedeschi / A. Costazza (COLLOQUIUM). - In: Il romantico nel Classicismo, il classico nel Romanticismo / [a cura di] A. Costazza. - Prima edizione. - Milano : LED, 2017. - ISBN 9788879168151. - pp. 87-104 [10.7359/815-2017-cost]
"Studio" invece di "imitazione" : l'antichità classica come costruzione per i Classicisti e i Romantici tedeschi
A. Costazza
2017
Abstract
Quando Friedrich Schlegel, sul finire del 700, intitola "Dello studio della poesia greca" il suo saggio estetico fondamentale, nel quale fonda dialetticamente la legittimità della poesia moderna proprio a partire da un confronto della stessa con la poesia naturale della Grecia antica, egli non usa a caso il termine “studio”. Attraverso questo termine egli sottolinea infatti il carattere produttivo di questo tipo di approccio all'antichità, opponendolo alla passività dell’imitazione. Sia a livello terminologico che del significato del termine, questo approccio non è nuovo e se ne possono ritrovare le radici in Winckelmann e poi soprattutto in Herder. L’idea dello “studio”, inteso come esplicita metodologia ermeneutica che prende le mosse dalla coscienza della distanza dalla classicità greca come premessa dell’unica conoscenza possibile della stessa in funzione del presente e persino di un progetto utopico futuro, viene poi elaborata soprattutto da Humboldt e verrà poi ripresa da Hölderlin e da Novalis.File | Dimensione | Formato | |
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