La fibrillazione atriale (FA) rappresenta l'aritmia più comune nei pazienti con malattia renale cronica (CKD) in cui si associa, come nella popolazione generale, ad un aumento del rischio tromboembolico e di stroke con il progressivo ridursi del filtrato glomerulare (GFR). In tali pa zienti,e soprattutto in quelli sottoposti a terapia dialitica (RRT),è presente inoltre un incremento delrischio emorragico, soprattutto a carico deltratto gastroenterico. Glianticoagulanti orali costituiscono la forma ditromboprofilassipiCJ eflicace neipazienticon FA che presentino un rischio maggiore di stroke. Tuttavia, le limitate evidenze scientifiche riguar danti la loro eflicacia,nonché l'aumento delrischio emorragico ed alcuniaspettiriguardanti l'uso dalwarfarin in CKD hanno spesso portato ad un loro scarso utilizzo in tali pazienti. Un crescente numero di studi sembra suggerire che nei soggetti con normale funzione renale ifarmacianticoagulanti oralinon vitamina K dipendenti (NOACs) riducono significativamente il rischio distroka, emorragia intracranica e mortalità, conriduzione deisanguinamentimaggioriin confronto agliantagonisti della vitamina K (come il warfarin).Pertanto, essi sono raccomandati nei pazienti con FA a rischio distroke.Tuttavia, dalmomento che loro escrezione è fortemente influenzata dallivello difunzione renale,attualmente disponiamo discarse informazioni sulloro utilizzo neipazienti con clearance della creatinina inferiore a 25 mllmin poiché essistatiesclusi da tutti i trialdi fase 3 riguardantil'impiego deiNOACs. Scopo della presente review è quello di puntualizzare i principali aspetti di farmacocinetica nonché le evidenze note,anche prospettiche,relativamente ai NOACs neipazienti con malattia renale cronica in fase conservativa (clearance della creatinina < 25 mllmin) ed in quelli sottopo stia trattamento dialitico.
Anticoagulanti orali non vitamina K dipendenti (NOACs) nei pazienti affetti da malattia renale cronica e fibrillazione atriale non valvolare / L. Di Lullo, V. Barbera, A. Bellasi, M. Cozzolino, D. Russo, G. Otranto, F. Santoboni, C. Ronco. - In: GIORNALE ITALIANO DI NEFROLOGIA. - ISSN 1724-5990. - 34:2(2017 May), pp. 58-73.
Anticoagulanti orali non vitamina K dipendenti (NOACs) nei pazienti affetti da malattia renale cronica e fibrillazione atriale non valvolare
A. Bellasi;M. Cozzolino;
2017
Abstract
La fibrillazione atriale (FA) rappresenta l'aritmia più comune nei pazienti con malattia renale cronica (CKD) in cui si associa, come nella popolazione generale, ad un aumento del rischio tromboembolico e di stroke con il progressivo ridursi del filtrato glomerulare (GFR). In tali pa zienti,e soprattutto in quelli sottoposti a terapia dialitica (RRT),è presente inoltre un incremento delrischio emorragico, soprattutto a carico deltratto gastroenterico. Glianticoagulanti orali costituiscono la forma ditromboprofilassipiCJ eflicace neipazienticon FA che presentino un rischio maggiore di stroke. Tuttavia, le limitate evidenze scientifiche riguar danti la loro eflicacia,nonché l'aumento delrischio emorragico ed alcuniaspettiriguardanti l'uso dalwarfarin in CKD hanno spesso portato ad un loro scarso utilizzo in tali pazienti. Un crescente numero di studi sembra suggerire che nei soggetti con normale funzione renale ifarmacianticoagulanti oralinon vitamina K dipendenti (NOACs) riducono significativamente il rischio distroka, emorragia intracranica e mortalità, conriduzione deisanguinamentimaggioriin confronto agliantagonisti della vitamina K (come il warfarin).Pertanto, essi sono raccomandati nei pazienti con FA a rischio distroke.Tuttavia, dalmomento che loro escrezione è fortemente influenzata dallivello difunzione renale,attualmente disponiamo discarse informazioni sulloro utilizzo neipazienti con clearance della creatinina inferiore a 25 mllmin poiché essistatiesclusi da tutti i trialdi fase 3 riguardantil'impiego deiNOACs. Scopo della presente review è quello di puntualizzare i principali aspetti di farmacocinetica nonché le evidenze note,anche prospettiche,relativamente ai NOACs neipazienti con malattia renale cronica in fase conservativa (clearance della creatinina < 25 mllmin) ed in quelli sottopo stia trattamento dialitico.File | Dimensione | Formato | |
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