Il saggio ricostruisce il contributo artistico della cantante e attrice Milly, al secolo Carla Mignone, all'epocale, prima messinscena milanese dell'"Opera da tre soldi" di Bertolt Brecht e Kurt Weill, che debuttò, per la regia di Giorgio Strehler, il 10 febbraio 1956 al Piccolo Teatro di Milano. Attraverso il ricorso a fonti di stampa e d'archivio, in specie quello del suddetto teatro, è così offerto uno sguardo critico-scientifico, nel segno della "Inszenierungsrekonstruktion" di tradizione tedesca, su una prestazione di grande successo e notorietà, altrimenti rievocata in chiave perlopiù aneddotica. Particolare interesse hanno le ragioni profonde, sostanzialmente comuni alla poetica di Brecht e all'estetica di Strehler, che hanno permesso al regista triestino di lavorare sul repertorio italiano, lontano dalla drammaturgia e recitazione epica, piegandolo con eccezionale sapienza teatrale alle esigenze storico-artistiche dei primi anni di attività del Piccolo Teatro, a cavallo tra intrattenimento e insegnamento. Esemplare è in tal senso la coloratura che Milly seppe dare al personaggio di Jenny, chiave di volta sia nella drammaturgia che nella partitura del capolavoro primonovecentesco.
La Jenny milanese di Milly / M. Castellari (QUADERNI DEGLI ATTORI MILANESI). - In: Attori milanesi in scena Milly, Tino Scotti e Walter Chiari / [a cura di] S. Tisano. - Prima edizione. - Milano : Mimesis, 2016 Apr. - ISBN 9788857530710. - pp. 39-53
La Jenny milanese di Milly
M. Castellari
2016
Abstract
Il saggio ricostruisce il contributo artistico della cantante e attrice Milly, al secolo Carla Mignone, all'epocale, prima messinscena milanese dell'"Opera da tre soldi" di Bertolt Brecht e Kurt Weill, che debuttò, per la regia di Giorgio Strehler, il 10 febbraio 1956 al Piccolo Teatro di Milano. Attraverso il ricorso a fonti di stampa e d'archivio, in specie quello del suddetto teatro, è così offerto uno sguardo critico-scientifico, nel segno della "Inszenierungsrekonstruktion" di tradizione tedesca, su una prestazione di grande successo e notorietà, altrimenti rievocata in chiave perlopiù aneddotica. Particolare interesse hanno le ragioni profonde, sostanzialmente comuni alla poetica di Brecht e all'estetica di Strehler, che hanno permesso al regista triestino di lavorare sul repertorio italiano, lontano dalla drammaturgia e recitazione epica, piegandolo con eccezionale sapienza teatrale alle esigenze storico-artistiche dei primi anni di attività del Piccolo Teatro, a cavallo tra intrattenimento e insegnamento. Esemplare è in tal senso la coloratura che Milly seppe dare al personaggio di Jenny, chiave di volta sia nella drammaturgia che nella partitura del capolavoro primonovecentesco.File | Dimensione | Formato | |
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