Il contributo è dedicato al testo teatrale di Caryl Churchill, Questa è una sedia, e ne precede la traduzione in italiano. Si tratta di un testo importante dell'autrice inglese, uno spartiacque in cui Churchill pone al centro una riflessione sulle modalità di rappresentazione della realtà, stimolata anche dal confronto con la nuova generazione del teatro cosiddetto in-yer-face promossa da Stephen Daldry al Royal Court Theatre di Londra. Ai figli disorientati della signora Thatcher, come li ha definiti Michael Billington , autori come Sarah Kane, Mark Ravenhill o Judy Upton, che sono mossi da una disillusione assoluta e dal crollo di ogni codice morale di riferimento, e che prendono le distanze dai modelli del teatro impegnato e ideologico, Churchill offre un manifesto di un nuovo modo di fare teatro politico. Questa è una sedia inaugura un linguaggio che mette in discussione quell’epica brechtiana che era stata un punto di riferimento della sua drammaturgia fino a quel momento, confermando la sua straordinaria capacità di catturare le ansie e i cambiamenti del momento. La drammaturga coglie così la crescente frenesia e frammentarietà delle vite e dei comportamenti alla fine degli anni Novanta, quando l’imporsi della globalizzazione e della comunicazione e informazione virtuale cambiano le relazioni interpersonali e accentuano una diffusa, per quanto inconscia, propensione alla rimozione del bombardamento quotidiano d’informazioni e immagini, e reinventa l’epica a partire dal surrealismo in un testo che colpisce per il poco, o nulla, che esibisce sulla scena.
Questa è una sedia / M. Cavecchi (Teatro. percorsi.). - In: Teatro 4 / C. Churchill ; [a cura di] P. Bono. - Prima edizione. - Roma : Editoria & Spettacolo, 2017 Oct. - ISBN 9788897276883. - pp. 11-20
Questa è una sedia
M. CavecchiPrimo
2017
Abstract
Il contributo è dedicato al testo teatrale di Caryl Churchill, Questa è una sedia, e ne precede la traduzione in italiano. Si tratta di un testo importante dell'autrice inglese, uno spartiacque in cui Churchill pone al centro una riflessione sulle modalità di rappresentazione della realtà, stimolata anche dal confronto con la nuova generazione del teatro cosiddetto in-yer-face promossa da Stephen Daldry al Royal Court Theatre di Londra. Ai figli disorientati della signora Thatcher, come li ha definiti Michael Billington , autori come Sarah Kane, Mark Ravenhill o Judy Upton, che sono mossi da una disillusione assoluta e dal crollo di ogni codice morale di riferimento, e che prendono le distanze dai modelli del teatro impegnato e ideologico, Churchill offre un manifesto di un nuovo modo di fare teatro politico. Questa è una sedia inaugura un linguaggio che mette in discussione quell’epica brechtiana che era stata un punto di riferimento della sua drammaturgia fino a quel momento, confermando la sua straordinaria capacità di catturare le ansie e i cambiamenti del momento. La drammaturga coglie così la crescente frenesia e frammentarietà delle vite e dei comportamenti alla fine degli anni Novanta, quando l’imporsi della globalizzazione e della comunicazione e informazione virtuale cambiano le relazioni interpersonali e accentuano una diffusa, per quanto inconscia, propensione alla rimozione del bombardamento quotidiano d’informazioni e immagini, e reinventa l’epica a partire dal surrealismo in un testo che colpisce per il poco, o nulla, che esibisce sulla scena.File | Dimensione | Formato | |
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