Il contributo analizza il dibattito in corso sullo stile della sentenza francese (in particolare delle sentenze civili della Cour de cassation); è, infatti, la stessa letteratura d’oltralpe a sottolineare come l’attuale discussione presenta elementi di novità significativi rispetto al passato, e d’altro canto è stato lo stesso primo presidente della Cour de cassation a costituire un gruppo di lavoro sulla motivazione delle sentenze, nell’ambito di una più ampia riflessione, prodromica a una riforma che la Corte stessa vuole delineare. In questo contesto il presente lavoro riflette in particolare sulla sentenza come messaggio, che proprio inserendosi in una strategia dell’agire comunicativo, e quindi in considerazione del contesto e dei diversi destinatari e uditori, è oggetto di discussione. Lo sviluppo di strumenti “periferici”, che si affiancano al testo della sentenza (Rapport Annuel, comunicati, notes explicatives…) così come di altre strategie non è più considerato sufficiente. Se la celebre frase di Wittgenstein (secondo cui su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere) è stata nel passato utilizzata perché ben sembrava attagliarsi all’operato del giudice francese (cfr. Gambaro), nel momento attuale si chiede un ampliamento del territorio del “detto” a scapito del “non detto”, e quindi, riprendendo ancora la celebre proposizione del filosofo, vi è l’auspicio che se quel che non si può dire è meglio tacere, quel che si può dire sia invece detto con chiarezza.
Lo stile della Corte di cassazione francese in discussione / B. Vari (STUDI DI DIRITTO PRIVATO. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO). - In: Studi in onore di Antonio Gambaro : un giurista di successo. 1 / [a cura di] U. Mattei, A. Candian, B. Pozzo, A. Monti, C. Marchetti. - Prima edizione. - Milano : Giuffrè, 2017. - ISBN 9788814220555. - pp. 511-522
Lo stile della Corte di cassazione francese in discussione
B. VariPrimo
2017
Abstract
Il contributo analizza il dibattito in corso sullo stile della sentenza francese (in particolare delle sentenze civili della Cour de cassation); è, infatti, la stessa letteratura d’oltralpe a sottolineare come l’attuale discussione presenta elementi di novità significativi rispetto al passato, e d’altro canto è stato lo stesso primo presidente della Cour de cassation a costituire un gruppo di lavoro sulla motivazione delle sentenze, nell’ambito di una più ampia riflessione, prodromica a una riforma che la Corte stessa vuole delineare. In questo contesto il presente lavoro riflette in particolare sulla sentenza come messaggio, che proprio inserendosi in una strategia dell’agire comunicativo, e quindi in considerazione del contesto e dei diversi destinatari e uditori, è oggetto di discussione. Lo sviluppo di strumenti “periferici”, che si affiancano al testo della sentenza (Rapport Annuel, comunicati, notes explicatives…) così come di altre strategie non è più considerato sufficiente. Se la celebre frase di Wittgenstein (secondo cui su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere) è stata nel passato utilizzata perché ben sembrava attagliarsi all’operato del giudice francese (cfr. Gambaro), nel momento attuale si chiede un ampliamento del territorio del “detto” a scapito del “non detto”, e quindi, riprendendo ancora la celebre proposizione del filosofo, vi è l’auspicio che se quel che non si può dire è meglio tacere, quel che si può dire sia invece detto con chiarezza.File | Dimensione | Formato | |
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