Dagli Archivi di Egittologia dell’Università degli Studi di Milano la riscoperta di un personaggio straordinario e della sua più importante realizzazione, la prima serie di foto archeologiche aeree mai documentata, scattate nel 1914 dal cielo sopra l’Egitto. Esaminando il fondo appartenuto ad Alexandre Varille, acquisito dall’Ateneo nel 2001 grazie a una generosa mecenate milanese, P. Piacentini ha ritrovato un album di fotografie siglate Kofler Cairo 1914. Ventuno immagini eccezionali, realizzate nella prima metà del 1914, che riproducono le piramidi, i templi di Karnak e Luxor e alcuni monumenti della riva occidentale tebana. Una raccolta unica, di grande valore per l’Egittologia, la Storia della fotografia e la Storia dell’aviazione, opera di un autore, Kofler, di cui tuttavia non si sapeva nulla, neppure il nome di battesimo. La ricerca, di cui la mostra espone i risultati, si è svolta tra vari Paesi europei e africani, e ha consentito di ricostruire il profilo di un personaggio interessante, oltre che per la storia delle fotografia, anche per la microstoria della Prima Guerra Mondiale. Si è individuato il suo nome, Theodor, e si è potuta tracciare la sua biografia, dalla nascita a Innsbruck alla morte sul lago Vittoria in Tanzania, passando per gli anni dell’Egitto e della Grande Guerra quando, internato in un campo di prigionia inglese a Malta, ne divenne uno dei fotografi ufficiali, fino alla fortunata carriera di fotografo professionista in Egitto tra gli anni Venti e Cinquanta. Si sono potuti identificare anche gli aerei e i piloti che accompagnarono Kofler nella sue missioni. Le fotografie scattate dal cielo del Cairo e di Luxor nel 1914 rappresentano il suo capolavoro e sono di importanza fondamentale per la storia della fotografia: rappresentano infatti le prime foto aeree di siti archeologici della storia, scattate ben sei anni prima della immagini realizzate nel 1920 dall’archeologo statunitense James Henry Breasted e finora considerate le più antiche testimonianze di questo genere. Nella mostra milanese sono esposte per la prima volta tutte le fotografie aeree dell’album di Kofler nel quattrocentesco Cortile Farmacia di Unimi, in un suggestivo allestimento scenografico ideato dal designer Alessio Carpanelli. Lungo i quattro lati della loggia si ammirano le fotografie dell’album a soggetto archeologico di Kofler, accompagnate da pannelli esplicativi del periodo storico, della vita e dell’attività di questo affascinante personaggio. Nell’installazione al centro del cortile, Carpanelli ha riprodotto su grandi pedane, disposte secondo l’orientamento e le proporzioni delle piramidi di Giza, tre fotografie aeree di Kofler scelte per la loro potenza evocativa, interpretandole e trasfigurandole con lo stesso stupore di chi, per la prima volta, poteva ammirare gli antichi monumenti dei faraoni dal cielo.

Egitto dal cielo 1914 : La riscoperta del fotografo pioniere prigioniero professionista Theodor Kofler = Egypt from the Sky 1914 : The rediscovery of the photographer pioneer prisoner professional Theodor Kofler / P. Piacentini. - (2015 Feb 11).

Egitto dal cielo 1914 : La riscoperta del fotografo pioniere prigioniero professionista Theodor Kofler = Egypt from the Sky 1914 : The rediscovery of the photographer pioneer prisoner professional Theodor Kofler

P. Piacentini
2015

Abstract

Dagli Archivi di Egittologia dell’Università degli Studi di Milano la riscoperta di un personaggio straordinario e della sua più importante realizzazione, la prima serie di foto archeologiche aeree mai documentata, scattate nel 1914 dal cielo sopra l’Egitto. Esaminando il fondo appartenuto ad Alexandre Varille, acquisito dall’Ateneo nel 2001 grazie a una generosa mecenate milanese, P. Piacentini ha ritrovato un album di fotografie siglate Kofler Cairo 1914. Ventuno immagini eccezionali, realizzate nella prima metà del 1914, che riproducono le piramidi, i templi di Karnak e Luxor e alcuni monumenti della riva occidentale tebana. Una raccolta unica, di grande valore per l’Egittologia, la Storia della fotografia e la Storia dell’aviazione, opera di un autore, Kofler, di cui tuttavia non si sapeva nulla, neppure il nome di battesimo. La ricerca, di cui la mostra espone i risultati, si è svolta tra vari Paesi europei e africani, e ha consentito di ricostruire il profilo di un personaggio interessante, oltre che per la storia delle fotografia, anche per la microstoria della Prima Guerra Mondiale. Si è individuato il suo nome, Theodor, e si è potuta tracciare la sua biografia, dalla nascita a Innsbruck alla morte sul lago Vittoria in Tanzania, passando per gli anni dell’Egitto e della Grande Guerra quando, internato in un campo di prigionia inglese a Malta, ne divenne uno dei fotografi ufficiali, fino alla fortunata carriera di fotografo professionista in Egitto tra gli anni Venti e Cinquanta. Si sono potuti identificare anche gli aerei e i piloti che accompagnarono Kofler nella sue missioni. Le fotografie scattate dal cielo del Cairo e di Luxor nel 1914 rappresentano il suo capolavoro e sono di importanza fondamentale per la storia della fotografia: rappresentano infatti le prime foto aeree di siti archeologici della storia, scattate ben sei anni prima della immagini realizzate nel 1920 dall’archeologo statunitense James Henry Breasted e finora considerate le più antiche testimonianze di questo genere. Nella mostra milanese sono esposte per la prima volta tutte le fotografie aeree dell’album di Kofler nel quattrocentesco Cortile Farmacia di Unimi, in un suggestivo allestimento scenografico ideato dal designer Alessio Carpanelli. Lungo i quattro lati della loggia si ammirano le fotografie dell’album a soggetto archeologico di Kofler, accompagnate da pannelli esplicativi del periodo storico, della vita e dell’attività di questo affascinante personaggio. Nell’installazione al centro del cortile, Carpanelli ha riprodotto su grandi pedane, disposte secondo l’orientamento e le proporzioni delle piramidi di Giza, tre fotografie aeree di Kofler scelte per la loro potenza evocativa, interpretandole e trasfigurandole con lo stesso stupore di chi, per la prima volta, poteva ammirare gli antichi monumenti dei faraoni dal cielo.
http://hdl.handle.net/2434/281724
http://hdl.handle.net/2434/283563
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