Secondo Laffont (2005), in presenza di agenda privata dei politici, ed in particolare di corruzione, con regolatori a loro volta corrompibili e ispezioni costose, i governi dei PVS hanno una funzione non lineare di reazione verso la privatizzazione, a forma di U rovesciata, dipendente dal grado di corruzione. Governi benevolenti o molto corrotti possono essere altrettanto poco desiderosi di disfarsi di infrastrutture e servizi di pubblica utilità, per ragioni opposte e con esiti sociali ben diversi. Governi con gradi intermedi di agenda privata possono essere razionalmente assai pi?? favorevoli alla privatizzazione, ma non sempre per buone ragioni sotto il profilo del benessere sociale. Privatizzazioni indesiderabili sono quelle che avvengono per il favorevole calcolo dei benefici e costi privati dei politici, pur in presenza di sfavorevoli benefici e costi sociali. Il lavoro propone in primo luogo una riesposizione del modello teorico, in una forma molto semplificata rispetto al testo di Laffont. In secondo luogo, si discutono criticamente alcune ipotesi del modello. In terzo luogo, dopo avere discusso l'evidenza empirica, forse non del tutto convincente, si propone una interpretazione dell'analisi e si traggono le sue implicazioni per le politiche pubbliche
Una teoria positiva delle privatizzazioni per i paesi in via di sviluppo : note a margine delle ultime lezioni di Jean Jacques Laffont / M. Florio. - Milano : Dipartimento di scienze economiche aziendali e statistiche, 2005.
Una teoria positiva delle privatizzazioni per i paesi in via di sviluppo : note a margine delle ultime lezioni di Jean Jacques Laffont
M. FlorioPrimo
2005
Abstract
Secondo Laffont (2005), in presenza di agenda privata dei politici, ed in particolare di corruzione, con regolatori a loro volta corrompibili e ispezioni costose, i governi dei PVS hanno una funzione non lineare di reazione verso la privatizzazione, a forma di U rovesciata, dipendente dal grado di corruzione. Governi benevolenti o molto corrotti possono essere altrettanto poco desiderosi di disfarsi di infrastrutture e servizi di pubblica utilità, per ragioni opposte e con esiti sociali ben diversi. Governi con gradi intermedi di agenda privata possono essere razionalmente assai pi?? favorevoli alla privatizzazione, ma non sempre per buone ragioni sotto il profilo del benessere sociale. Privatizzazioni indesiderabili sono quelle che avvengono per il favorevole calcolo dei benefici e costi privati dei politici, pur in presenza di sfavorevoli benefici e costi sociali. Il lavoro propone in primo luogo una riesposizione del modello teorico, in una forma molto semplificata rispetto al testo di Laffont. In secondo luogo, si discutono criticamente alcune ipotesi del modello. In terzo luogo, dopo avere discusso l'evidenza empirica, forse non del tutto convincente, si propone una interpretazione dell'analisi e si traggono le sue implicazioni per le politiche pubblichePubblicazioni consigliate
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