La finanza pubblica milanese durante l’età spagnola sta mostrando tutte le sue profonde e spesso positive interrelazioni con gli aspetti economici, sociali e politici; si sta profilando come un elemento cruciale del processo di state-building, implicando cambiamenti di lunga portata nella macchina amministrativa, nell’equilibrio dei gruppi sociali, nel bilanciamento tra città e campagna e nelle relazioni tra autorità centrale e comunità locali. Il debito pubblico che si affermò a Milano, a partire dal terzo decennio del XVI secolo, emerge in tutta la sua ramificata multifunzionalità e si pone al centro delle complesse interconnessioni che legano la gestione del potere alla stratificata società locale, il sistema fiscale alla struttura e alla congiuntura economica, le necessità militari agli interessi delle élites locali e alle modalità della loro affermazione e conservazione. In termini economici, il costo del credito per lo Stato fu abbastanza moderato (dal 4,5 all’11,4%) e inoltre il commercio dei titoli dette il via a diffuse forme di investimento, contribuendo a stimolare ulteriori innovazioni nel commercio del denaro. Le rendite assicurate dal credito nei confronti dello Stato finivano per costituire una porzione consistente dei patrimoni delle principali famiglie, delle istituzioni ecclesiastiche e laicali, così come delle comunità locali; le dipendenze che si stabilivano grazie al debito pubblico implicavano poi anche la possibilità di tessere trame relazionali che alimentavano il potere politico e sociale, mettendone in luce la sua importanza nella gestione dei rapporti di fiducia e di consenso e nella costruzione di un immaginario socio-simbolico. Il debito pubblico finì per rappresentare così uno dei collanti più importanti per la conservazione della stabilità sociale e politica, giocando un ruolo centrale nella peculiare e ininterrotta quietud del Milanesado. Attraverso di esso e attraverso un sistema fiscale che spostava la ricchezza dai pagatori di tasse ai detentori di debito, Madrid coinvolse le élites dirigenti e i corpi intermedi locali in un meccanismo di redistribuzione del reddito, finalizzato alla loro progressiva integrazione nelle scelte politiche centrali.

Finanza pubblica, State Building ed economia reale nella Lombardia spagnola / G. De Luca (Studi dell'Istituzione dei Cavalieri di Santo Stefano). - In: Antico regime e finanza pubblica : gli stati italiani preunitari / [a cura di] M. Cini. - Prima edizione. - Pisa : ETS, 2015. - ISBN 978-8846744456. - pp. 33-66

Finanza pubblica, State Building ed economia reale nella Lombardia spagnola

G. De Luca
Primo
2015

Abstract

La finanza pubblica milanese durante l’età spagnola sta mostrando tutte le sue profonde e spesso positive interrelazioni con gli aspetti economici, sociali e politici; si sta profilando come un elemento cruciale del processo di state-building, implicando cambiamenti di lunga portata nella macchina amministrativa, nell’equilibrio dei gruppi sociali, nel bilanciamento tra città e campagna e nelle relazioni tra autorità centrale e comunità locali. Il debito pubblico che si affermò a Milano, a partire dal terzo decennio del XVI secolo, emerge in tutta la sua ramificata multifunzionalità e si pone al centro delle complesse interconnessioni che legano la gestione del potere alla stratificata società locale, il sistema fiscale alla struttura e alla congiuntura economica, le necessità militari agli interessi delle élites locali e alle modalità della loro affermazione e conservazione. In termini economici, il costo del credito per lo Stato fu abbastanza moderato (dal 4,5 all’11,4%) e inoltre il commercio dei titoli dette il via a diffuse forme di investimento, contribuendo a stimolare ulteriori innovazioni nel commercio del denaro. Le rendite assicurate dal credito nei confronti dello Stato finivano per costituire una porzione consistente dei patrimoni delle principali famiglie, delle istituzioni ecclesiastiche e laicali, così come delle comunità locali; le dipendenze che si stabilivano grazie al debito pubblico implicavano poi anche la possibilità di tessere trame relazionali che alimentavano il potere politico e sociale, mettendone in luce la sua importanza nella gestione dei rapporti di fiducia e di consenso e nella costruzione di un immaginario socio-simbolico. Il debito pubblico finì per rappresentare così uno dei collanti più importanti per la conservazione della stabilità sociale e politica, giocando un ruolo centrale nella peculiare e ininterrotta quietud del Milanesado. Attraverso di esso e attraverso un sistema fiscale che spostava la ricchezza dai pagatori di tasse ai detentori di debito, Madrid coinvolse le élites dirigenti e i corpi intermedi locali in un meccanismo di redistribuzione del reddito, finalizzato alla loro progressiva integrazione nelle scelte politiche centrali.
finanza pubblica; debito pubblico; financial revolution; età moderna; Lombardia spagnola
Settore SECS-P/12 - Storia Economica
2015
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