Le malformazioni arterovenose (MAV) sono malformazioni ad alto flusso in cui una rete complessa di vasi mette in comunicazione diretta afferenze arteriose e drenaggio venoso. Le MAV vanno solitamente incontro a progressione nel corso della vita, mentre le regressioni spontanee documentate sono sostanzialmente eccezionali. Le MAV sono estremamente aggressive e possiedono una capacità infiltrativa locale che ricorda quella delle neoplasie maligne. La resezione chirurgica “radicale” garantisce le più elevate possibilità di cura, ma non vi è unanimità sulla gestione delle MAV di dimensioni maggiori che non possono essere rimosse in modo completo. Scopo di questa presentazione è quello di proporre un approccio differente al trattamento delle MAV di grosse dimensioni non candidabili alla resezione radicale. L’associazione di farmaci antiangiogenetici (che deve iniziare prima della chirurgia e proseguire nel periodo postoperatorio) potrebbe avere un ruolo chiave nel prevenire la tanto temuta crescita “esplosiva” del nidus rimanente a fronte di un’asportazione parziale. Questo approccio potrebbe rendere possibile realizzare per questi pazienti recontouring e altre procedure più “orientate all’estetica”, con un ovvio miglioramento della qualità di vita. Il più promettente tra i farmaci antiangiogenetici sembra essere la Talidomide, anche se altri farmaci come Sirolimus, inibitori della via di VEGF, interferoni e inibitori delle metalloproteinasi potrebbero rivelarsi altrettanto utili. Anche il propanololo potrebbe avere un ruolo simile, come sembrano indicare alcune recenti scoperte nel campo della retinopatia del prematuro e dell’oncobiologia.
Il ruolo dei farmaci antiangiogenetici nella gestione delle malformazioni artero-venose del distretto testa-collo / G. Colletti, F. Allevi, P. Dalmonte, R. Mattassi, L. Moneghini, F. Biglioli. ((Intervento presentato al 3. convegno SISAV tenutosi a Napoli nel 2015.
Il ruolo dei farmaci antiangiogenetici nella gestione delle malformazioni artero-venose del distretto testa-collo
G. CollettiPrimo
;F. AlleviSecondo
;F. Biglioli
2015
Abstract
Le malformazioni arterovenose (MAV) sono malformazioni ad alto flusso in cui una rete complessa di vasi mette in comunicazione diretta afferenze arteriose e drenaggio venoso. Le MAV vanno solitamente incontro a progressione nel corso della vita, mentre le regressioni spontanee documentate sono sostanzialmente eccezionali. Le MAV sono estremamente aggressive e possiedono una capacità infiltrativa locale che ricorda quella delle neoplasie maligne. La resezione chirurgica “radicale” garantisce le più elevate possibilità di cura, ma non vi è unanimità sulla gestione delle MAV di dimensioni maggiori che non possono essere rimosse in modo completo. Scopo di questa presentazione è quello di proporre un approccio differente al trattamento delle MAV di grosse dimensioni non candidabili alla resezione radicale. L’associazione di farmaci antiangiogenetici (che deve iniziare prima della chirurgia e proseguire nel periodo postoperatorio) potrebbe avere un ruolo chiave nel prevenire la tanto temuta crescita “esplosiva” del nidus rimanente a fronte di un’asportazione parziale. Questo approccio potrebbe rendere possibile realizzare per questi pazienti recontouring e altre procedure più “orientate all’estetica”, con un ovvio miglioramento della qualità di vita. Il più promettente tra i farmaci antiangiogenetici sembra essere la Talidomide, anche se altri farmaci come Sirolimus, inibitori della via di VEGF, interferoni e inibitori delle metalloproteinasi potrebbero rivelarsi altrettanto utili. Anche il propanololo potrebbe avere un ruolo simile, come sembrano indicare alcune recenti scoperte nel campo della retinopatia del prematuro e dell’oncobiologia.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.