La Bibbia è un libro composto da testi tra loro dialoganti, sia considerata sotto il profilo delle Scritture ebraiche sia, e ancor più, se considerata nella sua composizione cristiana (Scritture ebraiche/Primo Testamento + Nuovo Testamento). Si tratta di testi che per più versi si dispongono per intrinseca dinamica ad esser “tradotti”: ad esser letti, proclamati, spiegati; ad esser trasferiti e applicati ad altre situazioni, ad esser, cioè, tradotti transtemporalmente e transituazionalmente. La traduzione in altra lingua, pur se ha creato problemi, è perciò coerente con tale struttura testuale. I testi biblici si guardano, rinviano l’uno all’altro, si citano, in una sorta di ipertestualità, si rispecchiano l’uno nell’altro, e il frutto di tale rispecchiamento precipita a formare nuovi strati testuali. I testi biblici e l’intero libro biblico sono quindi un movimento ermeneutico in atto, il codice esemplare della fruttuosità, quanto alla produzione di senso, dell’intero circolo: interpretazione -nella fattispecie: credente- della storia ed esistenza; sua scrittura finalizzata alla proclamazione, ascolto e lettura interpretante, ossia una scrittura che si traduce, che si compie nella oralità; crescita del testo attraverso il suo dialogo entro il libro e attraverso le sue applicazioni nella storia e nelle situazioni. La Bibbia a sua volta è anche la traduzione di testi disparati in libro, chiuso per la potenza del paratesto. Di tutto ciò viene colto anche il rilievo sul piano etico.
Il tradurre tra verità ed etica : la Bibbia / M.C. Bartolomei - In: Tradurre l'intraducibile / [a cura di] M. Parodi. - Milano : Cuem, 2007. - ISBN 9788860011602. - pp. 169-191
Il tradurre tra verità ed etica : la Bibbia
M.C. Bartolomei
2007
Abstract
La Bibbia è un libro composto da testi tra loro dialoganti, sia considerata sotto il profilo delle Scritture ebraiche sia, e ancor più, se considerata nella sua composizione cristiana (Scritture ebraiche/Primo Testamento + Nuovo Testamento). Si tratta di testi che per più versi si dispongono per intrinseca dinamica ad esser “tradotti”: ad esser letti, proclamati, spiegati; ad esser trasferiti e applicati ad altre situazioni, ad esser, cioè, tradotti transtemporalmente e transituazionalmente. La traduzione in altra lingua, pur se ha creato problemi, è perciò coerente con tale struttura testuale. I testi biblici si guardano, rinviano l’uno all’altro, si citano, in una sorta di ipertestualità, si rispecchiano l’uno nell’altro, e il frutto di tale rispecchiamento precipita a formare nuovi strati testuali. I testi biblici e l’intero libro biblico sono quindi un movimento ermeneutico in atto, il codice esemplare della fruttuosità, quanto alla produzione di senso, dell’intero circolo: interpretazione -nella fattispecie: credente- della storia ed esistenza; sua scrittura finalizzata alla proclamazione, ascolto e lettura interpretante, ossia una scrittura che si traduce, che si compie nella oralità; crescita del testo attraverso il suo dialogo entro il libro e attraverso le sue applicazioni nella storia e nelle situazioni. La Bibbia a sua volta è anche la traduzione di testi disparati in libro, chiuso per la potenza del paratesto. Di tutto ciò viene colto anche il rilievo sul piano etico.Pubblicazioni consigliate
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