La stampa femminile è da considerarsi un interessante strumento d’indagine per il periodo storico successivo alla conclusione del secondo conflitto mondiale: da un lato essa “fotografava” la realtà del tempo, dall’altro proponeva modelli con cui il pubblico delle lettrici poteva – o “doveva” –confrontarsi (ciò che “andava di moda”), rappresentando, spesso, le frange più avanzate del gusto, destinate a diventare comportamenti diffusi. Prendendo in considerazione diverse testate, pubblicate da varie case editrici e rivolte a differenti fasce di lettrici, sfogliando articoli di costume e inchieste, novelle e romanzi, si può riscontrare in questo tipo di stampa, una certa ciclicità e ripetitività delle tematiche proposte; quello che a prima vista potrebbe apparire come un limite, può essere considerato, al contrario, un punto di forza, un parametro di analisi che mostra con chiarezza l’evoluzione – o l’involuzione – di certi atteggiamenti e modi comportamentali. Spesso la saggistica che si è occupata di stampa femminile lo ha fatto da punti di vista particolarmente critici, limitandosi a registrare difetti e contraddizioni di tale segmento editoriale. Tuttavia, questa pubblicistica, pur con i propri limiti, si dimostra nei fatti ricca e variegata e, tra fine anni quaranta e anni cinquanta, si può scoprirne anche una “inaspettata” funzione divulgativa e pedagogica.
La stampa femminile nel secondo dopoguerra / S. Cassamagnaghi. ((Intervento presentato al convegno Le Eroine di carta tenutosi a Milano nel 2015.
La stampa femminile nel secondo dopoguerra
S. CassamagnaghiPrimo
2015
Abstract
La stampa femminile è da considerarsi un interessante strumento d’indagine per il periodo storico successivo alla conclusione del secondo conflitto mondiale: da un lato essa “fotografava” la realtà del tempo, dall’altro proponeva modelli con cui il pubblico delle lettrici poteva – o “doveva” –confrontarsi (ciò che “andava di moda”), rappresentando, spesso, le frange più avanzate del gusto, destinate a diventare comportamenti diffusi. Prendendo in considerazione diverse testate, pubblicate da varie case editrici e rivolte a differenti fasce di lettrici, sfogliando articoli di costume e inchieste, novelle e romanzi, si può riscontrare in questo tipo di stampa, una certa ciclicità e ripetitività delle tematiche proposte; quello che a prima vista potrebbe apparire come un limite, può essere considerato, al contrario, un punto di forza, un parametro di analisi che mostra con chiarezza l’evoluzione – o l’involuzione – di certi atteggiamenti e modi comportamentali. Spesso la saggistica che si è occupata di stampa femminile lo ha fatto da punti di vista particolarmente critici, limitandosi a registrare difetti e contraddizioni di tale segmento editoriale. Tuttavia, questa pubblicistica, pur con i propri limiti, si dimostra nei fatti ricca e variegata e, tra fine anni quaranta e anni cinquanta, si può scoprirne anche una “inaspettata” funzione divulgativa e pedagogica.Pubblicazioni consigliate
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