Il contributo intende illustrare le caratteristiche del poemetto epistolare "Il viaggio" (Ragusa 1784) di Giulio Bajamonti (1744-1800), medico, musicista e letterato di Spalato, che fu compagno di Alberto Fortis durante la spedizione descritta dal naturalista padovano nel "Viaggio in Dalmazia" (1774). Con inserti di tipo satirico e didascalico, gli oltre ottocento endecasillabi sciolti dell’epistola riferiscono dell’itinerario per mare fino a Ragusa (il porto di partenza fu, presumibilmente, quello di Spalato), le cui tappe offrono all’autore l’occasione di rappresentare una varia tipologia di personaggi e di formulare riflessioni fra letteratura e scienza, nei modi di una conversazione con dotti interlocutori, capaci di cogliere il gioco di citazioni (Orazio, Ovidio, Lucrezio) e di rimandi al recente passato (le opere latine dei ragusani Benedetto Stay e Stefano Gradi). Questo interessante esempio di letteratura odeporica si affianca all’analoga produzione in versi di Pindemonte (1793) e di Alfieri (1797), sostenuta sul versante teorico dai trattati del veneto Giuseppe Toaldo (1791) e dell’abate modenese Ildefonso Valdastri (1789).
Giulio Bajamonti poeta : moralità e scienza nell'epistola "Il viaggio" (1784) / A.M. Salvadè (BIBLIOTECA DELLA RIVISTA DI LETTERATURA ITALIANA). - In: Letteratura dalmata italiana : atti del Convegno internazionale, Trieste, 27–28 febbraio 2015 / [a cura di] G. Baroni, C. Benussi. - Pisa : Fabrizio Serra, 2016. - ISBN 978-88-6227-777-8. - pp. 287-292 (( convegno Letteratura dalmata italiana tenutosi a Trieste nel 2015.
Giulio Bajamonti poeta : moralità e scienza nell'epistola "Il viaggio" (1784)
A.M. Salvadè
2016
Abstract
Il contributo intende illustrare le caratteristiche del poemetto epistolare "Il viaggio" (Ragusa 1784) di Giulio Bajamonti (1744-1800), medico, musicista e letterato di Spalato, che fu compagno di Alberto Fortis durante la spedizione descritta dal naturalista padovano nel "Viaggio in Dalmazia" (1774). Con inserti di tipo satirico e didascalico, gli oltre ottocento endecasillabi sciolti dell’epistola riferiscono dell’itinerario per mare fino a Ragusa (il porto di partenza fu, presumibilmente, quello di Spalato), le cui tappe offrono all’autore l’occasione di rappresentare una varia tipologia di personaggi e di formulare riflessioni fra letteratura e scienza, nei modi di una conversazione con dotti interlocutori, capaci di cogliere il gioco di citazioni (Orazio, Ovidio, Lucrezio) e di rimandi al recente passato (le opere latine dei ragusani Benedetto Stay e Stefano Gradi). Questo interessante esempio di letteratura odeporica si affianca all’analoga produzione in versi di Pindemonte (1793) e di Alfieri (1797), sostenuta sul versante teorico dai trattati del veneto Giuseppe Toaldo (1791) e dell’abate modenese Ildefonso Valdastri (1789).Pubblicazioni consigliate
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