Dopo una breve premessa che si propone di esaminare criticamente l''affermazione secondo la quale la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell''uomo procederebbe "caso per caso" e non consentirebbe pertanto di individuare al proprio interno linee di tendenza precise, l''Autore si sofferma su un tema a proposito del quale, a prescindere dalla risposta che si ritenga di dare a quell''interrogativo, la giurisprudenza della Commissione europea e della Corte ha seguito nel tempo una precisa traiettoria evolutiva. L''esame si concentra in primo luogo sulle decisioni della Commissione che, costretta a decidere se ai sensi dell''art. 9 della Convenzione di Roma dovesse essere garantita tutela anche alle formazioni religiose e non solo agli individui, ha inizialmente risolto il dubbio in senso negativo, per poi operare un radicale revirement. Tuttavia, il contributo evidenzia come la Commissione, pur essendo giunta ad estendere la sfera della tutela convenzionale alla libertà religiosa nella sua dimensione "organizzata" o "istituzionalizzata", si sia sempre mantenuta nei confini di un approccio formalistico alla questione in esame, rimanendo fedele a un''ottica processualistica incentrata sulla nozione di legittimazione attiva. L''analisi puntuale della successiva giurisprudenza della Corte mostra, invece, un''attenzione tutta mirata alla sostanza dei problemi, dalla quale scaturisce una tutela veramente efficace e "a tutto tondo" della libertà religiosa nella sua dimensione collettiva. Su questo esame si fondano anche le considerazioni conclusive, nelle quali l''Autore esprime l''idea che la traiettoria evolutiva segnata dalla giurisprudenza della Corte in questa materia debba portare l''ecclesiasticista italiano a interrogarsi sulla possibilità che in futuro le istanze provenienti dall''Europa costringano a mettere in discussione anche alcuni aspetti del consolidato modello italiano di rapporti Stato-confessioni
La libertà religiosa "organizzata" nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo : prime linee di lettura / M. Toscano. - In: STATO, CHIESE E PLURALISMO CONFESSIONALE. - ISSN 1971-8543. - (2008), pp. 1-29.
La libertà religiosa "organizzata" nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo : prime linee di lettura
M. ToscanoPrimo
2008
Abstract
Dopo una breve premessa che si propone di esaminare criticamente l''affermazione secondo la quale la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell''uomo procederebbe "caso per caso" e non consentirebbe pertanto di individuare al proprio interno linee di tendenza precise, l''Autore si sofferma su un tema a proposito del quale, a prescindere dalla risposta che si ritenga di dare a quell''interrogativo, la giurisprudenza della Commissione europea e della Corte ha seguito nel tempo una precisa traiettoria evolutiva. L''esame si concentra in primo luogo sulle decisioni della Commissione che, costretta a decidere se ai sensi dell''art. 9 della Convenzione di Roma dovesse essere garantita tutela anche alle formazioni religiose e non solo agli individui, ha inizialmente risolto il dubbio in senso negativo, per poi operare un radicale revirement. Tuttavia, il contributo evidenzia come la Commissione, pur essendo giunta ad estendere la sfera della tutela convenzionale alla libertà religiosa nella sua dimensione "organizzata" o "istituzionalizzata", si sia sempre mantenuta nei confini di un approccio formalistico alla questione in esame, rimanendo fedele a un''ottica processualistica incentrata sulla nozione di legittimazione attiva. L''analisi puntuale della successiva giurisprudenza della Corte mostra, invece, un''attenzione tutta mirata alla sostanza dei problemi, dalla quale scaturisce una tutela veramente efficace e "a tutto tondo" della libertà religiosa nella sua dimensione collettiva. Su questo esame si fondano anche le considerazioni conclusive, nelle quali l''Autore esprime l''idea che la traiettoria evolutiva segnata dalla giurisprudenza della Corte in questa materia debba portare l''ecclesiasticista italiano a interrogarsi sulla possibilità che in futuro le istanze provenienti dall''Europa costringano a mettere in discussione anche alcuni aspetti del consolidato modello italiano di rapporti Stato-confessioniFile | Dimensione | Formato | |
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