L’Armistizio di Villafranca del 1859 costituì, nel travolgente e per molti versi entusiasmante biennio che condusse all’unità italiana, un trauma profondo quanto, per molti versi, inatteso. La mancata liberazione del Veneto, data per acquisita da gran parte dell’opinione pubblica nazionale a causa del buon andamento della guerra condotta dai franco-piemontesi rappresentò infatti una cocente delusione, che metteva in luce una delle più profonde debolezze di un processo unitario nato e sviluppatosi all’ombra degli scambi diplomatici e della tutela francese. Se la prima, altamente simbolica conseguenza della pace dell’8 luglio furono le dimissioni rassegnate da Cavour a quattro giorni di distanza, essa ne ebbe anche di più durature, a cominciare dal massiccio esodo che vide numerosissimi veneti animati da sentimenti liberali attraversare i confini del Mincio e del Po per cercare rifugio nelle provincie del re di Sardegna prima, d’Italia poi, o più nell’immediato per andare ad arruolarsi fra i volontari delle campagne del 1860. In questo contesto, l’abbandono di Venezia, e la conseguente necessità di liberarla, diventarono fin da subito un problema di stretta attualità per la classe politica liberale, che nel quinquennio successivo all’unità dedicò a quella del Veneto attenzioni non minori di quelle riservate alla ben più simbolica questione romana. Il destino di Venezia, divenuto uno dei primi terreni di confronto del nuovo regno, costituisce un eccellente d’osservazione per inquadrare l’organizzazione delle forze in campo, le differenti opzioni e posizioni ideologiche, così come sulle diverse soluzioni in fatto di organizzazione e mobilitazione politica che vennero approntate per coinvolgere l’opinione pubblica e sostenere gli sforzi dei «fratelli veneti». Risulta pertanto estremamente interessante concentrare l’attenzione sulla fiorente discussione politica e pubblicistica che, in ambito moderato come in area democratica e, più che mai, mazziniana si dispiegò nel quinquennio successivo al 1861: ne deriverà una lettura più nitida del significato simbolico del problema veneto nel quadro del consolidamento dello Stato unitario, che consentirà, in una sorta di gioco di specchi, di meglio comprendere i processi e le dinamiche della scena politica italiana.

Le nostre più vitali quistioni : il dibattito politico sul Veneto da Villafranca al ‘66 / P..G. Trincanato. ((Intervento presentato al convegno Veneto 1866 : una storia dimenticata? tenutosi a Milano nel 2016.

Le nostre più vitali quistioni : il dibattito politico sul Veneto da Villafranca al ‘66

P..G. Trincanato
2016

Abstract

L’Armistizio di Villafranca del 1859 costituì, nel travolgente e per molti versi entusiasmante biennio che condusse all’unità italiana, un trauma profondo quanto, per molti versi, inatteso. La mancata liberazione del Veneto, data per acquisita da gran parte dell’opinione pubblica nazionale a causa del buon andamento della guerra condotta dai franco-piemontesi rappresentò infatti una cocente delusione, che metteva in luce una delle più profonde debolezze di un processo unitario nato e sviluppatosi all’ombra degli scambi diplomatici e della tutela francese. Se la prima, altamente simbolica conseguenza della pace dell’8 luglio furono le dimissioni rassegnate da Cavour a quattro giorni di distanza, essa ne ebbe anche di più durature, a cominciare dal massiccio esodo che vide numerosissimi veneti animati da sentimenti liberali attraversare i confini del Mincio e del Po per cercare rifugio nelle provincie del re di Sardegna prima, d’Italia poi, o più nell’immediato per andare ad arruolarsi fra i volontari delle campagne del 1860. In questo contesto, l’abbandono di Venezia, e la conseguente necessità di liberarla, diventarono fin da subito un problema di stretta attualità per la classe politica liberale, che nel quinquennio successivo all’unità dedicò a quella del Veneto attenzioni non minori di quelle riservate alla ben più simbolica questione romana. Il destino di Venezia, divenuto uno dei primi terreni di confronto del nuovo regno, costituisce un eccellente d’osservazione per inquadrare l’organizzazione delle forze in campo, le differenti opzioni e posizioni ideologiche, così come sulle diverse soluzioni in fatto di organizzazione e mobilitazione politica che vennero approntate per coinvolgere l’opinione pubblica e sostenere gli sforzi dei «fratelli veneti». Risulta pertanto estremamente interessante concentrare l’attenzione sulla fiorente discussione politica e pubblicistica che, in ambito moderato come in area democratica e, più che mai, mazziniana si dispiegò nel quinquennio successivo al 1861: ne deriverà una lettura più nitida del significato simbolico del problema veneto nel quadro del consolidamento dello Stato unitario, che consentirà, in una sorta di gioco di specchi, di meglio comprendere i processi e le dinamiche della scena politica italiana.
25-nov-2016
Risorgimento; Venezia; Veneto; Villafranca
Settore M-STO/04 - Storia Contemporanea
Civiche Raccolte Storiche - Museo del Risorgimento di Milano
Dipartimento di Studi Storici - Università degli Studi di Milano
Istituto per la storia del Risorgimento italiano - Comitato di Milano
Le nostre più vitali quistioni : il dibattito politico sul Veneto da Villafranca al ‘66 / P..G. Trincanato. ((Intervento presentato al convegno Veneto 1866 : una storia dimenticata? tenutosi a Milano nel 2016.
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