In the cultures of antiquity and in traditional cultures, bathing had (has) connotations in terms of health, hedonism and catharsis that were (are) predominant over its hygienic connotations. Bathhouses rose rapidly in popularity in the West from the high Medieval period onwards, but really became part and parcel of everyday life in the Victorian period, and they have remained so to this days.Water has marked the existential phases of human life for thousands of years. The path towards progressive specialization and privatization of hygienic practice has not been unwavering. This is a tradition that belongs for the most past to the Western world and over the centuries has altered back and forth between phases of abandonment and recovery.

Nelle culture dell'antichità e nelle culture tradizionali, il bagno ha significati salutistici, edonistici e catartici, prevalenti rispetto alle connotazioni igieniche, che fanno il loro prepotente ingresso in Occidente a partire dal pieno Medioevo, ma si diffondono e radicalizzano dal secolo scorso, caratterizzando tuttora la nostra vita quotidiana. L’acqua scandisce da migliaia di anni le fasi esistenziali dell’essere umano. I percorsi di progressiva specializzazione e privatizzazione delle pratiche igieniche non sono quindi univoci: appartengono prevalentemente al mondo occidentale e, al suo interno, presentano fasi alterne di abbandono e di ripresa. In passato, gli spazi di questa particolare intimità erano riservati ai ceti egemoni e venivano intesi come testimonianze di potere e di distinzione sociale. Nella Grecia classica, i bagni pubblici erano generalmente annessi alla palestra. In alcune importanti ville della Roma tardorepubblicana erano già presenti strutture termali e impianti igienici. Nella Roma del I secolo d.C., la costruzione dei grandi acquedotti favorì la realizzazione delle terme, a cui gli imperatori, da Tito in poi, amarono legare il proprio nome. Con la caduta dell'Impero e la decadenza delle opere preposte al rifornimento idrico della città, si abbandonarono però anche gli impianti termali. Dopo l'anno Mille, l'Oriente musulmano, che aveva assimilato alcuni criteri e accorgimenti costruttivi delle terme romane, diffuse nell'Europa occidentale, attraverso i pellegrinaggi armati dei crociati, una versione rielaborata di questo momento di socialità: i bagni turchi, definiti stufe. Nelle città occidentali, peraltro, alcune abitazioni disponevano di pozzi neri, ma generalmente l'eliminazione dei rifiuti domestici, degli scarti delle produzioni artigianali e dei liquami delle latrine era affidata a un corso d'acqua. Nel Basso Medioevo, l'uso di raffinati accessori da bagno mobili, inizialmente circoscritto all’aristocrazia, si estese anche ai ceti medi. Alla luce di una dimensione utilitaria, ma anche di sempre più attente prescrizioni igienico-sanitarie, si spiega il successo, diffuso a tutti i livelli sociali, di un'altra innovazione, introdotta già nel pieno Quattrocento sia nelle dimore signorili sia nelle abitazioni dei ceti artigiani: un particolare tipo di sedile forato, detto, a Milano, destro. Nel 1596 Sir John Harrington descrive il primo water closet a valvola, ma la sua diffusione, previa reinvenzione, si fece attendere per altri due secoli. Al 1726, risale invece il primo documento francese che documenta l’uso del bidet, rielaborazione dell’antico semicupio. La rivoluzione industriale e l’introduzione di nuovi materiali trasformano radicalmente gli arredi delle stanze da bagno. Sarebbero cambiati forme, colori, materiali, ma il loro legame con l’abitabilità di un edificio era ormai un concetto consolidato.

I bagni pubblici dall'antichità all'Ottocento / F.I.M. Vaglienti - In: Albergo diurno Venezia : Storia, architettura e memoria nel sottosuolo di Milano / [a cura di] L. Borromeo, S. Della Torre, R. Dulio, E. Scarpellini. - Prima edizione. - Arcidosso : Effigi, 2017. - ISBN 9788864337722. - pp. 45-56

I bagni pubblici dall'antichità all'Ottocento

F.I.M. Vaglienti
Primo
2017

Abstract

In the cultures of antiquity and in traditional cultures, bathing had (has) connotations in terms of health, hedonism and catharsis that were (are) predominant over its hygienic connotations. Bathhouses rose rapidly in popularity in the West from the high Medieval period onwards, but really became part and parcel of everyday life in the Victorian period, and they have remained so to this days.Water has marked the existential phases of human life for thousands of years. The path towards progressive specialization and privatization of hygienic practice has not been unwavering. This is a tradition that belongs for the most past to the Western world and over the centuries has altered back and forth between phases of abandonment and recovery.
No
Italian
Nelle culture dell'antichità e nelle culture tradizionali, il bagno ha significati salutistici, edonistici e catartici, prevalenti rispetto alle connotazioni igieniche, che fanno il loro prepotente ingresso in Occidente a partire dal pieno Medioevo, ma si diffondono e radicalizzano dal secolo scorso, caratterizzando tuttora la nostra vita quotidiana. L’acqua scandisce da migliaia di anni le fasi esistenziali dell’essere umano. I percorsi di progressiva specializzazione e privatizzazione delle pratiche igieniche non sono quindi univoci: appartengono prevalentemente al mondo occidentale e, al suo interno, presentano fasi alterne di abbandono e di ripresa. In passato, gli spazi di questa particolare intimità erano riservati ai ceti egemoni e venivano intesi come testimonianze di potere e di distinzione sociale. Nella Grecia classica, i bagni pubblici erano generalmente annessi alla palestra. In alcune importanti ville della Roma tardorepubblicana erano già presenti strutture termali e impianti igienici. Nella Roma del I secolo d.C., la costruzione dei grandi acquedotti favorì la realizzazione delle terme, a cui gli imperatori, da Tito in poi, amarono legare il proprio nome. Con la caduta dell'Impero e la decadenza delle opere preposte al rifornimento idrico della città, si abbandonarono però anche gli impianti termali. Dopo l'anno Mille, l'Oriente musulmano, che aveva assimilato alcuni criteri e accorgimenti costruttivi delle terme romane, diffuse nell'Europa occidentale, attraverso i pellegrinaggi armati dei crociati, una versione rielaborata di questo momento di socialità: i bagni turchi, definiti stufe. Nelle città occidentali, peraltro, alcune abitazioni disponevano di pozzi neri, ma generalmente l'eliminazione dei rifiuti domestici, degli scarti delle produzioni artigianali e dei liquami delle latrine era affidata a un corso d'acqua. Nel Basso Medioevo, l'uso di raffinati accessori da bagno mobili, inizialmente circoscritto all’aristocrazia, si estese anche ai ceti medi. Alla luce di una dimensione utilitaria, ma anche di sempre più attente prescrizioni igienico-sanitarie, si spiega il successo, diffuso a tutti i livelli sociali, di un'altra innovazione, introdotta già nel pieno Quattrocento sia nelle dimore signorili sia nelle abitazioni dei ceti artigiani: un particolare tipo di sedile forato, detto, a Milano, destro. Nel 1596 Sir John Harrington descrive il primo water closet a valvola, ma la sua diffusione, previa reinvenzione, si fece attendere per altri due secoli. Al 1726, risale invece il primo documento francese che documenta l’uso del bidet, rielaborazione dell’antico semicupio. La rivoluzione industriale e l’introduzione di nuovi materiali trasformano radicalmente gli arredi delle stanze da bagno. Sarebbero cambiati forme, colori, materiali, ma il loro legame con l’abitabilità di un edificio era ormai un concetto consolidato.
Milano; bagni pubblici; igiene; cura personale
Settore M-STO/01 - Storia Medievale
Capitolo o Saggio
Sì, ma tipo non specificato
Ricerca di base
Pubblicazione divulgativa
Albergo diurno Venezia : Storia, architettura e memoria nel sottosuolo di Milano
L. Borromeo, S. Della Torre, R. Dulio, E. Scarpellini
Prima edizione
Arcidosso
Effigi
2017
45
56
12
9788864337722
Volume a diffusione nazionale
Aderisco
F.I.M. Vaglienti
Book Part (author)
reserved
268
I bagni pubblici dall'antichità all'Ottocento / F.I.M. Vaglienti - In: Albergo diurno Venezia : Storia, architettura e memoria nel sottosuolo di Milano / [a cura di] L. Borromeo, S. Della Torre, R. Dulio, E. Scarpellini. - Prima edizione. - Arcidosso : Effigi, 2017. - ISBN 9788864337722. - pp. 45-56
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