La Corte di Giustizia Europea, con la sentenza del 6 ottobre 2015 sulla causa C-362/14, ha analizzato l’accordo Safe Harbour che consentiva alle aziende aventi sede sul territorio statunitense di trattare i dati dei cittadini europei mediante sistemi informatici collocati in USA. Tale accordo, in particolare, era stato ritenuto dalla Decisione 2000/520 della Commissione Europea condizione sufficiente a garantire, da parte delle aziende americane sottoscrittrici dell’accordo, il trattamento dei dati in maniera conforme a quanto stabilito dalla Direttiva 95/46/EC. La Corte di Giustizia Europea ha invece stabilito che, a seguito del mutato quadro politico dopo gli attentati terroristici dell’11 settembre e della conseguente emanazione, da parte del Governo statunitense, di diversi provvedimenti che consentono l’accesso alle informazioni elaborate e conservate dai provider collocati sul loro suolo nazionale, anche qualora riguardino cittadini europei, la Decisione assunta dalla Commissione non è più idonea ad autorizzare il trasferimento dei dati dall’Europa verso gli USA, in quanto non è possibile garantire che il trattamento avvenga effettivamente secondo le modalità stabilite dalla Direttiva sopra richiamata.
Cos’è il Safe Harbour? E quali saranno le conseguenze dopo sentenza della Corte UE? / P. Perri. - In: IL QUOTIDIANO GIURIDICO. - ISSN 2239-0677. - 2015:(2015 Oct 30).
Cos’è il Safe Harbour? E quali saranno le conseguenze dopo sentenza della Corte UE?
P. Perri
2015
Abstract
La Corte di Giustizia Europea, con la sentenza del 6 ottobre 2015 sulla causa C-362/14, ha analizzato l’accordo Safe Harbour che consentiva alle aziende aventi sede sul territorio statunitense di trattare i dati dei cittadini europei mediante sistemi informatici collocati in USA. Tale accordo, in particolare, era stato ritenuto dalla Decisione 2000/520 della Commissione Europea condizione sufficiente a garantire, da parte delle aziende americane sottoscrittrici dell’accordo, il trattamento dei dati in maniera conforme a quanto stabilito dalla Direttiva 95/46/EC. La Corte di Giustizia Europea ha invece stabilito che, a seguito del mutato quadro politico dopo gli attentati terroristici dell’11 settembre e della conseguente emanazione, da parte del Governo statunitense, di diversi provvedimenti che consentono l’accesso alle informazioni elaborate e conservate dai provider collocati sul loro suolo nazionale, anche qualora riguardino cittadini europei, la Decisione assunta dalla Commissione non è più idonea ad autorizzare il trasferimento dei dati dall’Europa verso gli USA, in quanto non è possibile garantire che il trattamento avvenga effettivamente secondo le modalità stabilite dalla Direttiva sopra richiamata.Pubblicazioni consigliate
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