La riapertura dei rapporti con la Porta nel 1665 diede al patriziato e ai mercanti genovesi nuove possibilità di guadagno: l’Impero Ottomano era un enorme mercato di sbocco e la Repubblica di Genova stava vivendo una seconda età dell’oro. Le nuove possibilità di guadagno coinvolgevano tutti gli strati della società: dai finanzieri aristocratici ai padroni marittimi, dai procuratori ai mediatori, fino ad arrivare a quanti lavoravano nella manifattura tessile destinata all’esportazione. Per quanto riguarda i commerci col Levante le fonti sono piuttosto avare, specie quelle private. Fanno eccezione le carte di Battista Durazzo, patrizio genovese che visse e commerciò a Smirne per circa un anno e mezzo tra il 1668 e il 1669. Si tratta di cinque libri contabili e un copialettere, che ci hanno permesso di ricostruire il suo soggiorno in quello che era il più importante scalo commerciale dell’Impero Ottomano. Soprattutto ci informano sulla sua formazione mercantile e sul suo modus operandi, mostrandoci una quotidianità segnata da complesse relazioni interpersonali che lo legavano sia ai giusdicenti locali sia agli altri mercanti attivi sulla piazza, fossero essi franchi, ebrei, armeni o genovesi. Una documentazione preziosa che ci dà la possibilità di ricostruire le sue reti commerciali, fornendoci molte informazioni economiche sulla Smirne del Seicento.

Un genovese a Smirne nel XVII secolo: l’esperienza di Battista Durazzo (1668-1669) / F. Fioriti. ((Intervento presentato al convegno Seminario di giovani studiose e studiosi di storia dell'età moderna tenutosi a Bologna nel 2016.

Un genovese a Smirne nel XVII secolo: l’esperienza di Battista Durazzo (1668-1669)

F. Fioriti
2016

Abstract

La riapertura dei rapporti con la Porta nel 1665 diede al patriziato e ai mercanti genovesi nuove possibilità di guadagno: l’Impero Ottomano era un enorme mercato di sbocco e la Repubblica di Genova stava vivendo una seconda età dell’oro. Le nuove possibilità di guadagno coinvolgevano tutti gli strati della società: dai finanzieri aristocratici ai padroni marittimi, dai procuratori ai mediatori, fino ad arrivare a quanti lavoravano nella manifattura tessile destinata all’esportazione. Per quanto riguarda i commerci col Levante le fonti sono piuttosto avare, specie quelle private. Fanno eccezione le carte di Battista Durazzo, patrizio genovese che visse e commerciò a Smirne per circa un anno e mezzo tra il 1668 e il 1669. Si tratta di cinque libri contabili e un copialettere, che ci hanno permesso di ricostruire il suo soggiorno in quello che era il più importante scalo commerciale dell’Impero Ottomano. Soprattutto ci informano sulla sua formazione mercantile e sul suo modus operandi, mostrandoci una quotidianità segnata da complesse relazioni interpersonali che lo legavano sia ai giusdicenti locali sia agli altri mercanti attivi sulla piazza, fossero essi franchi, ebrei, armeni o genovesi. Una documentazione preziosa che ci dà la possibilità di ricostruire le sue reti commerciali, fornendoci molte informazioni economiche sulla Smirne del Seicento.
nov-2016
Settore M-STO/02 - Storia Moderna
SISEM - Società Italiana per la Storia dell'Età Moderna
Università di Bologna
Un genovese a Smirne nel XVII secolo: l’esperienza di Battista Durazzo (1668-1669) / F. Fioriti. ((Intervento presentato al convegno Seminario di giovani studiose e studiosi di storia dell'età moderna tenutosi a Bologna nel 2016.
Conference Object
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2434/517617
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact