All’interno della riflessione saussuriana relativa agli aspetti teorici della ricostruzione dell’indoeuropeo, si può individuare una critica serrata a quella che il linguista ginevrino chiama teoria del guṇa; con tale denominazione Saussure si riferisce non solo all’interpretazione che la tradizione grammaticale indiana aveva elaborato relativamente ad aspetti della morfofonologia del sanscrito, interpretazione che peraltro non ha una dimensione e uno sviluppo sistematici (cfr. Cardona 1987:243-244), ma anche – e soprattutto – al fatto che nella tradizione linguistica a lui contemporanea tale interpretazione viene estesa all’analisi dell’indoeuropeo ricostruito e assunta a fondamento teorico e interpretativo (da qui l’uso del termine teoria). Per Saussure, considerare il vocalismo e come un rafforzamento della radice costituisce un errore metodologico estremamente grave, che lo porta ad affermare che “on n'en finirait pas si on voulait relever toutes les absurdités où conduit la théorie du guṇa” (Saussure 1990:400). A questa posizione si può contrapporre quella di Walter Belardi, il quale, trattando della funzionalità del sistema vocalico indoeuropeo, afferma in modo reciso che occorre “cessare di considerare «normale» ciò che i grammatici indiani più giustamente consideravano «guṇato»” (Belardi 1985:58). Anche se nella trattazione belardiana non vi sono riferimenti espliciti alla polemica di Saussure contro il concetto di guṇa, l’accostamento è significativo: poiché la lezione saussuriana ha rappresentato un punto di svolta decisivo in materia di ricostruzione indoeuropea, è quantomeno probabile che Belardi avesse ben presente questo punto specifico del pensiero di Saussure, pur senza fare di quest’ultimo un bersaglio specifico della sua critica alla concezione della radice al grado e come “stato normale”. Scopo del mio intervento è da un lato indagare quali siano le differenti basi teoriche e metodologiche che giustificano queste due posizioni apparentemente contrapposte, dall’altro mettere in evidenza il fatto che tale contrapposizione è forse più apparente che reale, e che la riflessione belardiana riprende e sviluppa in modo coerente spunti in parte già presenti nell’opera di Saussure.

La nozione di guṇa e lo statuto della radice indoeuropea nel pensiero di Ferdinand de Saussure e Walter Belardi / F. Dedè. ((Intervento presentato al convegno Saussure e i suoi interpreti italiani tenutosi a Roma nel 2016.

La nozione di guṇa e lo statuto della radice indoeuropea nel pensiero di Ferdinand de Saussure e Walter Belardi

F. Dedè
2016

Abstract

All’interno della riflessione saussuriana relativa agli aspetti teorici della ricostruzione dell’indoeuropeo, si può individuare una critica serrata a quella che il linguista ginevrino chiama teoria del guṇa; con tale denominazione Saussure si riferisce non solo all’interpretazione che la tradizione grammaticale indiana aveva elaborato relativamente ad aspetti della morfofonologia del sanscrito, interpretazione che peraltro non ha una dimensione e uno sviluppo sistematici (cfr. Cardona 1987:243-244), ma anche – e soprattutto – al fatto che nella tradizione linguistica a lui contemporanea tale interpretazione viene estesa all’analisi dell’indoeuropeo ricostruito e assunta a fondamento teorico e interpretativo (da qui l’uso del termine teoria). Per Saussure, considerare il vocalismo e come un rafforzamento della radice costituisce un errore metodologico estremamente grave, che lo porta ad affermare che “on n'en finirait pas si on voulait relever toutes les absurdités où conduit la théorie du guṇa” (Saussure 1990:400). A questa posizione si può contrapporre quella di Walter Belardi, il quale, trattando della funzionalità del sistema vocalico indoeuropeo, afferma in modo reciso che occorre “cessare di considerare «normale» ciò che i grammatici indiani più giustamente consideravano «guṇato»” (Belardi 1985:58). Anche se nella trattazione belardiana non vi sono riferimenti espliciti alla polemica di Saussure contro il concetto di guṇa, l’accostamento è significativo: poiché la lezione saussuriana ha rappresentato un punto di svolta decisivo in materia di ricostruzione indoeuropea, è quantomeno probabile che Belardi avesse ben presente questo punto specifico del pensiero di Saussure, pur senza fare di quest’ultimo un bersaglio specifico della sua critica alla concezione della radice al grado e come “stato normale”. Scopo del mio intervento è da un lato indagare quali siano le differenti basi teoriche e metodologiche che giustificano queste due posizioni apparentemente contrapposte, dall’altro mettere in evidenza il fatto che tale contrapposizione è forse più apparente che reale, e che la riflessione belardiana riprende e sviluppa in modo coerente spunti in parte già presenti nell’opera di Saussure.
7-giu-2016
Saussure; Belardi; storia della linguistica; History of Linguistics; storia del pensiero linguistico; History of Linguistic Thought; indoeuropeo; Indo-European; guna; radice; root; linguistica comparativa; Comparative Linguistics
Settore L-LIN/01 - Glottologia e Linguistica
Università di Roma "La Sapienza"
http://hdl.handle.net/2434/543170
La nozione di guṇa e lo statuto della radice indoeuropea nel pensiero di Ferdinand de Saussure e Walter Belardi / F. Dedè. ((Intervento presentato al convegno Saussure e i suoi interpreti italiani tenutosi a Roma nel 2016.
Conference Object
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2434/398437
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact