Introduzione. Il processo di eradicazione della polio non ha ancora raggiunto l’obbiettivo a più di 25 anni dal suo lancio. Nonostante i notevoli risultati, persistono Paesi endemici verso Poliovirus (PV) ed altri in cui si verificano reintroduzioni risultanti in epidemie, laddove il livello di protezione immunitaria della popolazione non è adeguato. L’Italia accoglie ogni anno circa 4,000 bambini in regime di adozione internazionale provenienti anche da Paesi extracomunitari; il loro stato immunitario nei confronti del PV è a volte sconosciuto o dubbio. Questo studio preliminare ha avuto lo scopo di verificare i livelli di immunizzazione antipoliomelitica di soggetti in regime di adozione internazionale in Nord-Italia. Metodi. La determinazione del titolo anticorpale è stata effettuata con il test di microneutralizzazione in accordo con OMS (WHO/EPI/GEN/93.9). I sieri diluiti da 1:4 a 1:4096 dei soggetti erano saggiati contro 100DC50 dei tre sierotipi di PV in cellule Hep2-C. La più alta diluizione di siero in grado di neutralizzare l’effetto citopatico in coltura costituiva il titolo anticorpale. Secondo le indicazioni OMS è ritenuto protettivo un titolo ≥ 1:8. Risultati. Sono stati arruolati 59 soggetti (6m-17a) provenienti da diversi Paesi (Asia, Africa, Est-Europa). Considerando i singoli sierotipi, circa il 19%, il 7% ed il 20% degli esaminati mostravano livelli immunitari non-protettivi rispettivamente verso PV1, PV2 e PV3. Conclusioni. Per garantire l’eradicazione della polio è fondamentale monitorare lo stato vaccinale della popolazione, sia autoctona che di recente introduzione. In questo studio si sono evidenziati bambini nei quali i livelli immunitari non erano sufficienti. Questo richiama l’attenzione sia sul grado di protezione immunitaria, sia sull’attendibilità della documentazione vaccinale che li accompagnava e quindi sulla necessità di mettere in atto, al loro ingresso in Italia, le misure più efficaci di adeguamento immunitario.
Valutazione della protezione immunitaria verso poliovirus in soggetti in regime di adozione internazionale / L. Pellegrinelli, L. Bubba, V. Primache, S. Binda. ((Intervento presentato al 48. convegno SItI tenutosi a Milano nel 2015.
Valutazione della protezione immunitaria verso poliovirus in soggetti in regime di adozione internazionale
L. PellegrinelliPrimo
;L. BubbaSecondo
;V. PrimachePenultimo
;S. BindaUltimo
2015
Abstract
Introduzione. Il processo di eradicazione della polio non ha ancora raggiunto l’obbiettivo a più di 25 anni dal suo lancio. Nonostante i notevoli risultati, persistono Paesi endemici verso Poliovirus (PV) ed altri in cui si verificano reintroduzioni risultanti in epidemie, laddove il livello di protezione immunitaria della popolazione non è adeguato. L’Italia accoglie ogni anno circa 4,000 bambini in regime di adozione internazionale provenienti anche da Paesi extracomunitari; il loro stato immunitario nei confronti del PV è a volte sconosciuto o dubbio. Questo studio preliminare ha avuto lo scopo di verificare i livelli di immunizzazione antipoliomelitica di soggetti in regime di adozione internazionale in Nord-Italia. Metodi. La determinazione del titolo anticorpale è stata effettuata con il test di microneutralizzazione in accordo con OMS (WHO/EPI/GEN/93.9). I sieri diluiti da 1:4 a 1:4096 dei soggetti erano saggiati contro 100DC50 dei tre sierotipi di PV in cellule Hep2-C. La più alta diluizione di siero in grado di neutralizzare l’effetto citopatico in coltura costituiva il titolo anticorpale. Secondo le indicazioni OMS è ritenuto protettivo un titolo ≥ 1:8. Risultati. Sono stati arruolati 59 soggetti (6m-17a) provenienti da diversi Paesi (Asia, Africa, Est-Europa). Considerando i singoli sierotipi, circa il 19%, il 7% ed il 20% degli esaminati mostravano livelli immunitari non-protettivi rispettivamente verso PV1, PV2 e PV3. Conclusioni. Per garantire l’eradicazione della polio è fondamentale monitorare lo stato vaccinale della popolazione, sia autoctona che di recente introduzione. In questo studio si sono evidenziati bambini nei quali i livelli immunitari non erano sufficienti. Questo richiama l’attenzione sia sul grado di protezione immunitaria, sia sull’attendibilità della documentazione vaccinale che li accompagnava e quindi sulla necessità di mettere in atto, al loro ingresso in Italia, le misure più efficaci di adeguamento immunitario.Pubblicazioni consigliate
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