Obiettivi: Il “MIAMI study” (Markers of Inflammation and Atorvastatin effect in previous Myocardial Infarction) è uno studio prospettico, multicentrico, in aperto disegnato per valutare la relazione tra le modificazioni dello spessore del complesso medio-intimale carotideo (C-IMT) indotte da un trattamento farmacologico con dosi moderate di atorvastatina e le modificazioni che lo stesso trattamento ha indotto su markers solubili di infiammazione, di attività procoagulante e di funzione endoteliale. Metodi. 85 pazienti con malattia ischemica coronarica in fase di stabilità clinica (2 mesi post IMA) sono stati arruolati nello studio e trattati con atorvastatina 20 mg/d per 24 mesi. Le misurazioni dei lipidi plasmatici (trigliceridi, colesterolo totale, colesterolo-HDL e colesterolo-LDL), dei markers solubili (fibrinogeno, hs-CRP, IL-6, IL-8, IL-18, TNF-α, MMP-9, sVCAM-1, sICAM-1, E-selettina, vWF e sCD40L) e dello spessore del complesso medio intimale carotideo (C-IMT) sono state effettuate al basale, e dopo 12 e 24 mesi di trattamento. Risultati: Il trattamento con dosi moderate di atorvastatina era associato ad una regressione del C-IMT, una riduzione significativa dei livelli plasmatici di trigliceridi, colesterolo totale, colesterolo-LDL, vWF, IL-8, MMP-9, TNFα, sICAM-1, sE-selettina e fibrinogeno e ad un aumento significativo di colesterolo-HDL, IL-6 e sCD40L. Nessuna modificazione è stata invece rilevata a carico di hsCRP, IL-18 e sVCAM-1. Quando analizzate singolarmente sia le variazioni dei parametri lipidici che quelle dei markers solubili erano scarsamente associate alle variazioni di C-IMT. Tuttavia, tutte le variazioni delle variabili plamatiche considerate diventavano fortemente correlate alle variazioni di IMT carotideo quando queste erano riunite in variabili riassuntive quali: il “soluble marker-score” (variabile che riassume le variazione di tutti i marker solubili contemporaneamente), il total-score (markers solubili e lipidi contamporaneamente), l’inflammatory-score, l’interleukin-score e l’adhesion molecule-score (scores che riassumono variabili fra loro associabili grazie ad un denominatore biologico comune). Conclusioni. I risultati dello studio MIAMI supportano l’ipotesi che l’azione anti-aterosclerotica dell’atorvastatina possa essere attribuita, almeno in parte, all’effetto pleiotropico del farmaco su markers infiammatori, procoagulanti e di funzione endoteliale coinvolti nella patogenesi della malattia aterotrombotica.
Effetti di Atorvastatina su markers solubili aterosclerosi carotidea : Risultati dello Studio MIAMI / B. Porta, D. Baldassarre, M. Camera, M. Amato, M. Arquati, F. Veglia, E. Tremoli, M. Cortellaro. - In: INTERNAL AND EMERGENCY MEDICINE. - ISSN 1828-0447. - 2:Supplemento(2007), pp. s149-s149. ((Intervento presentato al 108. convegno Nazionale Società Italiana di Medicina Interna (SIMI) tenutosi a Roma nel 2007.
Effetti di Atorvastatina su markers solubili aterosclerosi carotidea : Risultati dello Studio MIAMI
B. PortaPrimo
;D. BaldassarreSecondo
;M. Camera;E. TremoliPenultimo
;M. CortellaroUltimo
2007
Abstract
Obiettivi: Il “MIAMI study” (Markers of Inflammation and Atorvastatin effect in previous Myocardial Infarction) è uno studio prospettico, multicentrico, in aperto disegnato per valutare la relazione tra le modificazioni dello spessore del complesso medio-intimale carotideo (C-IMT) indotte da un trattamento farmacologico con dosi moderate di atorvastatina e le modificazioni che lo stesso trattamento ha indotto su markers solubili di infiammazione, di attività procoagulante e di funzione endoteliale. Metodi. 85 pazienti con malattia ischemica coronarica in fase di stabilità clinica (2 mesi post IMA) sono stati arruolati nello studio e trattati con atorvastatina 20 mg/d per 24 mesi. Le misurazioni dei lipidi plasmatici (trigliceridi, colesterolo totale, colesterolo-HDL e colesterolo-LDL), dei markers solubili (fibrinogeno, hs-CRP, IL-6, IL-8, IL-18, TNF-α, MMP-9, sVCAM-1, sICAM-1, E-selettina, vWF e sCD40L) e dello spessore del complesso medio intimale carotideo (C-IMT) sono state effettuate al basale, e dopo 12 e 24 mesi di trattamento. Risultati: Il trattamento con dosi moderate di atorvastatina era associato ad una regressione del C-IMT, una riduzione significativa dei livelli plasmatici di trigliceridi, colesterolo totale, colesterolo-LDL, vWF, IL-8, MMP-9, TNFα, sICAM-1, sE-selettina e fibrinogeno e ad un aumento significativo di colesterolo-HDL, IL-6 e sCD40L. Nessuna modificazione è stata invece rilevata a carico di hsCRP, IL-18 e sVCAM-1. Quando analizzate singolarmente sia le variazioni dei parametri lipidici che quelle dei markers solubili erano scarsamente associate alle variazioni di C-IMT. Tuttavia, tutte le variazioni delle variabili plamatiche considerate diventavano fortemente correlate alle variazioni di IMT carotideo quando queste erano riunite in variabili riassuntive quali: il “soluble marker-score” (variabile che riassume le variazione di tutti i marker solubili contemporaneamente), il total-score (markers solubili e lipidi contamporaneamente), l’inflammatory-score, l’interleukin-score e l’adhesion molecule-score (scores che riassumono variabili fra loro associabili grazie ad un denominatore biologico comune). Conclusioni. I risultati dello studio MIAMI supportano l’ipotesi che l’azione anti-aterosclerotica dell’atorvastatina possa essere attribuita, almeno in parte, all’effetto pleiotropico del farmaco su markers infiammatori, procoagulanti e di funzione endoteliale coinvolti nella patogenesi della malattia aterotrombotica.Pubblicazioni consigliate
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