Introduzione Le paralisi facciali rappresentano una condizione patologica estremamente invalidante, sia da un punto di vista estetico che funzionale. Le cause delle lesioni del VII nervo cranico sono molteplici e da ricercarsi in traumi, asportazione di neoplasie e paralisi di Bell. Laddove possibile, se la lesione occorre in sala operatoria, il gold standard del trattamento è rappresentato dalla neurorrafia diretta dei due monconi nervosi lesionati; il più delle volte però il chirurgo si trova di fronte ad una paralisi presente da tempo più o meno variabile, ma non appena insorta, così la tipologia di trattamento è strettamente dipendente dal timing di insorgenza della lesione stessa: nelle forme insorte da meno di 18 mesi, qualora all’elettromiografia siano ancora visibili fibrillazioni della muscolatura mimica, viene utilizzato un nervo motorio anastomizzato al nervo facciale. Storicamente veniva utilizzato il nervo ipoglosso, che è stato, recentemente, sempre più di frequente sostituito dal nervo masseterino. In questo lavoro, gli autori presentano un’attenta valutazione dell’efficacia di questa tecnica applicata a 31 pazienti. Materiale e Metodi Tra Ottobre 2007 e Marzo 2013, 31 pazienti affetti da paralisi facciale unilaterale (grado VI secondo House-Brackmann) sono stati sottoposti a intervento di rianimazione facciale mediante anastomosi masseterino-facciale, con graft nervoso di interposizione (nervo grande auricolare in 20 pazienti, nervo surale nei restanti 11). In 11 dei 31 casi un cross-face centro facciale mediante l’ausilio di un graft nervoso è stato realizzato per recuperare la componente emozionale del sorriso. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a un’elettromiografia pre-operatoria che mostrava la presenza residua di fascicolazioni a livello della muscolatura mimica e a valutazione della corretta funzionalità del nervo masseterino. Dopo l’intervento chirurgico, a ciascun paziente è stato raccomandato di informare tempestivamente il team chirurgico non appena fosse comparsa attività nella muscolatura mimica; da quel momento, trascorsi 12 mesi dall’inizio dell’attività ogni paziente è stato valutato da tre specialisti non direttamente coinvolti nell’attività chirurgica secondo Terzis e Noah. La riabilitazione post-operatoria si fondava su un preciso programma fisioterapico che prevedeva attività con il fisioterapista e esercizi che i pazienti dovevano impegnarsi a svolgere individualmente almeno 3 volte/die. Risultati 90.3% dei pazienti presentava una visibile ripresa dell’attività della muscolatura mimica dopo l’intervento chirurgico, mentre il 9.7% non mostrava alcun miglioramento della motilità facciale. Nel primo periodo di ripresa funzionale, tutti i pazienti dovevano pensare di stringere i denti per sorridere; trascorsi 2-4 mesi dall’inizio della fisioterapia invece, il paziente doveva pensare di sorridere per riuscire a farlo; solo trascorsi 6-12 mesi, il sorriso diventava automatico. Il sorriso emozionale è stato recuperato nel 15% dei pazienti non sottoposti a cross-face centrofacciale e nell’ 81.8% dei pazienti in cui era stato realizzato un cross-face. Conclusioni L’anastomosi masseterino-facciale rappresenta dunque una valida tecnica di rianimazione facciale da impiegarsi nei casi di paralisi facciale recente; inoltre, se associata alla realizzazione di un cross-face centrofacciale mediante un graft nervoso, consente di restituire il sorriso emozionale all’80% dei pazienti. Si associa a una morbidità molto ridotta, in particolar modo se comparata a quella correlata all’utilizzo del nervo ipoglosso.

Update nelle anastomosi masseterino-facciali / F. Allevi, D. Rabbiosi, V. Colombo, F. Biglioli. ((Intervento presentato al 13. convegno Congresso Nazionale SIB tenutosi a Rozzano nel 2014.

Update nelle anastomosi masseterino-facciali

F. Allevi
Primo
;
F. Biglioli
Ultimo
2014

Abstract

Introduzione Le paralisi facciali rappresentano una condizione patologica estremamente invalidante, sia da un punto di vista estetico che funzionale. Le cause delle lesioni del VII nervo cranico sono molteplici e da ricercarsi in traumi, asportazione di neoplasie e paralisi di Bell. Laddove possibile, se la lesione occorre in sala operatoria, il gold standard del trattamento è rappresentato dalla neurorrafia diretta dei due monconi nervosi lesionati; il più delle volte però il chirurgo si trova di fronte ad una paralisi presente da tempo più o meno variabile, ma non appena insorta, così la tipologia di trattamento è strettamente dipendente dal timing di insorgenza della lesione stessa: nelle forme insorte da meno di 18 mesi, qualora all’elettromiografia siano ancora visibili fibrillazioni della muscolatura mimica, viene utilizzato un nervo motorio anastomizzato al nervo facciale. Storicamente veniva utilizzato il nervo ipoglosso, che è stato, recentemente, sempre più di frequente sostituito dal nervo masseterino. In questo lavoro, gli autori presentano un’attenta valutazione dell’efficacia di questa tecnica applicata a 31 pazienti. Materiale e Metodi Tra Ottobre 2007 e Marzo 2013, 31 pazienti affetti da paralisi facciale unilaterale (grado VI secondo House-Brackmann) sono stati sottoposti a intervento di rianimazione facciale mediante anastomosi masseterino-facciale, con graft nervoso di interposizione (nervo grande auricolare in 20 pazienti, nervo surale nei restanti 11). In 11 dei 31 casi un cross-face centro facciale mediante l’ausilio di un graft nervoso è stato realizzato per recuperare la componente emozionale del sorriso. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a un’elettromiografia pre-operatoria che mostrava la presenza residua di fascicolazioni a livello della muscolatura mimica e a valutazione della corretta funzionalità del nervo masseterino. Dopo l’intervento chirurgico, a ciascun paziente è stato raccomandato di informare tempestivamente il team chirurgico non appena fosse comparsa attività nella muscolatura mimica; da quel momento, trascorsi 12 mesi dall’inizio dell’attività ogni paziente è stato valutato da tre specialisti non direttamente coinvolti nell’attività chirurgica secondo Terzis e Noah. La riabilitazione post-operatoria si fondava su un preciso programma fisioterapico che prevedeva attività con il fisioterapista e esercizi che i pazienti dovevano impegnarsi a svolgere individualmente almeno 3 volte/die. Risultati 90.3% dei pazienti presentava una visibile ripresa dell’attività della muscolatura mimica dopo l’intervento chirurgico, mentre il 9.7% non mostrava alcun miglioramento della motilità facciale. Nel primo periodo di ripresa funzionale, tutti i pazienti dovevano pensare di stringere i denti per sorridere; trascorsi 2-4 mesi dall’inizio della fisioterapia invece, il paziente doveva pensare di sorridere per riuscire a farlo; solo trascorsi 6-12 mesi, il sorriso diventava automatico. Il sorriso emozionale è stato recuperato nel 15% dei pazienti non sottoposti a cross-face centrofacciale e nell’ 81.8% dei pazienti in cui era stato realizzato un cross-face. Conclusioni L’anastomosi masseterino-facciale rappresenta dunque una valida tecnica di rianimazione facciale da impiegarsi nei casi di paralisi facciale recente; inoltre, se associata alla realizzazione di un cross-face centrofacciale mediante un graft nervoso, consente di restituire il sorriso emozionale all’80% dei pazienti. Si associa a una morbidità molto ridotta, in particolar modo se comparata a quella correlata all’utilizzo del nervo ipoglosso.
2014
Settore MED/29 - Chirurgia Maxillofacciale
Update nelle anastomosi masseterino-facciali / F. Allevi, D. Rabbiosi, V. Colombo, F. Biglioli. ((Intervento presentato al 13. convegno Congresso Nazionale SIB tenutosi a Rozzano nel 2014.
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