Dopo una ricostruzione dello scenario attuale dei rapporti fra Stato e confessioni religiose quale concretizzatosi, per via di prassi, per mezzo degli strumenti pattizi previsti dagli articoli 7.2 e 8.3 della Costituzione, l'autore mette indica alcune linee di tendenza, emerse nella ricostruzione teorica di dottrina e giurisprudenza (nazionale e internazionale), che indicherebbero la strada da percorrere per un radicale ripensamento di quello scenario. A seguire, svolge un'analisi della sentenza n. 52 del 2016 della Corte costituzionale, soffermandosi sugli aspetti di più evidente continuità o discontinuità di tale pronuncia in relazione alla pregressa giurisprudenza costituzionale, concentrandosi in modo particolare sul rapporto tra diritto unilaterale e diritto pattizio nel sistema di disciplina del fattore religioso. In ultimo, legge la sentenza n. 52 alla luce delle indicazioni provenienti dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, ipotizzando i punti chiave di un possibile sindacato sovranazionale sull'operato del Governo italiano nel suo relazionarsi con i soggetti richiedenti un'intesa ai sensi dell'art. 8.3 Cost. (e in particolare nel caso UAAR, dal quale è scaturita la sentenza n. 52/2016 della Corte costituzionale).
Mala tempora currunt (sed peiora parantur?) Per le confessioni religiose senza intesa : note a margine della sentenza n. 52/2016 della Corte Costituzionale / M. Toscano. - In: IL DIRITTO ECCLESIASTICO. - ISSN 1128-7772. - 126:1-4(2017), pp. 191-235. [10.19272/201530804014]
Mala tempora currunt (sed peiora parantur?) Per le confessioni religiose senza intesa : note a margine della sentenza n. 52/2016 della Corte Costituzionale
M. Toscano
2017
Abstract
Dopo una ricostruzione dello scenario attuale dei rapporti fra Stato e confessioni religiose quale concretizzatosi, per via di prassi, per mezzo degli strumenti pattizi previsti dagli articoli 7.2 e 8.3 della Costituzione, l'autore mette indica alcune linee di tendenza, emerse nella ricostruzione teorica di dottrina e giurisprudenza (nazionale e internazionale), che indicherebbero la strada da percorrere per un radicale ripensamento di quello scenario. A seguire, svolge un'analisi della sentenza n. 52 del 2016 della Corte costituzionale, soffermandosi sugli aspetti di più evidente continuità o discontinuità di tale pronuncia in relazione alla pregressa giurisprudenza costituzionale, concentrandosi in modo particolare sul rapporto tra diritto unilaterale e diritto pattizio nel sistema di disciplina del fattore religioso. In ultimo, legge la sentenza n. 52 alla luce delle indicazioni provenienti dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, ipotizzando i punti chiave di un possibile sindacato sovranazionale sull'operato del Governo italiano nel suo relazionarsi con i soggetti richiedenti un'intesa ai sensi dell'art. 8.3 Cost. (e in particolare nel caso UAAR, dal quale è scaturita la sentenza n. 52/2016 della Corte costituzionale).File | Dimensione | Formato | |
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