The present doctoral research, titled «I beni degli dei. Considerazioni sul regime giuridico delle res sacrae e religiosae», has the aim of focusing on the legal framework of res sacrae and res religiosae, studying in particular the right of property and the administration of entities dedicated to dii superi and dii Manes. It also considers the late antiquity reform, due to the transition from the Roman traditional religion to the Christianity. With reference to res sacrae, it collects legal and literary texts and their interpretations about the condition of corporeal entities dedicated to Gods. Then, it defines the legal concept of sacrum, explaining the effects of the consecratio ritual in the ius civile system; examining the texts written by land surveyors, in particular Frontinus, concerning the property of sacred fields. The conclusion rejects Theodor Mommsen’s thesis about public property, affirming the theory based on Gods’ property and public administration on sacred things. This theory is confirmed by Digest’s abstracts about the banning of the res sacrae from trade. Another argumentation is based on epigraphical texts, that show the distinction between the entities dedicated to the Gods (called instrumentum) and the entities used for rituals (called ornamentum). The instrumentum is composed of not saleable entities, while the ornamentum is composed by saleable ones. Moreover, it focuses on the administration duties of res sacrae employed by magistrates. All the above mentioned thesis confirms the argumentation of Gods’ capacity to own an estate, like temples, sacred woods and gifts to the deity. This legal framework disappears during the Christianity, when the Roman Empire recognizes the Church as a legal person, which practices property as well as administration on sacred entities. With reference to res religiosae, it becomes easier, with the increase of legal texts, to analyse deeper their legal framework, so as to clarify the conditions of the iustum sepulchrum and the solutions created by Roman jurists in case of illegal burial. The dissertation, moreover, defines the concept of religiosum, the borders of the grave, the subjects that can be buried and the role taken by the burial rituals in that of the Roman society. Under the ius civile perspective, the res religiosae are similar to the res sacrae, as entities that can’t be used or sold. This condition of separation from the societas hominum doesn’t allow the legal right to use the grave nor the factual ability to use the same and, as a consequence, makes the ius sepulchri not saleable. Once the difference between sepulchra familiaria and sepulchra hereditaria has been studied, it becomes easier to identify the subjects who are able to begin legal action in defence of the grave (called actio sepulchri violati) and to express a theory about private burial penalties. In conclusion, it demonstrates that the legal system treats the res religiosae and the res sacrae in a similar way, recognizing their right of property to the Gods and their administration to the magistrates. The above mentioned legal situation disappears during the Christianity, when the cult of the Gods of the afterlife vanishes. In this way, the grave loses its metaphysical meaning, becoming a res that can be owned and administrated by the cives Romani.

La presente ricerca di dottorato, dal titolo «I beni degli dei. Considerazioni sul regime giuridico delle res sacrae e religiosae», ha lo scopo di indagare il regime giuridico delle res divini iuris. In particolare, l’ambito di ricerca mira a lumeggiare la condizione di appartenenza, rispettivamente, dei beni degli dei superi e degli dei Mani, nonché la gestione a cui i medesimi erano sottoposti, con un approccio diacronico volto a ricomprendere la riforma del regime classico dovuta alla transizione, avutasi nell’età tardoantica, dalla religione tradizionale romana al cristianesimo. Con riferimento alle res sacrae, si è proceduto a una ricognizione delle fonti giuridiche e letterarie concernenti il rapporto di pertinenza di codesti beni dedicati alle divinità celesti, oltre che degli orientamenti dottrinali nel tempo sedimentatisi sull’argomento. In seguito, si è tracciato l’ambito di estensione del sacrum, chiarendo gli effetti del rituale della consecratio per lo ius civile. Una volta delimitati i confini della species in esame, si è posta l’attenzione sui passi dei gromatici, in particolare Frontino, concernenti il vincolo di appropriazione dei fondi sacri, prospettando una conclusione volta a disconoscerne la presunta titolarità in capo alla civitas, sostenuta con decisione da Theodor Mommsen, avanzando bensì l’ipotesi che fosse riconosciuto un legame potestativo tra gli dei e le cose a loro dedicate, con l’assegnazione della gestione delle stesse agli organi cittadini. Ipotesi che troverebbe conforto nel regime giuridico desumibile dai passi del Digesto in ordine all’assoluta esclusione delle res sacrae dai rapporti patrimoniali e commerciali tra cives; oltreché nella distinzione, testimoniata soprattutto dalle fonti epigrafiche, tra i beni destinati agli dei (instrumentum) e quelli riservati alle funzioni di culto (ornamentum): una bipartizione che sottintendeva una diversità nel regime di circolazione delle res, dipendente dal loro diverso grado di afferenza al sacro. Esclusa pertanto sia una proprietà pubblica sui beni divini iuris, sia la loro inclusione tra le res nullius, si è cercato di rintracciare i limiti dei poteri gestori esercitati dai rappresentanti della civitas, di ampiezza variabile a seconda che le res sacrae rientrassero nell’una o nell’altra sottospecie. Il tutto dopo aver individuato nuovi argomenti a sostegno della proprietà degli dei: un regime di appropriazione connaturato ai principi della religione tradizionale romana, eclissatosi con il sopraggiungere del cristianesimo. Infatti, a seguito del mutare della religione ufficiale dell’impero, si è assistito al riconoscimento della personalità giuridica alla Chiesa, la quale ha assunto non soltanto la titolarità dei beni di sua pertinenza, ma anche la relativa amministrazione: potere, quest’ultimo, accentuatosi con l’affievolirsi del carattere extracommerciale dei medesimi beni ecclesiastici. Quanto alle res religiosae, le copiose fonti giuridiche sul tema hanno consentito un’analisi più approfondita del regime giuridico goduto dai beni destinati agli dei dell’oltretomba: sicché sono stati trattati, da un lato, i requisiti sottesi allo iustum sepulchrum; dall’altro lato, i rimedi elaborati dai giureconsulti per i casi di illecita sepoltura. Inoltre, si è cercato di individuare i limiti soggettivi e spaziali del religiosum, analizzando anche il significato rivestito dai rituali funebri nella società romana. Del resto, la condizione di separazione delle res religiosae dagli usi umani si riverberava anche sulla considerazione delle stesse per lo ius civile, la quale assumeva una conformazione comune alle res sacrae, che si manifestava nella esclusione da ogni situazione dominicale e possessoria, nonché nella sottrazione al commercium. Condizione di distacco che informava non solo il diritto sul sepolcro, ma anche il diritto al sepolcro: il cosiddetto ius sepulchri, che secondo l’idea sostenuta in primis da Carlo Fadda – avversata nel corso della ricerca – sarebbe rientrato, senza alcuna limitazione, nello ius humanum. Il riferimento alla ratio della dicotomia tra sepulchra familiaria e sepulchra hereditaria, poi, ha permesso sia di circoscrivere la sfera dei legittimati attivi all’esperimento dell’azione a tutela del sito funerario (l’actio sepulchri violati); sia di avanzare un’ipotesi sul fondamento giuridico delle multe sepolcrali. La conclusione raggiunta ha permesso di delineare lo statuto del religiosum come simmetrico a quello del sacrum, scorgendo quindi l’affidamento del dominio sulle relative res agli dei Mani e l’esercizio dei poteri gestori da parte della civitas: un assetto che pare confermato dalle numerose autorizzazioni pubbliche richieste ai privati in materia funeraria e dal divieto alla sfilata delle maschere funebri raffiguranti i colpevoli di gravi crimini. Un regime, quello tratteggiato, che si dissolve nel periodo tardoantico, quando scompare il culto delle divinità ctonie e, di conseguenza, il sepolcro perde ogni aggancio con il trascendente, divenendo una res idonea all’esercizio dei poteri di appropriazione e di disposizione da parte dei cives.

I BENI DEGLI DEI. CONSIDERAZIONI SUL REGIME GIURIDICO DELLE 'RES SACRAE' E 'RELIGIOSAE' / A. Ramon ; supervisore: L. Gagliardi. DIPARTIMENTO DI DIRITTO PRIVATO E STORIA DEL DIRITTO, 2017 Feb 03. 28. ciclo, Anno Accademico 2015. [10.13130/ramon-alberto_phd2017-02-03].

I BENI DEGLI DEI. CONSIDERAZIONI SUL REGIME GIURIDICO DELLE 'RES SACRAE' E 'RELIGIOSAE'.

A. Ramon
2017

Abstract

The present doctoral research, titled «I beni degli dei. Considerazioni sul regime giuridico delle res sacrae e religiosae», has the aim of focusing on the legal framework of res sacrae and res religiosae, studying in particular the right of property and the administration of entities dedicated to dii superi and dii Manes. It also considers the late antiquity reform, due to the transition from the Roman traditional religion to the Christianity. With reference to res sacrae, it collects legal and literary texts and their interpretations about the condition of corporeal entities dedicated to Gods. Then, it defines the legal concept of sacrum, explaining the effects of the consecratio ritual in the ius civile system; examining the texts written by land surveyors, in particular Frontinus, concerning the property of sacred fields. The conclusion rejects Theodor Mommsen’s thesis about public property, affirming the theory based on Gods’ property and public administration on sacred things. This theory is confirmed by Digest’s abstracts about the banning of the res sacrae from trade. Another argumentation is based on epigraphical texts, that show the distinction between the entities dedicated to the Gods (called instrumentum) and the entities used for rituals (called ornamentum). The instrumentum is composed of not saleable entities, while the ornamentum is composed by saleable ones. Moreover, it focuses on the administration duties of res sacrae employed by magistrates. All the above mentioned thesis confirms the argumentation of Gods’ capacity to own an estate, like temples, sacred woods and gifts to the deity. This legal framework disappears during the Christianity, when the Roman Empire recognizes the Church as a legal person, which practices property as well as administration on sacred entities. With reference to res religiosae, it becomes easier, with the increase of legal texts, to analyse deeper their legal framework, so as to clarify the conditions of the iustum sepulchrum and the solutions created by Roman jurists in case of illegal burial. The dissertation, moreover, defines the concept of religiosum, the borders of the grave, the subjects that can be buried and the role taken by the burial rituals in that of the Roman society. Under the ius civile perspective, the res religiosae are similar to the res sacrae, as entities that can’t be used or sold. This condition of separation from the societas hominum doesn’t allow the legal right to use the grave nor the factual ability to use the same and, as a consequence, makes the ius sepulchri not saleable. Once the difference between sepulchra familiaria and sepulchra hereditaria has been studied, it becomes easier to identify the subjects who are able to begin legal action in defence of the grave (called actio sepulchri violati) and to express a theory about private burial penalties. In conclusion, it demonstrates that the legal system treats the res religiosae and the res sacrae in a similar way, recognizing their right of property to the Gods and their administration to the magistrates. The above mentioned legal situation disappears during the Christianity, when the cult of the Gods of the afterlife vanishes. In this way, the grave loses its metaphysical meaning, becoming a res that can be owned and administrated by the cives Romani.
3-feb-2017
La presente ricerca di dottorato, dal titolo «I beni degli dei. Considerazioni sul regime giuridico delle res sacrae e religiosae», ha lo scopo di indagare il regime giuridico delle res divini iuris. In particolare, l’ambito di ricerca mira a lumeggiare la condizione di appartenenza, rispettivamente, dei beni degli dei superi e degli dei Mani, nonché la gestione a cui i medesimi erano sottoposti, con un approccio diacronico volto a ricomprendere la riforma del regime classico dovuta alla transizione, avutasi nell’età tardoantica, dalla religione tradizionale romana al cristianesimo. Con riferimento alle res sacrae, si è proceduto a una ricognizione delle fonti giuridiche e letterarie concernenti il rapporto di pertinenza di codesti beni dedicati alle divinità celesti, oltre che degli orientamenti dottrinali nel tempo sedimentatisi sull’argomento. In seguito, si è tracciato l’ambito di estensione del sacrum, chiarendo gli effetti del rituale della consecratio per lo ius civile. Una volta delimitati i confini della species in esame, si è posta l’attenzione sui passi dei gromatici, in particolare Frontino, concernenti il vincolo di appropriazione dei fondi sacri, prospettando una conclusione volta a disconoscerne la presunta titolarità in capo alla civitas, sostenuta con decisione da Theodor Mommsen, avanzando bensì l’ipotesi che fosse riconosciuto un legame potestativo tra gli dei e le cose a loro dedicate, con l’assegnazione della gestione delle stesse agli organi cittadini. Ipotesi che troverebbe conforto nel regime giuridico desumibile dai passi del Digesto in ordine all’assoluta esclusione delle res sacrae dai rapporti patrimoniali e commerciali tra cives; oltreché nella distinzione, testimoniata soprattutto dalle fonti epigrafiche, tra i beni destinati agli dei (instrumentum) e quelli riservati alle funzioni di culto (ornamentum): una bipartizione che sottintendeva una diversità nel regime di circolazione delle res, dipendente dal loro diverso grado di afferenza al sacro. Esclusa pertanto sia una proprietà pubblica sui beni divini iuris, sia la loro inclusione tra le res nullius, si è cercato di rintracciare i limiti dei poteri gestori esercitati dai rappresentanti della civitas, di ampiezza variabile a seconda che le res sacrae rientrassero nell’una o nell’altra sottospecie. Il tutto dopo aver individuato nuovi argomenti a sostegno della proprietà degli dei: un regime di appropriazione connaturato ai principi della religione tradizionale romana, eclissatosi con il sopraggiungere del cristianesimo. Infatti, a seguito del mutare della religione ufficiale dell’impero, si è assistito al riconoscimento della personalità giuridica alla Chiesa, la quale ha assunto non soltanto la titolarità dei beni di sua pertinenza, ma anche la relativa amministrazione: potere, quest’ultimo, accentuatosi con l’affievolirsi del carattere extracommerciale dei medesimi beni ecclesiastici. Quanto alle res religiosae, le copiose fonti giuridiche sul tema hanno consentito un’analisi più approfondita del regime giuridico goduto dai beni destinati agli dei dell’oltretomba: sicché sono stati trattati, da un lato, i requisiti sottesi allo iustum sepulchrum; dall’altro lato, i rimedi elaborati dai giureconsulti per i casi di illecita sepoltura. Inoltre, si è cercato di individuare i limiti soggettivi e spaziali del religiosum, analizzando anche il significato rivestito dai rituali funebri nella società romana. Del resto, la condizione di separazione delle res religiosae dagli usi umani si riverberava anche sulla considerazione delle stesse per lo ius civile, la quale assumeva una conformazione comune alle res sacrae, che si manifestava nella esclusione da ogni situazione dominicale e possessoria, nonché nella sottrazione al commercium. Condizione di distacco che informava non solo il diritto sul sepolcro, ma anche il diritto al sepolcro: il cosiddetto ius sepulchri, che secondo l’idea sostenuta in primis da Carlo Fadda – avversata nel corso della ricerca – sarebbe rientrato, senza alcuna limitazione, nello ius humanum. Il riferimento alla ratio della dicotomia tra sepulchra familiaria e sepulchra hereditaria, poi, ha permesso sia di circoscrivere la sfera dei legittimati attivi all’esperimento dell’azione a tutela del sito funerario (l’actio sepulchri violati); sia di avanzare un’ipotesi sul fondamento giuridico delle multe sepolcrali. La conclusione raggiunta ha permesso di delineare lo statuto del religiosum come simmetrico a quello del sacrum, scorgendo quindi l’affidamento del dominio sulle relative res agli dei Mani e l’esercizio dei poteri gestori da parte della civitas: un assetto che pare confermato dalle numerose autorizzazioni pubbliche richieste ai privati in materia funeraria e dal divieto alla sfilata delle maschere funebri raffiguranti i colpevoli di gravi crimini. Un regime, quello tratteggiato, che si dissolve nel periodo tardoantico, quando scompare il culto delle divinità ctonie e, di conseguenza, il sepolcro perde ogni aggancio con il trascendente, divenendo una res idonea all’esercizio dei poteri di appropriazione e di disposizione da parte dei cives.
Settore IUS/18 - Diritto Romano e Diritti dell'Antichita'
religione tradizionale romana; res divini iuris; res sacrae; res religiosae; homo sacer; gromatici veteres; Frontino; bosco sacro; tempio; donaria; lex aedis Furfensis; crimen sacrilegii; sacrilegio; res ecclesiasticae; sepulchrum; funerale; lutto; ius sepulchri; ius mortuum inferendi; sepulchra familiaria; sepulchra hereditaria; actio sepulchri violati; azione popolare; multe sepolcrali; imagines maiorum
GAGLIARDI, LORENZO
GAGLIARDI, LORENZO
Doctoral Thesis
I BENI DEGLI DEI. CONSIDERAZIONI SUL REGIME GIURIDICO DELLE 'RES SACRAE' E 'RELIGIOSAE' / A. Ramon ; supervisore: L. Gagliardi. DIPARTIMENTO DI DIRITTO PRIVATO E STORIA DEL DIRITTO, 2017 Feb 03. 28. ciclo, Anno Accademico 2015. [10.13130/ramon-alberto_phd2017-02-03].
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Descrizione: Tesi di dottorato completa, suddivisa in due capitoli intitolati 'Le res sacrae' e 'Le res religiosae', preceduti da una breve introduzione e seguiti da una conclusione riepilogativa, nonché dall'indice degli autori, delle fonti e dalla bibliografia.
Tipologia: Tesi di dottorato completa
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