Quando, nel 1562, si presentava per la prima volta al pubblico con il Rinaldo, il giovane Tasso era consapevole di inserirsi in un panorama articolato e complesso, tra modelli antichi ed esperimenti moderni, progetti editoriali e accesi dibattiti accademici. A fronte di una tradizione critica che ha riservato scarso interesse al primo poema tassiano e che ha per lo più letto il suo autore attraverso le moderne categorie stilistiche, narratologiche ed ermeneutiche, questo studio si propone di ricollocare il Rinaldo all’interno del contesto storico-culturale in cui nacque e di rileggerlo attraverso le categorie retoriche che avevano informato il pensiero di Tasso e dei suoi contemporanei: le categorie di “poetica” e “allegoria”. La ricognizione sul poema prende così le mosse dalla tripartizione in inventio, dispositio ed elocutio, propria della speculazione critica cinquecentesca, rendendo ineludibile il confronto con i Discorsi dell’arte poetica (la cui collocazione cronologica viene in parte riaperta). L’indagine poi, all’interno del Rinaldo, della sfuggente categoria cinquecentesca di “allegoria”, nella sua portata ideologica e negli elementi anticipatori della poesia della Liberata, pone il giovanile poema a metà strada tra la retorica umanistica dell’exemplum e l’allegoria politica della Liberata e della Conquistata. Già nel primo poema, infatti, Tasso sperimenta in modo audace le tensioni tra i poli opposti di finzione e realtà, poesia e storia, epica e romanzo.
Poetica e allegoria nel Rinaldo di Torquato Tasso / M.F.M. Comelli. - Milano : Ledizioni, 2013 Jul. - ISBN 9788867051618. (LA RAGIONE CRITICA)
Poetica e allegoria nel Rinaldo di Torquato Tasso
M.F.M. Comelli
2013
Abstract
Quando, nel 1562, si presentava per la prima volta al pubblico con il Rinaldo, il giovane Tasso era consapevole di inserirsi in un panorama articolato e complesso, tra modelli antichi ed esperimenti moderni, progetti editoriali e accesi dibattiti accademici. A fronte di una tradizione critica che ha riservato scarso interesse al primo poema tassiano e che ha per lo più letto il suo autore attraverso le moderne categorie stilistiche, narratologiche ed ermeneutiche, questo studio si propone di ricollocare il Rinaldo all’interno del contesto storico-culturale in cui nacque e di rileggerlo attraverso le categorie retoriche che avevano informato il pensiero di Tasso e dei suoi contemporanei: le categorie di “poetica” e “allegoria”. La ricognizione sul poema prende così le mosse dalla tripartizione in inventio, dispositio ed elocutio, propria della speculazione critica cinquecentesca, rendendo ineludibile il confronto con i Discorsi dell’arte poetica (la cui collocazione cronologica viene in parte riaperta). L’indagine poi, all’interno del Rinaldo, della sfuggente categoria cinquecentesca di “allegoria”, nella sua portata ideologica e negli elementi anticipatori della poesia della Liberata, pone il giovanile poema a metà strada tra la retorica umanistica dell’exemplum e l’allegoria politica della Liberata e della Conquistata. Già nel primo poema, infatti, Tasso sperimenta in modo audace le tensioni tra i poli opposti di finzione e realtà, poesia e storia, epica e romanzo.File | Dimensione | Formato | |
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