I pazienti difficili rappresentano una minoranza agguerrita con insaziabile dipendenza/aggressività che evoca emozioni negative nel personale medico e paramedico. Queste difficili relazioni medico-paziente interferiscono e talora impediscono un corretto ed efficace trattamento medico. I pazienti difficili si lamentano di sintomi/segni apparentemente inspiegabili o rifiutano di aderire al trattamento. Spesso si tratta di sintomi fisici e il dolore è il sintomo di presentazione primario, anche se il disturbo di base è spesso psichiatrico. La prevalenza dei pazienti difficili nella popolazione medica generale è stimata intorno al 15-30% (una visita medica su sei). Questa minoranza richiede un impegno temporale, umano e professionale che drena il 50% delle risorse mediche. L’individuazione di questi pazienti può avvenire sul piano fenomenologico, psicopatologico e psicodinamico. Non esistono sindromi dolorose croniche caratterizzate da pazienti difficili, ma talune popolazioni speciali di pazienti (e.g., failed back syndrome, algie facciali atipiche) presentano un maggior rischio di pazienti difficili. La gestione di questi è sempre problematica, talora impossibile. Il miglior approccio rimane, laddove praticabile, quello empatico, tuttavia corretto a ridimensionare aspettative e motivazioni e a ripristinare confini di ruolo, impegno e di obiettivi clinici, spesso violati o distorti.

Il paziente difficile in algologia : Tipologie e modelli di gestione / G. De Benedittis. - In: PATHOS. - ISSN 1593-2354. - 12:1-2(2005), pp. 29-34.

Il paziente difficile in algologia : Tipologie e modelli di gestione

G. De Benedittis
Primo
2005

Abstract

I pazienti difficili rappresentano una minoranza agguerrita con insaziabile dipendenza/aggressività che evoca emozioni negative nel personale medico e paramedico. Queste difficili relazioni medico-paziente interferiscono e talora impediscono un corretto ed efficace trattamento medico. I pazienti difficili si lamentano di sintomi/segni apparentemente inspiegabili o rifiutano di aderire al trattamento. Spesso si tratta di sintomi fisici e il dolore è il sintomo di presentazione primario, anche se il disturbo di base è spesso psichiatrico. La prevalenza dei pazienti difficili nella popolazione medica generale è stimata intorno al 15-30% (una visita medica su sei). Questa minoranza richiede un impegno temporale, umano e professionale che drena il 50% delle risorse mediche. L’individuazione di questi pazienti può avvenire sul piano fenomenologico, psicopatologico e psicodinamico. Non esistono sindromi dolorose croniche caratterizzate da pazienti difficili, ma talune popolazioni speciali di pazienti (e.g., failed back syndrome, algie facciali atipiche) presentano un maggior rischio di pazienti difficili. La gestione di questi è sempre problematica, talora impossibile. Il miglior approccio rimane, laddove praticabile, quello empatico, tuttavia corretto a ridimensionare aspettative e motivazioni e a ripristinare confini di ruolo, impegno e di obiettivi clinici, spesso violati o distorti.
Settore MED/27 - Neurochirurgia
2005
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