La necrosi dei mascellari in seguito a trattamento con difosfonati è oramai divenuta una situazione clinica di frequente riscontro. Spesso i pazienti affetti presentano scadenti condizioni generali e pertanto il loro trattamento è di tipo conservativo, che nelle prime fasi è limitato alla rimozione del sequestro osseo. Negli stadi avanzati della malattia la necrosi può portare alla formazione di fistole cutanee ed alla frattura mandibolare, con conseguente deterioramento delle condizioni di vita dei pazienti. Presentiamo un’utile soluzione tecnica per la stabilizzazione delle fratture mandibolari causate dalla necrosi ossea nei pazienti che assumono difosfonati ,al fine di ridurre il dolore e consentire la ripresa dell’alimentazione. Previa cervicotomia, su un piano superficiale al muscolo platisma, una placca mandibolare ricostruttiva autobloccante dello spessore di 2,4 mm viene modellata e successivamente posizionata, con l’impiego di viti corticali posizionate lontano dalla frattura. Il sito di frattura è invece approcciato per via endorale, e la chirurgia è limitata al courettage, con la rimozione di un eventuale sequestro osseo presente ed al lavaggio abbondante con soluzione fisiologica. I vantaggi di lavorare su un piano extraplatismatico sono molteplici. Si tratta di un piano sicuro nei confronti del n. marginalis mandibulae che si trova profondamente. Non essendoci interruzione del periostio, l’apporto ematico ai monconi residui della mandibola non viene compromesso. Inoltre questa tecnica consente di evitare il contatto diretto tra il sito di frattura spesso infetto e la placca ricostruttiva. Sebbene la guarigione della frattura non venga ottenuta , la fissazione della placca con questa tecnica è stabile nel tempo, i pazienti non hanno più dolore e possono riprendere ad alimentarsi, con un conseguente grande miglioramento della loro qualità di vita. Riteniamo che questa tecnica sia veloce, semplice ed efficace, in grado di offrire ai pazienti un lungo periodo libero da malattia.

La placca sovraplatismatica: una nuova soluzione nel trattamento delle fratture mandibolari da difosfonati / M. Pedrazzoli, L. Autelitano, M. Ferrari, K. Tewfik, F. Allevi, F. Giovanditto, J. Flore, F. Biglioli. ((Intervento presentato al 18. convegno SICMF tenutosi a Padova nel 2013.

La placca sovraplatismatica: una nuova soluzione nel trattamento delle fratture mandibolari da difosfonati

F. Allevi;F. Biglioli
Ultimo
2013

Abstract

La necrosi dei mascellari in seguito a trattamento con difosfonati è oramai divenuta una situazione clinica di frequente riscontro. Spesso i pazienti affetti presentano scadenti condizioni generali e pertanto il loro trattamento è di tipo conservativo, che nelle prime fasi è limitato alla rimozione del sequestro osseo. Negli stadi avanzati della malattia la necrosi può portare alla formazione di fistole cutanee ed alla frattura mandibolare, con conseguente deterioramento delle condizioni di vita dei pazienti. Presentiamo un’utile soluzione tecnica per la stabilizzazione delle fratture mandibolari causate dalla necrosi ossea nei pazienti che assumono difosfonati ,al fine di ridurre il dolore e consentire la ripresa dell’alimentazione. Previa cervicotomia, su un piano superficiale al muscolo platisma, una placca mandibolare ricostruttiva autobloccante dello spessore di 2,4 mm viene modellata e successivamente posizionata, con l’impiego di viti corticali posizionate lontano dalla frattura. Il sito di frattura è invece approcciato per via endorale, e la chirurgia è limitata al courettage, con la rimozione di un eventuale sequestro osseo presente ed al lavaggio abbondante con soluzione fisiologica. I vantaggi di lavorare su un piano extraplatismatico sono molteplici. Si tratta di un piano sicuro nei confronti del n. marginalis mandibulae che si trova profondamente. Non essendoci interruzione del periostio, l’apporto ematico ai monconi residui della mandibola non viene compromesso. Inoltre questa tecnica consente di evitare il contatto diretto tra il sito di frattura spesso infetto e la placca ricostruttiva. Sebbene la guarigione della frattura non venga ottenuta , la fissazione della placca con questa tecnica è stabile nel tempo, i pazienti non hanno più dolore e possono riprendere ad alimentarsi, con un conseguente grande miglioramento della loro qualità di vita. Riteniamo che questa tecnica sia veloce, semplice ed efficace, in grado di offrire ai pazienti un lungo periodo libero da malattia.
2013
Settore MED/29 - Chirurgia Maxillofacciale
La placca sovraplatismatica: una nuova soluzione nel trattamento delle fratture mandibolari da difosfonati / M. Pedrazzoli, L. Autelitano, M. Ferrari, K. Tewfik, F. Allevi, F. Giovanditto, J. Flore, F. Biglioli. ((Intervento presentato al 18. convegno SICMF tenutosi a Padova nel 2013.
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